[Oa-italia] R: lavorare con i pre-print - quanto potrebbero essere diversi dai post-print ?

Elena Giglia elena.giglia a gmail.com
Dom 18 Mar 2018 10:11:49 CET


Aggiungo, perche' lo sto usando per un altro lavoro, questo pensiero di
Kathleen Fitzpatrick (Planned obsolescence)
<https://books.google.it/books?id=ESRqtClh9WgC&pg=PA1&hl=it&source=gbs_toc_r&cad=3#v=onepage&q&f=false>,
a mio avviso ancora piu' importante perche' viene dalle scienze umane e
sociali:

Trovo molto bella l'idea sia l'idea di rendere pubblici subito i propri
testi di rimanere "engaged" con loro anche dopo.
Buona domenica
eg

Il giorno 18 marzo 2018 07:02, Paola Galimberti <paola.galimberti a unimi.it>
ha scritto:

> Credo che la confusione nasca dal fatto che le modalità di circolazione
> delle ricerche e la loro validazione stanno cambiando anche molto
> rapidamente. Non si passa da un modello all'altro ma da un modello a molti
> possibili.
> Le esigenze sono tante e diverse (a volte anche contrapposte)
> C'è la esigenza di pubblicare presto senza attendere i tempi editoriali ma
> anche di autoregolamentazione e di trasparenza nei meccanismi di
> validazione e c'è una esigenza di riproducibilità riconducibile alle
> questioni di integrità della ricerca.
> Direi che dobbiamo prenderne atto e osservare con attenzione. Difficile
> dire, allo stato attuale, se ci sarà una modalità che si afferma sulle
> altre.
> Molto dipenderà anche da quanto chi si occupa di valutazione saprà
> cogliere il cambiamento e considerarlo. Qualcuno se ne è già accorto,
> almeno in UK, dove molti atenei si pongono il problema di premiare
> comportamenti che vadano nel senso della apertura. Anche questo un
> cambiamento interessante da osservare...
> Un saluto
> Paola
>
> Il sab 17 mar 2018, 17:56 Giovanni Salucci <salucci a gmail.com> ha scritto:
>
>> Buongiorno
>>
>>
>>
>> lo studio  originale alla base dell'articolo suggerito da Elena Giglia
>>
>> è oggetto di controversia e ritenuto da alcuni del tutto inaffidabile: si
>> veda ad esempio
>>
>> https://scholarlykitchen.sspnet.org/2018/03/15/a-comment-on-
>> klein-et-als-comparing-articles-to-preprints/
>>
>>
>>
>> tornando alla questione dei preprint, credo che alla base di tanti
>> fraintendimenti ci sia una mutazione in atto
>>
>> nel concetto stesso di pre-print, come già introdotto da Paola Galimberti
>>
>> e da Elena Giglia in alcuni  interventi precedenti in questa stessa
>> discussione.
>>
>>
>>
>> Si intende per preprint la versione originale (cioè quella dell'autore)
>> di un articolo
>>
>> inviato ad una rivista per la valutazione?
>>
>> oppure
>>
>> si intende per preprint la versione "non editoriale" di un articolo, ma
>> che già
>>
>> è stata sottoposta a peer review e quindi del tutto equivalente alla
>> versione che poi sarà pubblicata,
>>
>> al netto di interventi editoriali?
>>
>> Oppure
>>
>> Si intende per preprint la pubblicazione in anteprima di un contributo
>> scientifico
>>
>> che l'autore fa per ottenere commenti e pareri, senza che questa si
>> astata ancora inviata a nessuna rivista?
>>
>> Oppure
>>
>> Si intende per preprint già la versione pubblicata di un articolo nel
>> modello "post peer review"
>>
>> e quindi in attesa di essere sottoposto alla peer review?
>>
>> Oppure.....
>>
>>
>>
>> E' evidente che molta della confusione è generata dai diversi preprint
>> server
>>
>> che esistono (e che stanno sorgendo) ognuno con "proprietari",  modelli
>> economici,
>>
>> criteri di ammissione e regole di gestione molto differenti da caso a caso
>>
>>
>>
>> In tutti i casi, ritengo che la battaglia sia a livello di Peer-Review,
>> cioè
>>
>> se davvero si possa continuare a considerare il modello attuale
>>
>> come unico modello affidabile per garantire la scientificità degli
>> articoli.
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>> *Da:* OA-Italia [mailto:oa-italia-bounces a openarchives.it] *Per conto di
>> *Elena Giglia
>> *Inviato:* mercoledì 14 marzo 2018 18:18
>> *A:* Maria Chiara Pievatolo; Lista di discussione su temi relativi
>> all'accesso aperto
>> *Oggetto:* Re: [Oa-italia] lavorare con i pre-print - quanto potrebbero
>> essere diversi dai post-print ?
>>
>>
>>
>> Ecco un altro contributo sul tema pre-postprint come output tradizionali,
>> che credo riprenda gli articoli gia' citati (ma ho letto troppo
>> velocemente)...
>>
>> mi piaceva la conclusione
>> " What the research shows is that when it comes to academic publishing,
>> as in many other spheres, all that glitters is not gold: humble preprints
>> turn out to be almost identical to the articles later published in big-name
>> journals, but available sooner, and much more cheaply"
>> Glynn Moody, Techdirt 14 March 2018
>> Research Shows That Published Versions Of Papers In Costly Academic
>> Titles Add Almost Nothing To The Freely-Available Preprints They Are Based
>> On
>> <https://www.techdirt.com/articles/20180308/03225939387/research-shows-that-published-versions-papers-costly-academic-titles-add-almost-nothing-to-freely-available-preprints-they-are.shtml>
>>
>> Buona serata
>>
>>
>>
>> Il giorno 7 marzo 2018 17:53, Maria Chiara Pievatolo <
>> mariachiara.pievatolo a unipi.it> ha scritto:
>>
>> On 07-03-2018 14:02, Paola Galimberti wrote:
>>
>> In questo senso anche il termine pre-print non funziona più.
>> pre-print presuppone che ci sia un post-print.
>> Mentre nella infrastruttura descritta da Brembs le pubblicazioni sono un
>> qualcosa in divenire che appaiono in diverse versioni successive che
>> dipendono dal punto in cui la conversazione con la comunità scientifica
>> (open peer review) è giunto.
>>
>>
>> La stampa (*), in passato, e la valutazione di stato, adesso, ci hanno
>> abituato a lavorare con *prodotti* cristallizzati una volta *licenziati*
>> per le stampe.  Come scriveva anche Guédon nel testo da me segnalato nel
>> messaggio precedente, in rete non abbiamo nessun bisogno di imitarla, e
>> possiamo ritornare ai *processi*, come nell'età della cultura manoscritta (
>> http://bfp.sp.unipi.it/chiara/lm/aib_2005.html#quicksand) - disponendo,
>> fra l'altro, di strumenti di versioning assai più efficienti di quelli
>> degli antichi filologi, che dovevano spostarsi fisicamente di biblioteca in
>> biblioteca.
>>
>> Si veda per esempio H. van der Sompel, Scholarly Communication:
>> Deconstruct & Decentralize? https://www.youtube.com/watch?v=o4nUe-6Ln-8
>>
>> Un saluto,
>> MCP
>>
>> (*)  O, meglio,  la stampa come si è attestata nella storia contemporanea.
>>
>>
>> --
>> Maria Chiara Pievatolo
>> Dipartimento di Scienze politiche Università di Pisa
>> Via Serafini 3 56126 Pisa (Italy)
>> +39 050 2212479
>> http://btfp.sp.unipi.it https://twitter.com/btfp1
>> https://twitter.com/MCPievatolo
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>>
>>
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>>
>>
>>
>>
>> --
>>
>> dr. Elena Giglia
>> Unità di progetto Open Access
>> Direzione Ricerca e Terza Missione
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