[Oa-italia] Fwd: Indagine sulle competenze del bibliotecario dei dati, scad. 2018-03-13

Leonardo Candela leonardo.candela a isti.cnr.it
Mer 21 Mar 2018 10:08:06 CET


Grazie a tutti per l’interessante discussione. 

Capisco e supporto la posizione di Alessandro, i dati sono una “bestia” di natura diversa rispetto al materiale che di solito viene gestito nelle biblioteche (anche se digitali) … la loro “completa gestione” prevede competenze diverse che variano nell’intero spettro che va da competenze data-specific a competenze data-agnostic. Non esiste e molto probabilmente non esisterà mai IL metadato (o la tecnologia o IL repository) capace di soddisfare qualsiasi esigenza di "data management” al variare della comunità e del tipo di dato. L’aspettativa di avere datasets gestiti secondo le pratiche di una “community of practice” che diventano facilmente fruibili per un’altra “community of practice” pone notevoli sfide.  

La chiave è la multidisciplinarietà e aspettarsi di averla in un unico profilo è una visione quantomeno ottimistica. Questo profilo dovrebbe avere conoscenze che spaziano su vari argomenti e sarà quindi difficile andare in profondità su tutti. Senza considerare la specificità dei datasets … la gestione di dati geo-referenziali è “diversa” dalla gestione di questionari o time-series.  

Insomma, servono profili diversi da combinare in team multidisciplinari in cui ognuno può affrontare il problema guardandolo da “angoli” diversi al fine di trovare una soluzione comune.    

Leo

> On 20 Mar 2018, at 23:39, Alessandro Sarretta <alessandro.sarretta a gmail.com> wrote:
> 
> Grazie per i vari contributi,
> 
> On 12/03/2018 09:51, Maria Cassella wrote:
>> Si tratta di una discussione interessante.
>> Se parliamo di esperti della materia che si dedicano a tempo perso alla data curation direi che è la solita soluzione tampone... formati possono farlo, si. Ma quando? docenti e ricercatori non hanno tempo per farlo. Il data curator è una professione del digitale. Dovrebbe essere riconosciuta negli organici come profilo specializzato all'interno dei profili legati alla digital library. Questo per le biblioteche. Il data curator è trasversale però all'area MAB. Quindi proviene anche dall'area archivistica e da quella museale.
> Io parto da un'esperienza all'interno di un istituto del CNR, nel quale i dati della ricerca li gestiscono direttamente i ricercatori e non esiste un servizio di biblioteca per quanto riguarda i dati.
> Nei vari domini di ricerca ci sono infrastrutture, portali, database di gestione e accesso ai dati spesso molto specialistici e specializzati, con standard e servizi interoperabili che hanno esigenze e regole molto specifiche. Per quanto i dati geografici, cito solamente la Direttiva INSPIRE, con quintali di requirement relativi a metadati, modelli dati, servizi. L'archiviazione in repository come quelli raccolti in https://www.re3data.org/ mi pare sia ancora solamente la parte finale (a cui spesso nemmeno si arriva) di un processo di gestione dei dati che è al di fuori del mondo bibliotecario (questo nella mia esperienza).
> 
> La mia domanda è quanto la data curation in questo ambito è vista più come la gestione della pubblicazione scientifica (nel senso standard di archiviazione) o invece si ragiona in termini più complessivi di gestione (dalla pianificazione dalla raccolta dai dati, alla analisi, metadatazione, pubblicazione interoperabile su web, ecc.).
> 
> Mi incuriosisce comprendere quanto il profilo di data curator si possa avvicinare a quello di molti colleghi (me compreso) che investono parte del proprio tempo in vari di questi passaggi collegati ai dati della ricerca.
> 
> Forse sono due profili complementari che si dovrebbe cercare di connettere maggiormente?
> 
> Ale
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