[Oa-italia] Ombre (e poche luci) nelle riviste open access

Alessandro Sarretta alessandro.sarretta a gmail.com
Ven 11 Ott 2013 18:05:30 CEST


Dal mio punto di vista la cosa più evidente è che, indipendente dalla 
volintà dell'autore (per essere buoni), l'articolo è stato 
strumentalizzato contro le riviste open access, mentre la questione è (o 
dovrebbe essere) sulle carenze del /peer review/.
L'articolo non dice e non lo può dire che le riviste Open Access sono 
"peggio" (da questo punto di vista) di quelle non open access, 
semplicemente perché non è stato considerato un campione di riferimento 
di riviste appunto non-open acces.
Se volete un po' di numeri ben ragionati sulle riviste indagate leggete 
questo commento nel blog di science: 
http://scienceblogs.com/stoat/2013/10/04/oh-the-fun-you-can-have/#comment-34155
In pratica evidenza come tra le riviste OA oggetto di indagine, siano 
state considerate molte di quelle nella lista Beall (e che quindi sono 
già in una lista "nera").
Le percentuali di rifiuto e accettazione dell'articolo analizzate tra 
DOAJ e lista Beall mostrano notevoli differenze.
Metodologicamente l'articolo manca proprio di medesime considerazioni 
per le riviste non-OA.
Ale

On 10/11/2013 03:49 PM, Antonella De Robbio wrote:
>
> certamente Science non è una rivista di terz'ordine e l'articolo ad 
> una prima lettura superficiale appare interessante, in particolare la 
> mappa interattiva - allegata al lavoro di Science - che evidenzia la 
> linea internazionale dei pagamenti da un paese all'altro.
> qui l'articolo (traduzione italiana dell'originale) su Le Scienze
> http://www.lescienze.it/news/2013/10/04/news/riviste_open_access_mancato_peer_review-1835164/
> ecco la mappa (cliccare di sotto per iniziare l'esplorazione)
> http://scicomm.scimagdev.org/
>
> Vero anche che non dobbiamo - come professionisti dell'informazione - 
> essere "ideologizzati" sull'Open Access e affini e confini ...  ma 
> dobbiamo scindere quello che è un diritto all'accesso all'informazione 
> in ambito accademico per il bene della scienza e del progresso 
> scientifico e tecnologico a vantaggio anche sociale, da quello che il 
> business che gravita attorno all'affare OA e che è costellato da 
> modelli economici editoriali alle volte innovativi/interessanti, altre 
> volte che rasentano la truffa.
> L'OA in altri termini viene spesso strumentalizzato dall'editoria 
> predatoria, è da tempo che alcuni di noi stanno denunciando a gran 
> voce questo rischio.
>
> Direi che ci sono due punti che vanno indagati meglio in questo studio
>
> a) bisogna capire quale è il campione usato nell'indagine di 
> Bohannon... nel senso il paper scientifico è stato mandato a vere 
> riviste OA o piuttosto a riviste che sono falsiOA, perché vi sono 
> molti editori che pur di fare business si spacciano per OA i 
> cosiddetti editori predatori.
> Proprio in queste settimane i nostri laureandi/dottorandi sono 
> tempestati di mail da editori che operano ai limiti della legalità
>
> Ancora mesi fa ho scritto alcuni articoli sull'argomento sulla rivista 
> di Ateneo Il Bo sulla materia
>
>
>       Vanity Press: Editoria a pagamento o nuovi modelli editoriali
>       open access?
>
> 7 DICEMBRE 
> 2012http://www.unipd.it/ilbo/content/vanity-press-editoria-pagamento-o-nuovi-modelli-editoriali-open-access
>
>
>       Chi sorveglia gli editori predatori
>
> 20 FEBBRAIO 
> 2013http://www.unipd.it/ilbo/content/chi-sorveglia-gli-editori-predatorI 
> <http://www.unipd.it/ilbo/content/chi-sorveglia-gli-editori-predatori>
>
> b) succede spessissimo anche con le riviste tradizionali con un buon 
> IF... c'è una sorta di Osservatorio Internazionale il Retraction Watch 
> (citato da Giglia)
> http://retractionwatch.wordpress.com/
> a quanto pare i casi di withdraw o retraction sono numerosi anche per 
> articoli pubblicati su riviste prestigiose e che hanno tanto di 
> comitati editoriali.
> "A study published in the Journal of Medical Ethics found 788 
> retractions from 2000 to 2010."
> un tasso in crescita anno dopo anno, ovviamente perché aumenta il 
> numero di lavori pubblicati per il noto fenomeno publish or perish.
> Ma la ritrattazione di un articolo - aspetto un po' diverso rispetto 
> all'indagine di cui stiamo parlando ma strettamente correlato - può 
> essere dovuto a vari motivi
> "Error is more common than fraud; 73.5% of papers were retracted for 
> error (or an undisclosed reason) whereas 26.6% of papers were 
> retracted for fraud (table 1). The single most common reason for 
> retraction was a scientificmistake, identified in 234 papers (31.5%). 
> Fabrication, which includes data plagiarism, was more common than text 
> plagiarism. Multiple reasons for retraction were cited for 67 papers 
> (9.0%), but 134 papers (18.1%) were retracted for ambiguous reasons"
>
> Quindi dovremmo valutare meglio questa indagine di Bohannon. Non 
> sottovalutarla, ma appunto prendere l'occasione per mettere in rilievo 
> il nocciolo della questione che è sempre quello.
>
> Considerazione: il paper inviato che tipo di "errori" o "falsità" 
> contenevano?
> Non è passato tanto tempo da quando uno studio mise in evidenza come 
> articoli pubblicati in prestigiose riviste non OA avevano a corredo 
> tabelle statistiche completamente sbagliate perché nessuno dei 
> revisori (nei comitati di peer-review) era in grado di analizzare dati 
> statistici...
> In altri termini se un articolo sbagliato o plagiato o fraudolento è 
> messo in OA è facilissimo smascherare l'inganno. Se l'articolo è 
> "povero di contenuto" una pochezza da un punto di vista scientifico e 
> viene pubblicato perché tanto basta pagare... beh... spesso questo 
> avviene anche con editori tradizionali, in particolare con le 
> monografie, rigorosamente chiuse.
> Uno studio su PloS del 2005 metteva in risalto il problema degli 
> errori negli articoli scientifici pubblicati
> http://www.plosmedicine.org/article/info:doi/10.1371/journal.pmed.0020124
>
> Io non sono ideologizzata, o non mi sento tale, se in effetti questi 
> dati sono corretti - da un punto di vista metodologico - allora c'è da 
> correre ai ripari... del resto ogni via maestra per essere percorsa va 
> prima costruita.
>
> Ma leggiamo anche le critiche a questa indagine, sottoscritte da 
> scienziati autorevoli
>
> su The Chronicle HE un bel commento critico
>
> http://chronicle.com/blogs/percolator/critics-say-sting-on-open-access-journals-misses-larger-point/33559
>
> quì un articolo di By Michael Eisen 
> <http://www.michaeleisen.org/blog/?author=1>
> http://www.michaeleisen.org/blog/?p=1439
>
> ciao a tutti
> Antonella De Robbio
>
>
>
> Il giorno 09 ottobre 2013 17:48, Alessandra Ensoli 
> <alessandra.ensoli a isprambiente.it 
> <mailto:alessandra.ensoli a isprambiente.it>> ha scritto:
>
>     Desidero segnalare alla lista un recente articolo uscito su la
>     Repubblica: "Scienza web, c'è una fabbrica delle "bufale" a
>     pagamento":
>
>     http://www.repubblica.it/scienze/2013/10/05/news/bufale_scienza_riviste-67891756/
>
>     Questo articolo rimanda a un'inchiesta pubblicata su Science da
>     John Bohannon (Who's Afraid of Peer Review?), il quale ha
>     realizzato il curioso esperimento di inviare un articolo
>     volutamente insignificante e colmo di errori a ben 304 riviste
>     online, per trarre conclusioni sulla attendibilità del processo di
>     peer review (quando esistente) e comunque sul controllo di qualità
>     effettuato dalle riviste ad accesso aperto.
>
>     Potrete leggere l'intero studio sul sito di Science Magazine:
>
>     http://www.sciencemag.org/content/342/6154/60.full
>
>     La notizia mi è stata segnala con una certa apprensione da un
>     collega ricercatore (che ha collaborato con me alla creazione di
>     un archivio digitale ad uso interno), preoccupato dalla validità
>     scientifica degli archivi aperti e dalla mancanza di "publication
>     ethics"...
>
>     Che dire...?
>
>     Cordiali saluti!
>
>


-- 
Alessandro Sarretta

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Web: http://ilsarrett.wordpress.com
Twitter: https://twitter.com/alesarrett
Google scholar: http://scholar.google.it/citations?hl=it&user=IsyXargAAAAJ
ORCID: http://orcid.org/0000-0002-1475-8686
ResearchGate: https://www.researchgate.net/profile/Alessandro_Sarretta/

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