[Oa-italia] IFLA journal e CCQ

Susanna Mornati mornati a cilea.it
Dom 15 Nov 2009 21:29:44 CET


Grazie Mauro per la riflessione (ma questi articoli sono open access?). 

Aggiungo che un altro problema legato alla catalogazione inizia ad
affliggere gli IR: il versioning, e la migrazione degli autori da
un'istituzione all'altra con tutto il loro bagaglio di e-prints (che
naturalmente vogliono riversare nel nuovo IR, creando doppioni). L'aspetto
archivistico diventa biblioteconomico. 

Poco tempo fa c'è stata una bella discussione su questi argomenti sulla
lista JISC-REPOSITORIES: 
http://www.jiscmail.ac.uk/archives/jisc-repositories.html

Tutto sommato questo mi fa pensare che gli IR diventano maturi: da
"giovani" non avevano questi problemi :-)
Ora la quantita' di contributi e' rilevante e anche l'identificazione di
autori e lavori non e' banale. 

Saluti, 
Susanna Mornati


On Sun, 15 Nov 2009 20:49:21 +0100, Mauro Guerrini
<guerrini.mauro a fastwebnet.it> wrote:
> Sono apparsi due contributi importanti sugli IR:
> 
> 1) ultimo fascicolo di IFLA journal, vol. 35, no. 3 (Oct. 2009), p. 
> 243-257: MOHAMMAD HANIEF BHAT, Open access repositories in computer 
> science and information tecnology; an evaluation;
> 
> 2) ultimo fascicolo di Cataloging & classification quarterly (CCQ), vol. 
> 47, issue 8 (2009), rubrica Letters to the editors, p. 760-764.
> Il prof. Richard P. Smiraglia e la prof.ssa Arlene G. Taylor commentano 
> il numero doppio nos 3-4, 2009 (dedicato interamente agli IR), in 
> particolare il contributo di Dorothea Salo a proposito dell'authority 
> control dei metadati per gli institutional repositories. Il sommario 
> degli articoli è consultabile all'indirizzo 
> <http://www.informaworld.com/smpp/title~db=all~content=g915237173>.
> Smiraglia e Taylor (che molti bibliotecari italiani conoscono per essere 
> stata invitata al convegno internazionale sull'authority control, 
> Firenze, 2003; abbiamo curato -- insieme a Barbara Tillett e a Martha 
> Boca -- l'edizione americana degli atti) trattano, seppure brevemente, 
> un tema centrale e poco considerato finora negli IR.
> Credo anch'io, e non da adesso, che i metadati editoriali, nominali e 
> semantici degli IR ricadano nella sfera dell'AC. I nomi degli autori, 
> come i descrittori per soggetto e gli elementi editoriali, devono essere 
> controllati, altrimenti il rischio è creare un IR caotico, incoerente, 
> ovvero difficilmente consultabile, se i contributi depositati sono 
> numerosi. E' vero che circa il 70% degli autori ha pubblicato solo un 
> libro e solo una volta (e quindi non pongono grandi problemi di AC), ma 
> è anche vero che gli autori che depositano contributi negli IR sono 
> ricercatori che in genere pubblicano molto e talora in più lingue, con 
> varianti nella formulazione del nome. Come è vero che spesso gli 
> articoli su rivista trattano tematiche analitiche e pertanto richiedano 
> descrittori puntuali, specifici.
> Non credo inoltre sia casuale che una rivista come CCQ, la più 
> prestigiosa al mondo nel settore della catalogazione, dedichi così tanto

> spazio agli IR. L'indicizzazione dei contributi scientifici depositati 
> degli IR si colloca infatti nel medesimo alveo dell'indicizzazione dei 
> contributi descritti nell'OPAC ed entrambi riguardano la gestione della 
> biblioteca digitale. Il controllo formale dei nomi e dei soggetti si 
> configura pertanto come elemento di qualità degli IR così come 
> dell'OPAC; ciò chiama in causa la professionalità della persona 
> (bibliotecario generico? catalogatore? addetto all'Ufficio valutazione?) 
> che dovrebbe seguire le fasi del deposito: egli non dovrebbe, secondo 
> me, limitarsi a un controllo "meccanico" o "asettico" dei dati formulati 
> dal depositante, bensì dovrebbe controllare la qualità dei metadati e 
> intervenire (magari interpellando il depositante) qualora essi non 
> rispondessero ai criteri stabiliti dal linguaggio documentario scelto 
> dall'istituto. Gli IR sono parte della biblioteca digitale di un 
> istituto e la biblioteca è gestita professionalmente; l'autoarchivazione

> non sempre è sinonimo di qualità, e gli elementi arbitrari possono 
> essere molti; è vero, com'è stato stato detto numerose volte, che gli 
> scopi di un IR e di un OPAC sono diversi e che non coincidono; ma non 
> coincidono veramente? A mio parere il raggiungimento della qualità è
uno 
> scopo per entrambi; e la qualità richiede competenza, tempo, 
> investimento, ovviamente.
> Il fascicolo 8 di CCQ comprende anche un saggio sui nuovi principi di 
> catalogazione (ICP), presentati nella versione a stampa edita da SAUR al 
> Congresso IFLA di Milano; essi si riferiscono agli OPAC ma anche a tutte 
> le liste bibliografiche, comprese quelle degli IR; una delle novita 
> degli ICP (seppure a mio parere non convincano in vari punti) è proprio 
> lo spazio rivolto al controllo di qualità (authority control) dei 
> metadati abbinati a un contributo. Anche di quelli depositati negli IR
:-)
> .
> 
> Un caro saluto a tutti, Mauro

-- 
Susanna Mornati, CILEA
Project Leader AEPIC, www.aepic.it 
+39 02 2699 5322, +39 348 7090 226, 
mailto:mornati a cilea.it, skype: susanna.mornati

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