[Oa-italia] R: lavorare con i pre-print - quanto potrebbero essere diversi dai post-print ?

Maria Chiara Pievatolo mariachiara.pievatolo a unipi.it
Dom 18 Mar 2018 11:48:04 CET


On 18-03-2018 10:39, Elena Giglia wrote:
> Buongiorno
> riposto prima questo perche' non sembra essere partito:
> Aggiungo, perche' lo sto usando per un altro lavoro, questo pensiero di
> Kathleen Fitzpatrick (Planned obsolescence)
> <https://books.google.it/books?id=ESRqtClh9WgC&pg=PA1&hl=it&source=gbs_toc_r&cad=3#v=onepage&q&f=false>,
> a mio avviso ancora piu' importante perche' viene dalle scienze umane e
> sociali:
> 
> Trovo molto bella l'idea sia l'idea di rendere pubblici subito i propri
> testi di rimanere "engaged" con loro anche dopo.

Che è una pratica non nuova, risalente all'età del manoscritto, cioè a 
un'epoca anteriore alla grande divisione fra scienze della natura e 
scienze della cultura, quando i fisici si consideravano ancora filosofi 
naturali.

Ecco un esempio: la presenza di due versioni successive del "Cratilo", 
la seconda delle quali contiene un cambiamento sostanziale, che 
verosimilmente sono entrambe di pugno platonico. Si veda 
http://assets.cambridge.org/052158/4922/sample/0521584922ws.pdf  a 
partire da p. 7.

A presto,
MCP

-- 
Maria Chiara Pievatolo
Dipartimento di Scienze politiche Università di Pisa
Via Serafini 3 56126 Pisa (Italy)
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