[Oa-italia] Il meglio dell'Open Access 2010 (secondo Peter Suber)

Maria Cassella maria.cassella a unito.it
Ven 7 Gen 2011 10:09:07 CET


Andrea Capaccioni ha scritto:
> Vorrei inserirmi nella discussione proponendo alcuni (modesti) spunti:
>
>
>
> 3) OA(dvocacy): andrebbero riviste le strategie di promozione. Bisogna
> coinvolgere il CUN nelle tematiche OA e valutare se e come il
> Ministero dell'Università (come in altre nazioni) possa giocare un
> ruolo (magari) di supporto.
>   
Il ministero deve giocare un ruolo di supporto, anche i parlamentari, 
bisognerebbe arrivare a quelli piu' aperti i pochi che si interessano di 
cultura. Il CUN secondo me' un po' lontano da queste tematiche mi pare o 
sbaglio? La CRUI e' la sede piu' naturale ma il problema e' che questa 
commissione biblioteche a me sembra abbia un ruolo poco consistente e le 
sue decisioni abbiano scarso impatto sulle politiche delle università 
per le biblioteche. Sara' anche questa un'impressione sbagliata, almeno 
spero che lo sia. Con cio' non voglio dire che il lavoro del Gruppo OA 
CRUI non sia stato importante anzi, è stato prezioso, ma resta spvente 
confinato al mondo delle biblioteche i docenti e i rettori sanno poco o 
niente dell'OA.
> 4) OA e Cris: promuovere l'integrazione tra gli archivi istituzionali
> (e disciplinari) e quelli che in Italia chiamiamo anagrafi della
> ricerca. Sono due repository, hanno due funzioni diverse (e tale
> diversità deve rimanere), ma possono convivere. Tale convivenza
> potrebbe a) promuovere la conoscenza dell'OA ; b) rendere sostenibile
> l'IR.
>   
su questo punto mi sembra arrivato il momento di rendersi conto che nei prossimi anni le università avranno serie difficoltà a gestire due archivi che hanno si funzioni diverse, ma queste funzioni possono integrasi in un unico archivio con risparmi di gestione per le università. Meglio rassegnarsi a questa idea e lavorare perche' le anagrafi servano da base per l'accesso aperto, che poi potrebbe anche essere un'occasione per essere piu' visibili nell'ateneo, per trovare nuovi interlocutori, sinergie di tipo diverso (nuclei di valutazione, area ricerca ecc.) e perfino finanziamenti. In fondo non e' stato piu' volte detto che un problema degli IR era fino a ieri quello di essere stati gestiti in modo prevalente dai sistemi bibliotecari? Per me ci sono enormi opportunità a farli uscire da quel confine come diceva anche Antonella de Robbio un anno fa alla giornata nazionale sull'OA a Roma.
cari saluti
mc




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