[Oa-italia] R: lavorare con i pre-print - quanto potrebbero essere diversi dai post-print ?

stefano bianco stefano.bianco a lnf.infn.it
Dom 18 Mar 2018 10:19:28 CET


Cara Elena e tutti e tutte, mentre condivido che il vero problema sia nella
definizione e validità' universale della peer review, vi informo che la
fenomenologia del "preprint vs published" e' del tutto varia e dipende
dalle comunità'. Nella mia (fisica),  dove si usa quasi universalmente
arXiv come subject repository, e' abitudine (almeno di noi più' attenti
alle tematiche OA) di :
   1) postare il preprint su arXiv
   2) attendere un primo giro di email con i commenti da colleghi
   3) inviare a rivista con solito iter
   4) effettuare le modifiche al contenuto del preprint secondo la peer
review e il typesetting
   5) aggiornare il preprint su arXiv che quindi contiene lo stesso
contenuto dell'articolo pubblicato (non ovviamente la veste grafica che e'
proprietaria del publisher)

 Chi segue l'algoritmo 1-5 fornira' alla comunità' un contenuto identico
alla versione peer reviewed. Nessun publisher a quanto ne so ha mai
protestato (probabilmente  solo perché' non ha le forze per fare un
controllo sistematico, e perché' e' consapevole delle usanze OA del
settore).

 HTH,

 carissimi saluti
 stefano



2018-03-16 9:11 GMT+01:00 Giovanni Salucci <salucci a gmail.com>:

> Buongiorno
>
>
>
> lo studio  originale alla base dell'articolo suggerito da Elena Giglia
>
> è oggetto di controversia e ritenuto da alcuni del tutto inaffidabile: si
> veda ad esempio
>
> https://scholarlykitchen.sspnet.org/2018/03/15/a-comment-on-klein-et-als-
> comparing-articles-to-preprints/
>
>
>
> tornando alla questione dei preprint, credo che alla base di tanti
> fraintendimenti ci sia una mutazione in atto
>
> nel concetto stesso di pre-print, come già introdotto da Paola Galimberti
>
> e da Elena Giglia in alcuni  interventi precedenti in questa stessa
> discussione.
>
>
>
> Si intende per preprint la versione originale (cioè quella dell'autore) di
> un articolo
>
> inviato ad una rivista per la valutazione?
>
> oppure
>
> si intende per preprint la versione "non editoriale" di un articolo, ma
> che già
>
> è stata sottoposta a peer review e quindi del tutto equivalente alla
> versione che poi sarà pubblicata,
>
> al netto di interventi editoriali?
>
> Oppure
>
> Si intende per preprint la pubblicazione in anteprima di un contributo
> scientifico
>
> che l'autore fa per ottenere commenti e pareri, senza che questa si astata
> ancora inviata a nessuna rivista?
>
> Oppure
>
> Si intende per preprint già la versione pubblicata di un articolo nel
> modello "post peer review"
>
> e quindi in attesa di essere sottoposto alla peer review?
>
> Oppure.....
>
>
>
> E' evidente che molta della confusione è generata dai diversi preprint
> server
>
> che esistono (e che stanno sorgendo) ognuno con "proprietari",  modelli
> economici,
>
> criteri di ammissione e regole di gestione molto differenti da caso a caso
>
>
>
> In tutti i casi, ritengo che la battaglia sia a livello di Peer-Review,
> cioè
>
> se davvero si possa continuare a considerare il modello attuale
>
> come unico modello affidabile per garantire la scientificità degli
> articoli.
>
>
>
>
>
>
>
>
>
> *Da:* OA-Italia [mailto:oa-italia-bounces a openarchives.it] *Per conto di *Elena
> Giglia
> *Inviato:* mercoledì 14 marzo 2018 18:18
> *A:* Maria Chiara Pievatolo; Lista di discussione su temi relativi
> all'accesso aperto
> *Oggetto:* Re: [Oa-italia] lavorare con i pre-print - quanto potrebbero
> essere diversi dai post-print ?
>
>
>
> Ecco un altro contributo sul tema pre-postprint come output tradizionali,
> che credo riprenda gli articoli gia' citati (ma ho letto troppo
> velocemente)...
>
> mi piaceva la conclusione
> " What the research shows is that when it comes to academic publishing, as
> in many other spheres, all that glitters is not gold: humble preprints turn
> out to be almost identical to the articles later published in big-name
> journals, but available sooner, and much more cheaply"
> Glynn Moody, Techdirt 14 March 2018
> Research Shows That Published Versions Of Papers In Costly Academic Titles
> Add Almost Nothing To The Freely-Available Preprints They Are Based On
> <https://www.techdirt.com/articles/20180308/03225939387/research-shows-that-published-versions-papers-costly-academic-titles-add-almost-nothing-to-freely-available-preprints-they-are.shtml>
>
> Buona serata
>
>
>
> Il giorno 7 marzo 2018 17:53, Maria Chiara Pievatolo <
> mariachiara.pievatolo a unipi.it> ha scritto:
>
> On 07-03-2018 14:02, Paola Galimberti wrote:
>
> In questo senso anche il termine pre-print non funziona più.
> pre-print presuppone che ci sia un post-print.
> Mentre nella infrastruttura descritta da Brembs le pubblicazioni sono un
> qualcosa in divenire che appaiono in diverse versioni successive che
> dipendono dal punto in cui la conversazione con la comunità scientifica
> (open peer review) è giunto.
>
>
> La stampa (*), in passato, e la valutazione di stato, adesso, ci hanno
> abituato a lavorare con *prodotti* cristallizzati una volta *licenziati*
> per le stampe.  Come scriveva anche Guédon nel testo da me segnalato nel
> messaggio precedente, in rete non abbiamo nessun bisogno di imitarla, e
> possiamo ritornare ai *processi*, come nell'età della cultura manoscritta (
> http://bfp.sp.unipi.it/chiara/lm/aib_2005.html#quicksand) - disponendo,
> fra l'altro, di strumenti di versioning assai più efficienti di quelli
> degli antichi filologi, che dovevano spostarsi fisicamente di biblioteca in
> biblioteca.
>
> Si veda per esempio H. van der Sompel, Scholarly Communication:
> Deconstruct & Decentralize? https://www.youtube.com/watch?v=o4nUe-6Ln-8
>
> Un saluto,
> MCP
>
> (*)  O, meglio,  la stampa come si è attestata nella storia contemporanea.
>
>
> --
> Maria Chiara Pievatolo
> Dipartimento di Scienze politiche Università di Pisa
> Via Serafini 3 56126 Pisa (Italy)
> +39 050 2212479
> http://btfp.sp.unipi.it https://twitter.com/btfp1
> https://twitter.com/MCPievatolo
> https://people.unipi.it/mariachiara_pievatolo/
>
>
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