[Oa-italia] Dimissioni dal Comitato tecnico scientifico per le biblioteche e gli istituti culturali e dal Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici

Rosa Maiello rosa_maiello a virgilio.it
Sab 28 Maggio 2016 16:05:27 CEST


Caro Mauro
ho mandato un messaggio in  AIB-CUR per comunicare la notizia ed esprimere
un commento che mi permetto di riportare anche qui di seguito, rinnovandoti
un sentito ringraziamento
Cari saluti
Rosa

" [...]

Ci vuole coraggio a dimettersi da un incarico governativo e credo che
dobbiamo ringraziare Solimine, Guerrini, Bellingeri e Matthiae che, con il
loro gesto, richiamano tutti noi, ciascuno per la propria parte, ai doveri
di onestà intellettuale e fedeltà all'etica professionale nello svolgimento
del proprio lavoro. 

Tornando al merito della questione, pare che, anche voler mantenere il
bilancino, ossia tenendo conto del fabbisogno di organico così come
pianificato nell'attuale assetto ministeriale, i funzionari bibliotecari da
reclutare sarebbero stati almeno una decina in più rispetto ai 25 previsti.
Tuttavia, è la tendenza generale alla dismissione di un intero settore che
preoccupa e, in proposito, mi limito ad aggiungere un dato strutturale,
tratto da un comunicato della CGIL Funzione Pubblica di ieri, 27 maggio
2016: dopo l'ultima riforma del MiBACT determinata dalla Spending Review, "i
funzionari bibliotecari hanno perso circa il 45% dei posti previsti
nell'organico del 1997, quindi il doppio dei tagli operati dalle varie
manovre dal 1997 ad oggi".

In queste condizioni, si ha un bel dire che i bibliotecari devono essere
preparatissimi, innovativi, propositivi e aperti: certo che dobbiamo
esserlo! La biblioteca è un'organizzazione complessa, mica puoi metterla in
mano al primo che passa. Posto però che i bibliotecari sono lavoratori al
pari degli altri, non è che si possa pretendere dal bibliotecario medio di
essere infiammato da eroico furore e di esserlo sempre, inossidabilmente e a
dispetto delle circostanze. il clima organizzativo che servirebbe per
stimolare innovazione, propositività e apertura (in tutte le accezioni
possibili della parola "apertura", che è tra le più belle del nostro
vocabolario) è l'opposto di un clima di declino pianificato quale quello in
cui spesso i bibliotecari operano - in massima parte anziani, diminuiscono
di anno in anno, i carichi di lavoro aumentano perché quello che prima
facevano in 10, ora dovrebbero farlo in 2, e fatti bersaglio delle (spesso
giuste) proteste degli utenti. 

Ora, non so se e quanto nella fattispecie sia intenzionale, ma il meccanismo
del declino pianificato è esattamente questo: togli risorse a un servizio
pubblico, non investire sulla sua qualificazione ecc., fallo funzionare al
minimo e senza ricambio generazionale, senza innestare energie fresche, fai
in modo che sia insufficiente e inadeguato ai bisogni degli utenti affinché
protestino o non ne percepiscano l'utilità e infine - avendo raggiunto il
necessario consenso sociale - chiudilo o privatizzalo archiviando la
questione sotto la voce "Economie di scala". 

Di fatto, mentre tra noi continuiamo a litigare a colpi di citazioni
autorevoli sull'accezione biblioteconomica e su quella normativa
dell'aggettivo "pubblica", o sulla prevalenza del "servizio" o della
"collezione", o su come debbano essere fatte le scuole di Biblioteconomia e
i corsi di aggiornamento professionale, altri cominciano a pensare che è
proprio l'oggetto di questi esercizi, la*Biblioteca*, un concetto desueto,
un nome dato nel passato a istituti destinati alla scomparsa (tanto c'è
Google, ci sono le banche dati online ecc.). 

Dove rintracciare elementi di ottimismo (e conseguente motivazione
all'impegno, nostro e delle nuove generazioni, compresi i giovanissimi che
oggi scelgono di studiare per diventare bibliotecari)? Solo nella storia,
provando a osservare l'epoca presente da una certa distanza, come se la cosa
non ci riguardasse come cittadini, prima ancora che come addetti ai lavori
(alla Totò: "tanto, mica so' Pasquale"). 
Le biblioteche oggi, nel loro insieme e indipendentemente dall'appartenenza
istituzionale e destinazione d'uso, fanno una cosa che solo le biblioteche
possono fare: attuano o dovrebbero attuare il principio per cui tutto ciò
che è pubblicato e veicola informazioni deve essere concretamente
utilizzabile dal pubblico, oggi e in futuro, contribuendo così a promuovere
"lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica" e la libertà
di "manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e
ogni altro mezzo di diffusione", ad assicurare "la tutela del patrimonio
storico" e a rimuovere "gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il
pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". 
Sebbene tali principi vengano spesso ignorati dalle politiche culturali
contingenti e da amministrazioni distratte, le biblioteche, sempre nel loro
insieme, sono riuscite a cooperare e a porre in essere processi che, dal
basso e senza neppure robusti supporti normativi (come osservava Fausto Rosa
in un contributo pubblicato su AIB Studi nel 2012, il Servizio sanitario
nazionale non esisterebbe senza leggi, ed auspicava leggi apposite anche per
il Servizio bibliotecario nazionale),  hanno permesso di offrire servizi
incomparabili (incomparabilmente più *aperti*) con quelli di tutti gli altri
settori pubblici; andando ancora più lontano, vale poi ricordare che le
biblioteche sono nate prima della Costituzione italiana, prima delle Carte
internazionali dei diritti, prima della nascita dell'editoria, prima di
istituzioni come i Comuni, gli Stati, le Università e hanno continuato a
esistere e a trasformarsi sopravvivendo a qualunque latitudine alla
scomparsa di intere civiltà, di cui offrono testimonianza. Sono quindi
un'entità tenace, resistente e molto più flessibile e aperta al cambiamento
di qualsiasi altra istituzione e, a dispetto delle apparenze e delle
contingenze, probabilmente perdureranno  finché esisterà memoria registrata
e un giorno narreranno ai posteri la storia di Google quando anche Google
sarà un vago ricordo. 

Saluti a tutti

Rosa Maiello
rosa_maiello a virgilio.it"""




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Message: 1
Date: Sat, 28 May 2016 11:30:39 +0200
From: Mauro Guerrini <mauro.guerrini a unifi.it>
Subject: [Oa-italia] Dimissioni dal Comitato tecnico scientifico per
	le biblioteche e gli istituti culturali e dal Consiglio superiore
dei
	beni culturali e paesaggistici
To: "Lista di discussione su temi relativi all'accesso aperto"
	<oa-italia a openarchives.it>
Message-ID: <d2aa420d-9362-4681-9331-35b4e20bf037 a unifi.it>
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Il 26 maggio 2016 alle ore 14:29 ho inviato all'on. Ministro per i beni e le
attività culturali e del turismo Dario Franceschini e p.c. al Presidente del
consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici Giuliano Volpe la
lettera di dimissioni dell'intero Comitato tecnico scientifico per le
biblioteche e gli istituti culturali

Prof. Mauro Guerrini, presidente

Dr. Luca Bellingeri, vicepresidente

Prof. Paolo Matthiae, membro

Prof. Gino Roncaglia, membro

Il Comitato ha voluto così esprimere il proprio sconcerto e il profondo
disagio per quanto previsto dal Bando di concorso per funzionari
bibliotecari pubblicato il 25 maggio 2016 sul sito del MiBACT, in base al
quale, nell?ambito del concorso per l?assunzione di 500 nuovi funzionari, è
stato previsto il reclutamento di 25 (venticinque) unità da inquadrare nel
profilo di funzionario bibliotecario, ovvero il 5 % del totale dei posti.

La lettera di dimissioni è stata deliberatamente comcepita in modo tecnico,
secondo le finalità del nostro Comitato. Essa ha pertanto richiamato la
consapevolezza dei vincoli imposti alla procedura di reclutamento, che
doveva necessariamente tenere conto delle tabelle organiche approvate con
d.m. 6 agosto 2015. Tale scelta, tuttavia, oltre a non tener in alcun conto
le nuove competenze ed esigenze funzionali derivanti dall?approvazione della
Legge n. 125/2015, la quale ha nuovamente attribuito allo Stato le funzioni
in materia di tutela di beni librari di proprietà non statale, e dal
successivo d.m. 23 gennaio 2016, che ha trasformato le Soprintendenze
archivistiche in Soprintendenze archivistiche e bibliografiche, non sembra
rispettare nemmeno gli scollamenti fra quanto previsto dalle nuove dotazioni
organiche (che si sono limitate a ?fotografare? la situazione esistente,
prescindendo dai reali fabbisogni degli istituti) e il personale in
effettivo servizio nei ruoli di bibliotecario, in base ai quali il
reclutamento (ragionando con i criteri del medesimo Ministero) avrebbe
dovuto riguardare almeno una decina di unità in più delle 25 previste.

In questa situazione, mentre da un lato appare in serio pericolo l?effettivo
esercizio da parte dello Stato delle funzioni di tutela sui beni librari, lo
stesso futuro di molte tra le principali biblioteche del nostro Paese
risulta irrimediabilmente compromesso e fortemente pregiudicata la
possibilità per esse di continuare a poter svolgere un adeguato servizio al
pubblico e a favore dell?intera comunità nazionale. 
Basti pensare che nelle sole regioni di Lazio e Toscana, dove è concentrato
il più alto numero di biblioteche pubbliche statali, comprese le due
Biblioteche Nazionali Centrali, chiamate a garantire l?erogazione dei
servizi bibliografici nazionali, la carenza in organico di figure di
funzionario bibliotecario ammonta a 37 unità, a fronte delle 15 per le quali
è prevista l?assunzione.

Nella convinzione di non poter condividere tali scelte e della sostanziale
inutilità dello sforzo fin qui intrapreso a favore delle nostre più
importanti e significative biblioteche, anche con l?elaborazione di
specifiche proposte di intervento che non possono prescindere dal ricorso a
un adeguato personale tecnico scientifico, ci siamo dimessi, seppur con
rammarico e dispiacere, non ritenendo in una tale situazione di poter più
fornire alcun utile contributo al futuro delle nostre biblioteche statali.

Con le dimissioni, il Presidente decade da membro del Consiglio superiore
dei beni culturali e paesaggistici (con diritto di voto) e il Vicepresidente
non potrà più partecipare al Consiglio.

Giovanni Solimine, membro del Consiglio di nomina del Ministro Franceschini,
ha inviato una lettera di dimissioni più politica, che condivido pienamente.
Nel periodo di presidenza del Comitato tecnico scientifico per le
biblioteche e gli istituti culturali ho avuto modo di lavorare in piena
sintonia con tutti i membri, in particolare con il Vicepresidente (ho avuto
conferma della sua grande competenza professionale) e con Rossana Rummo,
direttore generale beni librari e istituti culturali, dirigente intelligente
e capace che ha introdotto un modo funzionale di concepire il suo mandato.
Ringrazio il prof. Giuliano Volpe e tutti i membri del Consiglio
superiore: abbiamo lavorato in concordia, seppure con scarso peso sulle
decisioni ministeriali.

Faccio proprie le parole del collega e amico Giovanni Solimine, che, nella
sua lettera inviata ai soci della SISBB scrive che le dimissioni arrivano
alla fine di un percorso in cui si è preso atto della "sostanziale inutilità
della presenza" di consulenti in organismi ministeriali, se i loro pareri
non sono mai stati presi in considerazione.
Il presidente Volpe ha risposto alle lettera di dimissioni pregandoci di
ritirarla. Siamo consapevoli che occorra presidiare il campo, ma siamo
ugualmente decisi a operare per un rinnovamente delle politiche ministeriali
nel mondo del libro, delle biblioteche, dei servizi bibliografici ai
cittadini e ai ricercatori professionali, più volte dichiarate, ma al
momento non realizzate e certamente mai realizzate, se il Ministero non
doterà le biblioteche di personale qualificato.

L'uscita del bando ci ha costretti a battere un colpo e un colpo forte.

Da più parti si assiste a un attacco alle biblioteche considerate inutili,
retaggio di un passato sepolto. Un passo decisivo in questa direzizone è non
alimentarle con finanziamenti e con personale qualificato; moriranno come un
lumicino.
Ciò significherebbe la morte collaterale di molti, compresi coloro che
dovrebbero preparare un personale culturalmente e tecnicamente competente
che non sarà mai accolto nelle strutture.

Al momento prevale la deluzione per l'assoluta incomprensione del valore
delle biblioteche perfino in un ministero che dovrebe occuparsi di "beni
culturali", un settore, quello delle biblioteche e dei servizi
bibliografici, invece ben valorizzato in altri paesi, considerato strategico
per lo sviluppo del libero pensiero dei cittadini, quindi "strumento della
democrazia".

Cordiali saluti,
mauro guerrini

--
Prof. Mauro Guerrini
Università di Firenze
Full Professor of LIS, Library and Information Science Professore ordinario
di Biblioteconomia Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e
Spettacolo (SAGAS) Via San Gallo 10
50129 Firenze - Italia

mauro.guerrini a unifi.it

http://www.unifi.it/p-doc2-2012-200007-G-3f2a3d31382a28.html

Presidente del Comitato tecnico scientifico per le biblioteche e gli
istituti culturali Membro del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e
Paesaggistici Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo

http://it.wikipedia.org/wiki/Mauro_Guerrini

JLIS.it : Italian Journal of Library, Archives, and Information Science =
rivista italiana di biblioteconomia, archivistica e scienza
dell'informazione:www.jlis.it

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Fine di Digest di OA-Italia, Volume 116, Numero 13
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