[Oa-italia] Fwd: Rilievo su frasi del prof. Marcati

Maria Cassella maria.cassella a unito.it
Mer 10 Ott 2018 10:20:13 CEST


Cari tutti,
condivido quello che dice M. Chiara. In ogni caso penso che se la
discussione diventa polemica e i toni si alzano ci perdono tutti. E'
sconsigliabile in privato (mea culpa l'ho fatto anche io a volte) ma in
pubblico sarebbe da evitare. Non piace molto lo scontro tra bibliotecari da
una parte e ricercatori e editori dall'altra. La scienza aperta non
significa mandare in malora l'editoria tutta anche perché non tutti hanno i
guadagni faraonici di un Elsevier. La scienza aperta ha bisogno di sinergie
e di strade sostenibili, di confronto e di dialogo che sono sempre carte
vincenti in ogni contesto.
saluti
MC


Il giorno mer 10 ott 2018 alle ore 09:46 Maria Chiara Pievatolo <
mariachiara.pievatolo a unipi.it> ha scritto:

> On 10-10-2018 08:44, Alessandro Sarretta wrote:
> > Cari Roberto e Maria Chiara,
> >
> > apprezzo le citazioni e gli spunti di approfondimento, che
> > arricchiscono sempre.
> >
> > Però, sul punto specifico, ritengo invece sbagliato abbandonare dei
> > luoghi di discussione (in questo caso Facebook) che sono parte della
> > realtà, volenti o nolenti, in cui si scambiano opinioni, si possono
> > avere discussioni, si può interagire, dipende da come lo si fa.
>
> Il "come" è pesantemente condizionato dal dispositivo: discutere su
> Facebook significa accettare che (https://stallman.org/facebook.html):
>
> - i propri dati personali siano usati per manipolarti e spiarti
> - un algoritmo proprietario stabilisca che cosa farti vedere e che cosa
> no
> - l'ambiente di discussione sia disegnato in modo da tenerti il più
> possibile agganciato, per spremerti più dati
> - il rozzo sistema dei like promuova le opinioni più estreme e banali
> - i metadati sulla effettiva popolarità della discussione e sul numero
> di utenti veri non siano noti e tu debba credere alla parola di
> un'azienda privata che trae guadagno proprio dal fatto che tu creda sia
> indispensabile discutere proprio lì, perché loro sono "la realtà"
> - le regole della discussione, quanto è censurabile e quanto no, siano
> stabilite dalla stessa azienda privata e non dalla comunità delle
> persone che discute.
>
> Ogni volta che si entra in Fb e si accetta tutto questo, si contribuisce
> al suo successo. Per me stare su Fb è come essere a favore della scienza
> aperta e però pubblicare e fare da revisore per le riviste ad accesso
> chiuso  di Elsevier, perché sono parte della realtà.
>
> > Dire che bisogna spostarsi a discutere da altre parti mi sembra
> > assolutamente ingenuo e inefficace.
>
> L'unico modo per usare FB senza esserne usati è appunto - così per
> esempio fa Roberto Caso - impiegarlo esclusivamente per condividere
> informazioni e invitare chi vuole discuterle a spostarsi con noi
> altrove, mostrando con i fatti che si può conversare più civilmente in
> altri ambienti.
>
>   Tra l'altro AISA (e almeno alcuni
> > membri del direttivo) è presente in Facebook e potrebbe interagire per
> > aumentare l'informazione (e non i pregiudizi) anche lì. Il fatto che
> > non lo si sia fatto, anche in questo contesto specifico, nel quale si
> > è fatta disinformazione e si sono offese persone e ruoli importanti
> > anche in AISA, secondo me è stato ed è sbagliato.
>
> Parlo solo per me e non per AISA: che cosa avrebbe guadagnato la causa
> della scienza aperta dalla trasformazione di uno scontro personale in
> uno scontro istituzionale? Perché dovremmo farci condizionare così da Fb
> da  trasformare un potenziale alleato in un nemico? Fuori da Fb, chi è
> padrone di sé sa apprezzare la differenza fra chi butta i bibliotecari
> dalla finestra e chi fa entrare i ricercatori dalla porta :-)
>
> Dino Risi, dei film di Nanni Moretti, che pure stimava come regista,
> diceva "Spostati, Nanni, che voglio vedere il film". Ecco, anch'io
> preferisco vedere il film: e vorrei anche che la regia di quel film
> fosse di Nanni Moretti, e non di Facebook.
>
> Un saluto,
> MCP
> --
> Maria Chiara Pievatolo
> Dipartimento di Scienze politiche Università di Pisa
> Via Serafini 3 56126 Pisa (Italy)
> +39 050 2212479
> http://btfp.sp.unipi.it https://twitter.com/btfp1
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