[Oa-italia] Quanto manca la formazione Open access

stefano bianco stefano.bianco a lnf.infn.it
Gio 11 Maggio 2017 14:17:05 CEST


Ho seguito con grande interesse la discussione iniziata da Elena e
sono sorpreso che non crescano le citazioni dopo aver
 depositato sull'IR. Nel mio settore ci sono studi che dimostrano
proprio il contrario,
 le citazioni di articoli solo journals e journals+repositories sono
drammaticamente in favore della seconda
 tipologia vedi ad esempio :
Citing and Reading Behaviours in High-Energy Physics. How a Community
Stopped Worrying about Journals and Learned to Love Repositories
Anne Gentil-Beccot, Salvatore Mele (CERN), Travis C. Brooks (SLAC).
Aug 2009. 12 pp.
Published in Scientometrics 84 (2010) 345
SLAC-PUB-13693, CERN-OPEN-2009-007
DOI: 10.1007/s11192-009-0111-1

 cordialmente

 stefano

2017-05-11 12:38 GMT+02:00 Elena Giglia <elena.giglia a unito.it>:
> Cari tutti,
> grazie MChiara per la consueta chiarezza.
> B e' l'unica soluzione verso la Open Science.
> In UniTo e' successo esattamente cio' che descrive MChiara nel postscriptum.
> Non sono molto cresciute le citazioni, quindi la domanda che mi fanno adesso
> e' "ma serve?" [sorvoliamo sul fatto che ho sempre detto che se l'articolo
> non vale, non c'e' Open acecss che tenga].
> Serve la formazione, a tutti i livelli, come sottolinea anche Roberto nella
> sua risposta.
> eg
>
>
> Il giorno 10 maggio 2017 19:59, Maria Chiara Pievatolo
> <mariachiara.pievatolo a unipi.it> ha scritto:
>>
>> Salve a tutti.
>>
>> Trovandomi dalla parte dei docenti, vi dico che - come già sapete - il
>> collegamento a VQR e ANVUR ha trasformato, agli occhi di molti, quello
>> che restava dell'uso pubblico della ragione in un obbligo burocratico
>> odioso, il cui senso, tutt'al più, è aumentare un po' il numero delle
>> proprie citazioni.
>>
>> Ecco una frase che ho sentito di recente: "Prima c'era il publish or
>> perish, ora c'è l'open access". Non ci crederete, ma chi l'ha
>> pronunciata intendeva, in buona fede ed essendo tutt'altro che quisque
>> de populo, promuovere l'uso di IRIS.
>>
>> È meglio costringere o no? A me sembra che ciascuna delle due vie si
>> integri in tipi di progetti diversi, che qui riassumo, per brevità ed
>> estremismo, in due:
>>
>> A. Se ci interessa solo riempire IRIS, la soluzione più semplice è
>> costringere. I ricercatori italiani sono oggetto di molti oneri
>> burocratici, a cui si sottomettono senza neppure protestare troppo;
>> aggiungerne uno, e a fin di bene, non costa nulla. Poi, però, non ci si
>> deve né indignare né stupire se dei ricercatori tenuti in una condizione
>> di minorità accuratamente coltivata reagiscono mugugnando infantilmente
>> su Facebook.
>>
>> B. L'altra soluzione, che avrebbe come effetto collaterale ricercatori
>> che non vanno frignando sui media sociali proprietari, è infinitamente
>> più difficile. Si deve infatti spiegare che l'accesso aperto è il primo
>> passo di un uso pubblico della ragione che insegni a leggere di nuovo i
>> testi invece di praticare il culto feticistico della collocazione
>> editoriale, e a trattare i dati come dati di discussione e non come
>> segreti alchemici. Non a caso il primo punto della  Amsterdam Call for
>> Action for Open Science, già segnalata da Elena Giglia, è proprio il
>> nostro convitato di pietra:  *change assessment, evaluation, and reward
>> systems in science*.
>>
>> A e B sono gli estremi di un segmento che comprende una serie di
>> politiche possibili, più o meno lontane dall'uno o dall'altro, che
>> lascio immaginare a chi è più esperto di me (le rivoluzioni copernicane
>> sono astronomicamente affascinanti, ma politicamente bisogna anche
>> farle...). Purtroppo, però, visto che il senso dell'OA sub A) è molto
>> diverso da quello sub B), anche la formazione all'OA andrebbe pensata
>> diversamente a seconda che si sia più vicini ad A o a B: se l'OA è un
>> onere burocratico che ti impone l'ateneo per massimizzare le citazioni e
>> spuntare buone valutazioni, sarebbe addirittura controproducente
>> insegnarlo come se fosse l'OA di tipo B (*), e - naturalmente -
>> viceversa.
>>
>> Non scrivo, naturalmente, queste cose per i bibliotecari, che sanno
>> molto e possono poco, ma pensando a chi sa di meno ma potrebbe di più.
>>
>> A presto,
>> MCP
>>
>>
>> (*) Che succede se scopri che, nonostante l'OA, continuano a citarti
>> poco? Non è un problema se sei un ricercatore convinto secondo la
>> visione sub B); lo è invece se sei un ricercatore persuaso secondo la
>> visione sub A)...
>>
>>
>>
>>
>> --
>> Maria Chiara Pievatolo
>> Dipartimento di Scienze politiche Università di Pisa
>> Via Serafini 3 56126 Pisa (Italy)
>> +39 050 2212479
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