[Oa-italia] Ombre (e poche luci) nelle riviste open access
Maria Cassella
maria.cassella a unito.it
Ven 11 Ott 2013 10:34:52 CEST
Il 11/10/2013 10.06, stefano bianco ha scritto:
> Come fisico delle particelle (ma anche coinvolto nell'OA per il
> progetto SCOAP3) francamente non
> ho mai avuto dubbi sul come evitare le trappole delle riviste fasulle. Il primo
> criterio e' l'IF. Il secondo e' l'autorevolezza e la reputazione dei
> comitati editoriali.
>
> Il fatto che Bohannon abbia smascherato i truffatori e' molto, molto
> positivo e
> non vedo come possa nuocere al principio sacrosanto dell'OA che i
> risultati finanziati dai
> soldi pubblici debbano essere disponibili a tutti. E alla
> consapevolezza che un nuovo modello commerciale sia necessario per
> contrastare il regime di cartello dei maggiori publishers.
>
> Un cordiale saluto a tutti
> stefano bianco
>
>
credo che una gran parte di responsabilita' sia a carico delle
comunità sceintifiche;
chi fa ricerca e vuol pubblicare sa anche valutare i propri risultati;
le riviste accreditate sono ben note ai ricercatori, anche nel campo
dell'OA ci sono delle differenze, come ce ne sono tra gli editori TA;
per non parlare delle riviste che scrivono ai ricercatori per chiedere
loro contributi, dicono di essere referate ma di fatto non e' chiaro che
tipo di peer review applichino. Una buona prassi per le riviste OA e'
descrivere sempre le procedure di PR, adottare codici etici come COPE
http://publicationethics.org/about e avere comitati scientifici di buon
livello, il che non e' facile ma neanche impossibile.
saluti alla lista
Maria Cassella
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