[Oa-italia] Inoltra: Portale per la valutazione delle risorse scientifiche

Mauro Guerrini mauro.guerrini a unifi.it
Mar 10 Apr 2012 11:19:52 CEST


Leggo solo adesso.

Ciao,
mauro





Il 09/04/2012 18:18, Vitiello a ndc.nato.int ha scritto:
>
> Cari Mauro e Andrea,
>
> Comprendo il vostro punto di vista sul libero accesso delle risorse destinate a valutazione. Vorrei
> però allargare il concetto alla definizione di un modello di risorse destinate alla valutazione che sia
> gestito autonomamente dalle biblioteche. E ciò nella prospettiva che in un prossimo futuro i modelli
> di prestito dei libri elettronici saranno gestiti direttamente dai fornitori digitali. Quale sarà allora il
> destino delle biblioteche?
>
> A mio avviso la valutazione della ricerca può e deve essere gestita dalle biblioteche, in particolare in
> Italia dove vi è un vuoto economico, ancor prima che normativo, e tanti attori editori aspiranti
> aggregatori potrebbero ambire a riempirlo.
>
> L'idea è di far gestire a un'agenzia di cooperazione bibliotecaria il sistema di creazione (quando
> possibile) e di gestione della valutazione delle risorse per la ricerca. Un tale portale dovrebbe potere
> integrare qualunque tipo di risorsa, anche a pagamento, fermo restando che l'accesso libero
> dovrebbe essere garantito ai valutatori. La gestione di un portale simile da parte delle biblioteche
> metterebbe il mondo della ricerca in grado di comparare i vantaggi del libero accesso in termini di
> potenziale citazionale e di recupero, dando vita a una dinamica virtuosa in cui il numero delle risorse
> in libero accesso può esse destinato solo ad incrementare. La separatezza tra risorse in libero
> accesso e a pagamento può solo produrre stagnazione: ce lo spiegano gli amici olandesi.
>
> Per questo cercherei di occuparmi delle condizioni in cui può avanzare l'innovazione in Italia,
> quando gestita dalle biblioteche, e del modello economico che possa assicurare ad esse Un
> vantaggio competitivo definitivo, prima che ci pensino i privati con le loro regole e alle loro
> condizioni.
>
> Proseguire la discussione può solo far bene. Un caro saluto,
>
> Giuseppe Vitiello
>
> Inviato da iPad
>
> Inizio messaggio inoltrato:
>
>> Da: Giuseppe Vitiello<vitiello a fastwebnet.it>
>> Data: 09 aprile 2012 08:24:07 GMT-05:00
>> A: "vitiello a fastwebnet.it"<vitiello a fastwebnet.it>, "g.vitiello a ndc.nato.int"
> <g.vitiello a ndc.nato.int>
>> Oggetto: Anvur e riviste di biblioteconomia
>>
>>
>> La scelta di Inserire alcune, e non delle più storiche, riviste di biblioteconomia nella fascia B
> contribuirà sicuramente ad allargare il divario oggi esistente tra professione e accademia. D'altra
> parte, trovo questa scelta perfettamente coerente con le impostazioni iniziali con cui la
> biblioteconomia ha maturato il suo ingresso nelle università, patrocinata dalle scienze storiche e
> inchiodata nell'area disciplinare MSTO, con cui la si identifica correntemente.
>> Del resto, se si guarda ai curriculum disciplinari delle scuole di Roma e Firenze, che credo siano
> quelle maggiormente frequentate d'Italia, si nota una gran prevalenza di discipline storiche, letterarie
> e bibliografiche, unite a insegnamenti "tecnici". Perché scandalizzarsi se la storia, che ricordiamo ha
> venti anni fa conferito il diritto di cittadinanza alle discipline biblioteconomiche all'interno
> dell'università, esiga il suo scotto relegando in seconda fascia riviste che parlano di problemi
> contemporanei secondo la prospettiva sociologica, economica o informatica?
>> Ritengo che, come scienza applicata, la biblioteconomia avrebbe trovato maggiore credibilità se i
> suoi docenti avessero cercato un proprio spazio confrontandosi con le scienze della comunicazione
> (ma le biblioteche non rappresentano forse il circuito non commerciale del libro?), con le scienze
> economiche (quello che manca in Italia non sono forse le agenzie bibliotecarie di cooperazione
> come alternativa valida al mondo editoriale, in open access o no?), o con le scienze
> dell'informazione (ma i cataloghi bibliotecari non sono forse uno dei primi esempi di applicazione
> informatica al documento?).
>> Se i docenti avessero potuto costruire una filosofia di sviluppo di questo tipo, che è peraltro la
> regola nelle scuole europee e anglosassoni, i laureati avrebbero forse potuto trovare lavoro in
> agenzie editoriali e informatiche, e non essere condannati alla disoccupazione o a un precariato di
> lunga durata.
>> Nella mia biblioteca avrei bisogno di persone che sappiano elaborare studi di fattibilitcosa ostruire
> modelli di sviluppo delle risorse in open access economicamente sostenibili o tabelle di metadati
> recuperabili nei sistemi.
>>
>> Inviato da iPad
> ----- Fine messaggio inoltrato -----
>
>
> Cari Mauro e Andrea,
>
> Comprendo il vostro punto di vista sul libero accesso delle risorse 
> destinate a valutazione. Vorrei però allargare il concetto alla 
> definizione di un modello di risorse destinate alla valutazione che 
> sia gestito autonomamente dalle biblioteche. E ciò nella prospettiva 
> che in un prossimo futuro i modelli di prestito dei libri elettronici 
> saranno gestiti direttamente dai fornitori digitali. Quale sarà 
> allora il destino delle biblioteche?
>
> A mio avviso la valutazione della ricerca può e deve essere gestita 
> dalle biblioteche, in particolare in Italia dove vi è un vuoto 
> economico, ancor prima che normativo, e tanti attori editori aspiranti 
> aggregatori potrebbero ambire a riempirlo.
>
> L'idea è di far gestire a un'agenzia di cooperazione bibliotecaria il 
> sistema di creazione (quando possibile) e di gestione della 
> valutazione delle risorse per la ricerca. Un tale portale dovrebbe 
> potere integrare qualunque tipo di risorsa, anche a pagamento, fermo 
> restando che l'accesso libero dovrebbe essere garantito ai valutatori. 
> La gestione di un portale simile da parte delle biblioteche metterebbe 
> il mondo della ricerca in grado di comparare i vantaggi del libero 
> accesso in termini di potenziale citazionale e di recupero, dando vita 
> a una dinamica virtuosa in cui il numero delle risorse in libero 
> accesso può esse destinato solo ad incrementare. La separatezza tra 
> risorse in libero accesso e a pagamento può solo produrre 
> stagnazione: ce lo spiegano gli amici olandesi.
>
> Per questo, ancor prima di addentrarci  in discussioni problematiche 
> avulse dai contesti economici, cercherei di occuparmi delle condizioni 
> in cui può avanzare l'innovazione in Italia, quando gestita dalle 
> biblioteche, e del modello economico che possa assicurare ad esse Un 
> vantaggio competitivo definitivo, prima che ci pensino i privati con 
> le loro regole e alle loro condizioni.
>
> Proseguire la discussione può solo far bene. Un caro saluto,
>
> Giuseppe Vitiello
>
> Inviato da iPad
>
> Inizio messaggio inoltrato:
>
>> *Da:* Giuseppe Vitiello <vitiello a fastwebnet.it 
>> <mailto:vitiello a fastwebnet.it>>
>> *Data:* 09 aprile 2012 08:24:07 GMT-05:00
>> *A:* "vitiello a fastwebnet.it <mailto:vitiello a fastwebnet.it>" 
>> <vitiello a fastwebnet.it <mailto:vitiello a fastwebnet.it>>, 
>> "g.vitiello a ndc.nato.int <mailto:g.vitiello a ndc.nato.int>" 
>> <g.vitiello a ndc.nato.int <mailto:g.vitiello a ndc.nato.int>>
>> *Oggetto:* *Anvur e riviste di biblioteconomia*
>>
>>
>> La scelta di Inserire alcune, e non delle più storiche, riviste di 
>> biblioteconomia nella fascia B contribuirà sicuramente ad allargare 
>> il divario oggi esistente tra professione e accademia. D'altra parte, 
>> trovo questa scelta perfettamente coerente con le impostazioni 
>> iniziali con cui la biblioteconomia ha maturato il suo ingresso nelle 
>> università , patrocinata dalle scienze storiche e inchiodata 
>> nell'area disciplinare MSTO, con cui la si identifica correntemente.
>> Del resto, se si guarda ai curriculum disciplinari delle scuole di 
>> Roma e Firenze, che credo siano quelle maggiormente frequentate 
>> d'Italia, si nota una gran prevalenza di discipline storiche, 
>> letterarie e bibliografiche, unite a insegnamenti "tecnici". Perché 
>> scandalizzarsi se la storia, che ricordiamo ha venti anni fa 
>> conferito il diritto di cittadinanza alle discipline 
>> biblioteconomiche all'interno dell'università , esiga il suo scotto 
>> relegando in seconda fascia riviste che parlano di problemi 
>> contemporanei secondo la prospettiva sociologica, economica o 
>> informatica?
>>
>> Ritengo che, come scienza applicata, la biblioteconomia avrebbe 
>> trovato maggiore credibilità se i suoi docenti avessero cercato un 
>> proprio spazio confrontandosi con le scienze della comunicazione (ma 
>> le biblioteche non rappresentano forse il circuito non commerciale 
>> del libro?), con le scienze economiche (quello che manca in Italia 
>> non sono forse le agenzie bibliotecarie di cooperazione come 
>> alternativa valida al mondo editoriale, in open access o no?), o con 
>> le scienze dell'informazione (ma i cataloghi bibliotecari non sono 
>> forse uno dei primi esempi di applicazione informatica al documento?).
>>
>> Se i docenti avessero potuto costruire una filosofia di sviluppo di 
>> questo tipo, che è peraltro la regola nelle scuole europee e 
>> anglosassoni, i laureati avrebbero forse potuto trovare lavoro in 
>> agenzie editoriali e informatiche, e non essere condannati alla 
>> disoccupazione o a un precariato di lunga durata.
>>
>> Nella mia biblioteca avrei bisogno di persone che sappiano elaborare 
>> studi di fattibilitcosa ostruire modelli di sviluppo delle risorse in 
>> open access economicamente sostenibili o tabelle di metadati 
>> recuperabili nei sistemi.
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Prof. Mauro Guerrini
Università di Firenze
Dipartimento Scienze dell'antichità, Medioevo e Rinascimento e Linguistica
Piazza Brunelleschi 4
50121 Firenze - Italia

mauro.guerrini a unifi.it
guerrini.mauro a gmail.com

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JLIS.it : Italian Journal of Library and Information Science = rivista italiana di biblioteconomia, archivistica e scienza dell'informazione: www.jlis.it


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