[Oa-italia] Report e slides dell'incontro al MIUR 12 marzo

Elena Giglia elena.giglia a unito.it
Mer 13 Mar 2019 01:19:15 CET


Cari tutti,
poiché l'incontro di oggi al MIUR era solo su invito (per infrastrutture di
ricerca e altri attori EOSC) ho pensato fossero utili
- un breve Report con i messaggi chiave [stile telegrafico, non ho tempo
per ulteriori redazioni] che trovate sia qui sotto sia nella pagina su  oa
unito
- le slides presentate dai relatori, Karel Luyben, Marin Dacos, Eva Mendez,
Sarah Jones, ch sono stati eccezionali:
https://www.oa.unito.it/new/open-science-whats-going-on-in-europe/

Speriamo che il messaggio sia passato.
Devo registrare - con grande soddisfazione - il pieno supporto del MIUR,
come leggerete. Speriamo che anche questo si traduca presto in passi
concreti.
Cari saluti
eg

*Messaggi chiave, in estrema sintesi*

-        C’è il *pieno supporto del MIUR all’avvio di un processo Open* –
che sarà comunque lungo…

“L’obiettivo comune è definire una visione strategica di lungo periodo
sulla Open Science e la partecipazione italiana a EOSC.

Questo tema è di grande interesse per il nostro paese e il Ministero lo sta
seguendo da vicino. È necessario coordinare azioni differenti a livello
politico, tecnico e culturale” (Valditara).

Da *Karel Luyben*, ex Rettore di TU Delft e ora Chair di EOSC Executive
board

-        Open science è la transizione dalla situazione attuale a quella
futura. Fra vent’anni sarà solo scienza, non ci sarà più bisogno di
definirla Open.

-        Si passa dalla attuale “Scienza1” alla futura “Scienza2”
attraverso a) Open Access ai testi b) Open Data e FAIR c) citizen science

-        Per farlo servono 1) competenze (skill building) 2) sistema di
valutazione che tenga conto di tutti i prodotti della scienza. Smetterla di
giudicare solo il numero di pubblicazioni. 3) metriche nuove

-        Open Access ai testi: non ci siamo ancora ma è inevitabile. Non è
che diremo “scusate, è stato un errore” e si torna all’editoria
tradizionale. Per questo servono azioni tipo PlanS e transformative
agreement

-        Dati:  l’obiettivo è avere dati FAIR e se possibile Open. Per
questo servono data stewards, almeno uno per dipartimento. I dati vanno
gestiti prima di essere resi FAIR. Si perde l’80% dei dati in vent’anni,
oggi

-        Primo passo è chiedere che vengano resi FAIR e Open i dati già
pubblicati nell’articolo. Così non ci sono resistenze sull’Open, perché
sono già pubblicati. Ma intanto l’idea FAIR inizia a circolare, e si
potrebbe essere invogliati a estendere la pratica anche agli altri dati

-        Il ricercatore è responsabile dei dati in prima battuta per
renderli FAIR e assicurare la loro qualità iniziale. Poi le infrastrutture
sono responsabili della conservazione e integrità sul lungo periodo

-        Piano nazionale Open Science è necessario (Raccomandazioni EC
2018/790) ed è necessario un National coordinator. In Olanda Open Science è
nel programma del governo

-        Aggiungendo la parola “open” alla scienza non arrivano più soldi
per magia. I soldi sono quelli che già ci sono per la scienza. Vanno solo
usati diversamente allocandoli per es. per i data stewards. Per la
transizione invece servono fondi (es. in Germania 90 milioni per gestire i
dati).

Da *Marin Dacos*, Open Science special advisor al Ministero della Ricerca
francese

-        Open Science: abbiamo il problema dell’”ultimo miglio”… arriviamo
a pubblicare i risultati della ricerca e poi li chiudiamo dietro un
abbonamento…

-        Sci-Hub dimostra che il sistema attuale è in crisi

-        Per supportare Open Science servono National Plans (devono
includere: testi, uso e riuso dei dati, nuova valutazione della ricerca; su
questo Francia e Olanda sono allineati)

-        Il National Plan francese è strutturato su 3 Impegni (Aprire i
testi, Aprire i dati, Partecipare al processo in corso a livello europeo) e
le relative Roadmap

-        Sui testi hanno firmato PlanS; sulla valutazione della ricerca DORA

-        Supportano la bibliodiversità, ovvero Open Access anche ai libri

-        Open Science Monitor su dati aperti e non proprietari. È
importante avere i dati per sapere a che punto si è

-        Sui dati promuovono open data policy per i dati contenuti negli
articoli

Da *Eva Mendez*, chair della Open Science Policy Platform

-        Non dimentichiamo che oggi è il compleanno del web. Ha cambiato il
modo in cui facciamo scienza

-        Basta con le Dichiarazioni e Raccomandazioni: ne abbiamo 87

-        Occorre passare dal “Declaration mode” all’”Implementation mode”.
Perché sui principi siamo tutti d’accordo ma poi come lo implementiamo?

-        Fissare PCI, Practical Committment for Implementation a ogni
livello, nazionale e istituzionale, agire dove si ha margine per cambiare
davvero

-        È cruciale la valutazione e il sistema di reward. Non dovrebbe
essere una dicotomia: vuoi essere un open scientist o vuoi fare carriera?
Il sistema va adattato

-        È cruciale il cambiamento culturale: “Darling, we need to talk”.
Per cambiare occorre una rottura.

-        È cruciale la formazione. Insegnare come trattare i dati.

-        Dimostrare l’impatto della conoscenza aperta sulla società

-        Fattori motivanti: soldi, regolamenti e rankings. Ma le cose
accadono anche per seduzione: attrarre i ricercatori! Rendendo le cose
semplici, motivando, aiutando. *Rendere EOSC come whatsapp. Lo usiamo
perché è utile, facile, e tutti lo usano*.

-        Per un vero cambiamento servono una visione, le competenze, gli
incentivi, le risorse, una strategia. Se manca uno di questi elementi si
generano rispettivamente confusione, ansia, resistenza, frustrazione, false
partenze

-        Esempi di Practical Committments:

o   PCI per i  funders: CoalitionS è un ottimo esempio

o   PCI per un ricercatore: adotto PlanS personalmente

o   PCI per Italia: una slide vuota. La prossima volta la vorrei presentare
riempita!

Da *Sarah Jones*, membro di EOSC executive board e rapporteur del *Rapporto
Turning FAIR into reality*

-        FAIR data si applica non solo in Europa perché i dati non
conoscono frontiere

-        FAIR data sono il componente di fondo di EOSC – ma EOSC è tassello
della Open science

-        La vera sfida è come si applicano le raccomandazioni del Rapporto
in pratica!

-        Non dipende dalla tecnologie ma dal cambiamento culturale

-        La criticità di EOSC è che abbiamo già qualcosa che funziona. Non
si costruisce da zero. Il difficile è federare, ma per questo servono dati
e servizi FAIR

-        EOSC deve essere il collante fra i servizi già esistenti. Dovrebbe
essere un modo più semplice per i ricercatori per fare ricerca. Non è una
nuova infrastruttura né una sovra-infrastruttura

- Openness è un valore inestimabile. È un valore aggiunto, a tutti i
livelli: be open minded

-- 
dr. Elena Giglia
Unità di progetto Open Access
Direzione Ricerca e Terza Missione
Universita' degli Studi di Torino
tel. +39.011.670*.4191*
Skype: egiglia
www.oa.unito.it

*NOAD OpenAIRE Italy*
https://www.openaire.eu/
noad-it a openaire.eu
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