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<meta content="text/html; charset=ISO-8859-1"
http-equiv="Content-Type">
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<body bgcolor="#FFFFFF" text="#000000">
Leggo solo adesso.<br>
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Ciao,<br>
mauro<br>
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Il 09/04/2012 18:18, <a class="moz-txt-link-abbreviated" href="mailto:Vitiello@ndc.nato.int">Vitiello@ndc.nato.int</a> ha scritto:
<blockquote cite="mid:1333988337.4f830bf16ca7e@ndcmail.ndc.nato.int"
type="cite">
<pre wrap="">
Cari Mauro e Andrea,
Comprendo il vostro punto di vista sul libero accesso delle risorse destinate a valutazione. Vorrei
però allargare il concetto alla definizione di un modello di risorse destinate alla valutazione che sia
gestito autonomamente dalle biblioteche. E ciò nella prospettiva che in un prossimo futuro i modelli
di prestito dei libri elettronici saranno gestiti direttamente dai fornitori digitali. Quale sarà allora il
destino delle biblioteche?
A mio avviso la valutazione della ricerca può e deve essere gestita dalle biblioteche, in particolare in
Italia dove vi è un vuoto economico, ancor prima che normativo, e tanti attori editori aspiranti
aggregatori potrebbero ambire a riempirlo.
L'idea è di far gestire a un'agenzia di cooperazione bibliotecaria il sistema di creazione (quando
possibile) e di gestione della valutazione delle risorse per la ricerca. Un tale portale dovrebbe potere
integrare qualunque tipo di risorsa, anche a pagamento, fermo restando che l'accesso libero
dovrebbe essere garantito ai valutatori. La gestione di un portale simile da parte delle biblioteche
metterebbe il mondo della ricerca in grado di comparare i vantaggi del libero accesso in termini di
potenziale citazionale e di recupero, dando vita a una dinamica virtuosa in cui il numero delle risorse
in libero accesso può esse destinato solo ad incrementare. La separatezza tra risorse in libero
accesso e a pagamento può solo produrre stagnazione: ce lo spiegano gli amici olandesi.
Per questo cercherei di occuparmi delle condizioni in cui può avanzare l'innovazione in Italia,
quando gestita dalle biblioteche, e del modello economico che possa assicurare ad esse Un
vantaggio competitivo definitivo, prima che ci pensino i privati con le loro regole e alle loro
condizioni.
Proseguire la discussione può solo far bene. Un caro saluto,
Giuseppe Vitiello
Inviato da iPad
Inizio messaggio inoltrato:
</pre>
<blockquote type="cite">
<pre wrap="">Da: Giuseppe Vitiello <a class="moz-txt-link-rfc2396E" href="mailto:vitiello@fastwebnet.it"><vitiello@fastwebnet.it></a>
Data: 09 aprile 2012 08:24:07 GMT-05:00
A: <a class="moz-txt-link-rfc2396E" href="mailto:vitiello@fastwebnet.it">"vitiello@fastwebnet.it"</a> <a class="moz-txt-link-rfc2396E" href="mailto:vitiello@fastwebnet.it"><vitiello@fastwebnet.it></a>, <a class="moz-txt-link-rfc2396E" href="mailto:g.vitiello@ndc.nato.int">"g.vitiello@ndc.nato.int"</a>
</pre>
</blockquote>
<pre wrap=""><a class="moz-txt-link-rfc2396E" href="mailto:g.vitiello@ndc.nato.int"><g.vitiello@ndc.nato.int></a>
</pre>
<blockquote type="cite">
<pre wrap="">Oggetto: Anvur e riviste di biblioteconomia
La scelta di Inserire alcune, e non delle più storiche, riviste di biblioteconomia nella fascia B
</pre>
</blockquote>
<pre wrap="">contribuirà sicuramente ad allargare il divario oggi esistente tra professione e accademia. D'altra
parte, trovo questa scelta perfettamente coerente con le impostazioni iniziali con cui la
biblioteconomia ha maturato il suo ingresso nelle università, patrocinata dalle scienze storiche e
inchiodata nell'area disciplinare MSTO, con cui la si identifica correntemente.
</pre>
<blockquote type="cite">
<pre wrap="">Del resto, se si guarda ai curriculum disciplinari delle scuole di Roma e Firenze, che credo siano
</pre>
</blockquote>
<pre wrap="">quelle maggiormente frequentate d'Italia, si nota una gran prevalenza di discipline storiche, letterarie
e bibliografiche, unite a insegnamenti "tecnici". Perché scandalizzarsi se la storia, che ricordiamo ha
venti anni fa conferito il diritto di cittadinanza alle discipline biblioteconomiche all'interno
dell'università, esiga il suo scotto relegando in seconda fascia riviste che parlano di problemi
contemporanei secondo la prospettiva sociologica, economica o informatica?
</pre>
<blockquote type="cite">
<pre wrap="">
Ritengo che, come scienza applicata, la biblioteconomia avrebbe trovato maggiore credibilità se i
</pre>
</blockquote>
<pre wrap="">suoi docenti avessero cercato un proprio spazio confrontandosi con le scienze della comunicazione
(ma le biblioteche non rappresentano forse il circuito non commerciale del libro?), con le scienze
economiche (quello che manca in Italia non sono forse le agenzie bibliotecarie di cooperazione
come alternativa valida al mondo editoriale, in open access o no?), o con le scienze
dell'informazione (ma i cataloghi bibliotecari non sono forse uno dei primi esempi di applicazione
informatica al documento?).
</pre>
<blockquote type="cite">
<pre wrap="">
Se i docenti avessero potuto costruire una filosofia di sviluppo di questo tipo, che è peraltro la
</pre>
</blockquote>
<pre wrap="">regola nelle scuole europee e anglosassoni, i laureati avrebbero forse potuto trovare lavoro in
agenzie editoriali e informatiche, e non essere condannati alla disoccupazione o a un precariato di
lunga durata.
</pre>
<blockquote type="cite">
<pre wrap="">
Nella mia biblioteca avrei bisogno di persone che sappiano elaborare studi di fattibilitcosa ostruire
</pre>
</blockquote>
<pre wrap="">modelli di sviluppo delle risorse in open access economicamente sostenibili o tabelle di metadati
recuperabili nei sistemi.
</pre>
<blockquote type="cite">
<pre wrap="">
Inviato da iPad
</pre>
</blockquote>
<pre wrap="">
----- Fine messaggio inoltrato -----
</pre>
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<fieldset class="mimeAttachmentHeader"></fieldset>
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<meta http-equiv="Context-Type" content="text/html;
charset=ISO-8859-1">
<div>Cari Mauro e Andrea,</div>
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</div>
<div>Comprendo il vostro punto di vista sul libero accesso delle
risorse destinate a valutazione. Vorrei però allargare il
concetto alla definizione di un modello di risorse destinate
alla valutazione che sia gestito autonomamente dalle
biblioteche. E ciò nella prospettiva che in un prossimo futuro
i modelli di prestito dei libri elettronici saranno gestiti
direttamente dai fornitori digitali. Quale sarà allora il
destino delle biblioteche?</div>
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</div>
<div>A mio avviso la valutazione della ricerca può e deve essere
gestita dalle biblioteche, in particolare in Italia dove vi è
un vuoto economico, ancor prima che normativo, e tanti attori
editori aspiranti aggregatori potrebbero ambire a riempirlo.</div>
<div><br>
</div>
<div>L'idea è di far gestire a un'agenzia di cooperazione
bibliotecaria il sistema di creazione (quando possibile) e di
gestione della valutazione delle risorse per la ricerca. Un tale
portale <span>dovrebbe potere integrare qualunque tipo di
risorsa, anche a pagamento, fermo restando che l'accesso
libero dovrebbe essere garantito ai valutatori. La gestione di
un portale simile da parte delle biblioteche metterebbe il
mondo della ricerca in grado di comparare i vantaggi del
libero </span><span>accesso in termini di potenziale
citazionale e di recupero, dando vita a una dinamica virtuosa
in cui il numero delle risorse in libero accesso può esse
destinato solo ad incrementare. La separatezza tra risorse in
libero accesso e a pagamento può solo produrre stagnazione:
ce lo spiegano gli amici olandesi.</span></div>
<div><span><br>
</span></div>
<div><span>Per questo, ancor prima di addentrarci in discussioni
problematiche avulse dai contesti economici, cercherei di
occuparmi delle condizioni in cui può avanzare l'innovazione
in Italia, quando gestita dalle biblioteche, e del modello
economico che possa assicurare ad esse Un vantaggio
competitivo definitivo, prima che ci pensino i privati con le
loro regole e alle loro condizioni.</span></div>
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<div><span>Proseguire la discussione può solo far bene. Un caro
saluto, </span></div>
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<div><span>Giuseppe Vitiello</span></div>
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Inviato da iPad</div>
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Inizio messaggio inoltrato:<br>
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<blockquote type="cite">
<div><b>Da:</b> Giuseppe Vitiello <<a moz-do-not-send="true"
href="mailto:vitiello@fastwebnet.it">vitiello@fastwebnet.it</a>><br>
<b>Data:</b> 09 aprile 2012 08:24:07 GMT-05:00<br>
<b>A:</b> "<a moz-do-not-send="true"
href="mailto:vitiello@fastwebnet.it">vitiello@fastwebnet.it</a>"
<<a moz-do-not-send="true"
href="mailto:vitiello@fastwebnet.it">vitiello@fastwebnet.it</a>>,
"<a moz-do-not-send="true"
href="mailto:g.vitiello@ndc.nato.int">g.vitiello@ndc.nato.int</a>"
<<a moz-do-not-send="true"
href="mailto:g.vitiello@ndc.nato.int">g.vitiello@ndc.nato.int</a>><br>
<b>Oggetto:</b> <b>Anvur e riviste di biblioteconomia</b><br>
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<span>La scelta di Inserire alcune, e non delle più storiche,
riviste di biblioteconomia nella fascia B contribuirÃ
sicuramente ad allargare il divario oggi esistente tra
professione e accademia. D'altra parte, trovo questa scelta
perfettamente coerente con le impostazioni iniziali con cui
la biblioteconomia ha maturato il suo ingresso nelle
università , patrocinata dalle scienze storiche e inchiodata
nell'area disciplinare MSTO, con cui la si identifica
correntemente. </span><br>
<span>Del resto, se si guarda ai curriculum disciplinari delle
scuole di Roma e Firenze, che credo siano quelle
maggiormente frequentate d'Italia, si nota una gran
prevalenza di discipline storiche, letterarie e
bibliografiche, unite a insegnamenti "tecnici". Perché
scandalizzarsi se la storia, che ricordiamo ha venti anni fa
conferito il diritto di cittadinanza alle discipline
biblioteconomiche all'interno dell'università , esiga il suo
scotto relegando in seconda fascia riviste che parlano di
problemi contemporanei secondo la prospettiva sociologica,
economica o informatica?</span><br>
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<span>Ritengo che, come scienza applicata, la biblioteconomia
avrebbe trovato maggiore credibilità se i suoi docenti
avessero cercato un proprio spazio confrontandosi con le
scienze della comunicazione (ma le biblioteche non
rappresentano forse il circuito non commerciale del libro?),
con le scienze economiche (quello che manca in Italia non
sono forse le agenzie bibliotecarie di cooperazione come
alternativa valida al mondo editoriale, in open access o
no?), o con le scienze dell'informazione (ma i cataloghi
bibliotecari non sono forse uno dei primi esempi di
applicazione informatica al documento?).</span><br>
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<span>Se i docenti avessero potuto costruire una filosofia di
sviluppo di questo tipo, che è peraltro la regola nelle
scuole europee e anglosassoni, i laureati avrebbero forse
potuto trovare lavoro in agenzie editoriali e informatiche,
e non essere condannati alla disoccupazione o a un
precariato di lunga durata.</span><br>
<span></span><br>
<span>Nella mia biblioteca avrei bisogno di persone che
sappiano elaborare studi di fattibilitcosa ostruire modelli
di sviluppo delle risorse in open access economicamente
sostenibili o tabelle di metadati recuperabili nei sistemi.
</span><br>
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<span></span><br>
<span>Inviato da iPad</span></div>
</blockquote>
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<pre wrap="">_______________________________________________
OA-Italia mailing list
<a class="moz-txt-link-abbreviated" href="mailto:OA-Italia@openarchives.it">OA-Italia@openarchives.it</a>
<a class="moz-txt-link-freetext" href="http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia">http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia</a>
PLEIADI: <a class="moz-txt-link-freetext" href="http://www.openarchives.it/pleiadi/">http://www.openarchives.it/pleiadi/</a></pre>
</blockquote>
<br>
<pre class="moz-signature" cols="72">
--
Prof. Mauro Guerrini
Università di Firenze
Dipartimento Scienze dell'antichità, Medioevo e Rinascimento e Linguistica
Piazza Brunelleschi 4
50121 Firenze - Italia
<a class="moz-txt-link-abbreviated" href="mailto:mauro.guerrini@unifi.it">mauro.guerrini@unifi.it</a>
<a class="moz-txt-link-abbreviated" href="mailto:guerrini.mauro@gmail.com">guerrini.mauro@gmail.com</a>
<a class="moz-txt-link-freetext" href="http://www.meri.unifi.it/CMpro-v-p-111.html">http://www.meri.unifi.it/CMpro-v-p-111.html</a>
JLIS.it : Italian Journal of Library and Information Science = rivista italiana di biblioteconomia, archivistica e scienza dell'informazione: <a class="moz-txt-link-abbreviated" href="http://www.jlis.it">www.jlis.it</a>
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