[Oa-italia] R: Esito del viaggio in USA di Robert Ian Smits su PlanS

stefano bianco stefano.bianco a lnf.infn.it
Mer 10 Ott 2018 09:16:37 CEST


Cara Elena,  condivido al 100% la tua analisi di Plan-S.
 Aggiungo solamente che, inoltre,  Plan-S per la prima volta si fa
portatore dell'istanza di sganciare la valutazione
 di carriere ed enti dalla bibliometria pura.

 Con tutte le sue limitazioni, e' un'iniziativa concreta, per la prima
volta dalla BOAI.

 Un ultimo commento sul punto che hai acutamente sottolineato:
"Those who were most sceptical of the plan were the learned societies,
Smits said. These organisations rely on income from journal
subscription charges and fear that the loss of revenue caused by a
switch to open access would affect activities such as the organisation
of conferences, he said. "
 Il ROI dal settore delle pubblicazioni scientifiche e' l'unica voce
in attivo dai bilanci delle learned societies (vedi per American
Physical Society l'analisi di Kohls-Mele riportata nel mio
10.15161/oar.it/1510565379.35 ). E la ragione dell'incredibile ROI e'
che nessuno (ci) paga ne' royalties ne' fees per il lavoro di
referee/editor.

 Un abbraccio a presto
stefano



On Tue, 9 Oct 2018 at 23:17, Elena Giglia <elena.giglia a unito.it> wrote:
>
> Cara Rosa,
> è vero che PlanS può essere categorico (è uscito oggi un commento su Le Monde firmato anche da Rentier, https://www.lemonde.fr/sciences/article/2018/10/09/publications-scientifiques-les-pieges-du-plan-s_5366576_1650684.html) ma senza un'azione un po' decisa, se lasciamo fare agli editori, avremo altri 15 anni di "transition" e "hybrid" e - passatemi il francesismo, prese per i fondelli: Robert Ian Smits l'ha spiegato perfettamente a ESOF 2018; https://youtu.be/TYpFNRIEZWo?t=1806 Dura 12 minuti ma fa capire molte cose su PlanS.
> Il green ha avuto il merito di aprire il contenuto, se PlanS diventa globale ha la potenzialità di cambiare l'intero sistema - come chiede OA2020 - perché a) ibrido non accettato b) tetto alle APC SE e solo SE richieste - a oggi le chiedono 3.213 riviste su 12.188 in DOAJ c) gli autori mantengono i diritti e le uniche licenze possibili sono CCBY... sembra poco? Inoltre, non dimentichiamo che la Commissione Europea sta valutando le proposte presentate per l'appalto pubblico sulla Piattaforma di pubblicazione che si è chiuso a giugno. Sarà un modo di pubblicare alternativo ai journals.
> Insomma, a me sembra rivoluzionario, e può essere la leva per smetterla di essere presi in giro dagli editori con il double dipping - con preclari esempi anche in Italia... e come ha risposto Karel Luyben a Elsevier che diceva "non potete chiederci di farlo in due anni": veramente è dal 2003 che ve lo stiamo chiedendo...
> Buona serata
> eg
>
>
> Il giorno mar 9 ott 2018 alle ore 20:28 Maria Cassella <maria.cassella a unito.it> ha scritto:
>>
>> Nel Board di Fair (da con confondere con FAIR data) ci sono University Press anche prestigiose, l'immancabile MPS, la Open Library of Humanities (e notoriamente il problema in area Humanities è meno rilevante che per le discipline STM). L'adesione è su base volontaria.
>> Il caso delle società scientifiche sembra essere diverso. Come sempre non si puo' generalizzare e, soprattutto, non bisogna confondere le diverse iniziative. Il nodo del finanziamento è cruciale. OA2020 sta cercando di dare una risposta sostenibile. ma servono dati sul costo dei big deals, e sulle APCs, serve un forte coinvolgimento politico, una forte volontà di collaborare ed un grande lavoro di coordinamento tra i diversi stakeholders. In Italia siamo un po' indietro su molti di questi aspetti.
>> In tutto questo la Green Road come procede in Italia? IRIS serve alla scienza aperta? Ho scritto alcune riflessioni su questo argomento. Mi piacerebbe venissero fuori un po' di dati aggiornati sulla percentuale di pubblicazioni archiviate. E i social network che continuano a crescere? Di questo non si parla più, almeno in Italia
>> saluti
>> Maria
>>
>> Il giorno mar 9 ott 2018 alle ore 19:30 rosa.maiello <rosa.maiello a uniparthenope.it> ha scritto:
>>>
>>> Sì, ma FAIR non è PlanS, FAIR propone un modello sostenibile (È anche più comprensibile per come è scritto), PlanS può suonare categorico.
>>> Rosa
>>>
>>>
>>>
>>> Inviato da smartphone Samsung Galaxy.
>>>
>>> -------- Messaggio originale --------
>>> Da: Elena Giglia <elena.giglia a unito.it>
>>> Data: 09/10/18 18:37 (GMT+01:00)
>>> A: Lista di discussione su temi relativi all'accesso aperto <oa-italia a openarchives.it>
>>> Oggetto: Re: [Oa-italia] R: Esito del viaggio in USA di Robert Ian Smits su PlanS
>>>
>>> ... per esempio https://www.fairopenaccess.org/ ?
>>> eg
>>>
>>> Il giorno mar 9 ott 2018 alle ore 18:34 Rosa Maiello <rosa.maiello a uniparthenope.it> ha scritto:
>>>>
>>>> Il problema di molte società scientifiche è che la vendita degli abbonamenti è il solo modo per sopravvivere e compiere le loro attività statutarie (inclusa la pubblicazione delle loro riviste) in modo indipendente. Talvolta preferiscono *non* chiedere finanziamenti governativi per non subire condizionamenti. O gli si trova un’alternativa sostenibile economicamente e che ne assicuri l’indipendenza, o non ci si può aspettare che pubblichino ad accesso aperto.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Rosa Maiello
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Da: OA-Italia [mailto:oa-italia-bounces a openarchives.it] Per conto di Elena Giglia
>>>> Inviato: martedì 9 ottobre 2018 17:58
>>>> A: Lista di discussione su temi relativi all'accesso aperto
>>>> Oggetto: [Oa-italia] Esito del viaggio in USA di Robert Ian Smits su PlanS
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Buonasera
>>>>
>>>> le reazioni delel società scientifiche sembrano essere sempre le più scettiche.
>>>>
>>>> https://www.researchresearch.com/news/article/?articleId=1377647
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> e qui si capisce perché
>>>>
>>>> Those who were most sceptical of the plan were the learned societies, Smits said. These organisations rely on income from journal subscription charges and fear that the loss of revenue caused by a switch to open access would affect activities such as the organisation of conferences, he said.
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Il fatto che noi paghiamo miliardi agli editori commerciali sembra non interessare.
>>>>
>>>> Cari saluti
>>>>
>>>> eg
>>>>
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Dr.Stefano Bianco
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