[Oa-italia] articolo su D-lib Magazine e commenti di Tarantino su Harnad

VITIELLO Giuseppe g.vitiello a ndc.nato.int
Mer 28 Mar 2007 12:23:59 CEST


Ringrazio tutti gli intervenuti per le loro precisazioni, ad esempio, sulla distinzione tra copie e originali e quella tra scienze umane e sociali vs. dure e applicate (hard and applied). Al convegno di Roma del novembre scorso si è molto parlato dei diversi modelli dell'editoria alternativa (es. Modello ArXiv vs. modello BioMed); dal contenuto delle risposte mi sembra di capire che molte delle esperienze italiane si muovono tenendo presente il modello ArXiv. Quale vi sembra il più giusto (o utile) nel contesto italiano? E se vi è pluralità di applicazioni, quali vi sembrano le tendenze? 
Posso approfittare dello spazio per chiedervi inoltre, per mia informazione: chi attualmente mantiene archivi istituzionali cerca di inserire tutte, ma proprio tutte le pubblicazioni edite altrove? Su richiesta di chi? Vi è una qualche forma di comitato o di filtro che decide su che cosa è valido pubblicare? Per quanto tempo rimangono disponibili?

Ringrazio per le vostre risposte e mi scuso in anticipo se esse sono già state fornite in altra sede e mi sono sfuggite.

G. Vitiello




-----Original Message-----
From: oa-italia-bounces a openarchives.it [mailto:oa-italia-bounces a openarchives.it] On Behalf Of oa-italia-request a openarchives.it
Sent: Wednesday, March 28, 2007 12:00 PM
To: oa-italia a openarchives.it
Subject: Digest di OA-Italia, Volume 6, Numero 13

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Message: 1
Date: Tue, 27 Mar 2007 13:29:47 +0200
From: Maria Cassella <maria.cassella a unito.it>
Subject: Re: [Oa-italia] Re: articolo su D-lib Magazine e commenti di
	Tarantino	su Harnad [commento di G. Vitiello]
To: "Lista di discussione su temi relativi all'accesso aperto"
	<oa-italia a openarchives.it>
Message-ID: <4609002B.8070308 a unito.it>
Content-Type: text/plain; charset=ISO-8859-1; format=flowed

Ezio Tarantino ha scritto:

> Caro Vitiello,
> premesso che, come ho anche ribadito in un successivo messaggio io *mi 
> occupo* dell'open archive della mia istituzione, perché se c'è una 
> cosa che si dà per scontata è che alla fine se ne occupi un 
> bibliotecario, mi pare che oggi, tuttavia, sia quanto mai opportuno 
> che si provi a fare non ciò che sembra giusto, quanto ciò che utile.
>
>>
>> ----------------------------------------------------------------------
>
>

Solo per informazione, anche al Politecnico di Milano la Polipress mi 
sembra non graviti nell'ambito del SBA anche se forse e' nata per 
iniziativa del Dirigente di Area Biblioteche.
Sull'analogia tra OA e Casa Editrice Universitaria ho molti dubbi, ma 
non vorrei innescare dibattiti o polemiche. A Firenze c'e' la FUP e c'e' 
l'archivio istituzionale. Sono due cose distinte. A come la vedo io una  
casa editrice richiede planning, competenze, professionalita' affini ma 
molto piu' complesse di quelle di un bibliotecario. Che poi che se ne 
occupino anche i bibliotecari vada, ma non solo.... In ogni caso se ne 
occupano forse i dirigenti, non certo gli operatori.
Saluti a tutti
Maria Cassella

-- 
Maria Cassella
Università di Torino
Via Po, 17 - 10124 Torino
Tel. ++390116703414
Fax ++390116703477



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Message: 2
Date: Tue, 27 Mar 2007 16:20:03 +0200
From: Susanna Mornati <mornati a cilea.it>
Subject: Re: [Oa-italia] Re: articolo su D-lib Magazine e commenti di
	Tarantino su Harnad [commento di G. Vitiello]
To: "Lista di discussione su temi relativi all'accesso aperto"
	<oa-italia a openarchives.it>
Message-ID: <20070327141956.DFB45338154 a mx2.refero.it>
Content-Type: text/plain; charset="iso-8859-1"; format=flowed

At 11.53 22/03/2007, Giuseppe Vitiello wrote:
>Mi permetto di avere opinioni diverse da quelle 
>di Ezio Tarantino. Gli institutional 
>repositories sono, a mio avviso, né più né meno 
>che case editrici universitarie e il fatto che 
>Harnad proponga che le pubblicazioni in essi 
>contenute siano peer reviewed ne è una conferma.

Caro Giuseppe, solo una precisazione*.
I documenti che Harnad propone di depositare 
negli institutional repositories sono COPIE non 
originali di articoli referati e pubblicati 
altrove, ad es. su riviste commerciali. Tutti gli 
atenei possono avere un repository, e di questo 
si possono occupare i bibliotecari visto che il 
compito fondamentale e' verificare la descrizione bibliografica.

L'editoria e' un'altra cosa, e' raccogliere, 
selezionare, produrre e pubblicare documenti 
originali, non depositare copie. Per far questo, 
come hanno gia' notato altri, occorrono 
sicuramente altre professionalita'. In molte 
discipline (es. fisica) i nostri atenei ed enti 
di ricerca non sono comunque in grado di 
competere con editori internazionali. In altre 
si' (es. giurisprudenza), ma non consiglierei di 
utilizzare un repository come strumento di 
editoria (al CILEA ad es. proponiamo OJS).

Spero di essermi spiegata e che qualcun altro voglia intervenire,
un saluto,
Susanna

* a differenza di AIB-CUR, su questa lista non si fa polemica ;-)

Susanna Mornati, CILEA
Project Leader AEPIC, www.aepic.it
tel. +39 02 2699 5322, cell. +39 348 7090 226
mailto:mornati a cilea.it






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Message: 3
Date: Tue, 27 Mar 2007 17:36:39 +0200
From: "Nicola Cavalli" <nicola.cavalli a gmail.com>
Subject: Re: [Oa-italia] Re: articolo su D-lib Magazine e commenti
	diTarantino	su Harnad [commento di G. Vitiello]
To: "Lista di discussione su temi relativi all'accesso aperto"
	<oa-italia a openarchives.it>
Message-ID: <002601c77085$ba109a40$0900a8c0 a ledi.local>
Content-Type: text/plain; format=flowed; charset="iso-8859-1";
	reply-type=response

 L'editoria e' un'altra cosa, e' raccogliere,
> selezionare, produrre e pubblicare documenti originali, non depositare 
> copie. Per far questo, come hanno gia' notato altri, occorrono sicuramente 
> altre professionalita'.

Concordo pienamente e, seguendo lo spunto di Marchitelli di qualche giorno 
fa, segnalo l'importanza per un IR di essere in grado di raccogliere anche 
materiale non solo testuale (e quindi preferisco Dspace a Eprints), 
sopratutto in prospettiva, perchè l'output delle istituzioni di ricerca è 
sempre più composto anche da video, immagini e presentazioni che pùò essere 
utile archiviare e diffondere.

Sul depositare solo materiale peer-reviewed non sono quindi d'accordo. Se 
pensiamo poi alla situazione italiana delle scienze umanistiche e sociali in 
cui si pubblica prevalentemente in italiano ed in assenza di peer-review, 
adottare questo criterio vorrebbe dire escludere tutta questa letteratura 
dagli IR. Proprio questa letteratura potrebbe secondo me beneficiare 
dall'essere (obbligatoriamente) inserita in un IR (se so che dovrò metterla 
in un posto dove tutti possono consultarla mi sforzerò per non scrivere una 
schifezza solo ad uso concorso - ma questa è utopia.... - )

Saluti

Nicola Cavalli

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Dottorato Qua_si - Phd Programme Qua_si
Tecnologie per la comunicazione e l'informazione
applicate alla società della conoscenza e ai processi educativi
Quality of Life in the Information Society
Università di Milano Bicocca - Milan Bicocca University
Tel - Ph: 347/9023483

----- Original Message ----- 
From: "Susanna Mornati" <mornati a cilea.it>
To: "Lista di discussione su temi relativi all'accesso aperto" 
<oa-italia a openarchives.it>
Sent: Tuesday, March 27, 2007 4:20 PM
Subject: Re: [Oa-italia] Re: articolo su D-lib Magazine e commenti 
diTarantino su Harnad [commento di G. Vitiello]


> At 11.53 22/03/2007, Giuseppe Vitiello wrote:
>>Mi permetto di avere opinioni diverse da quelle di Ezio Tarantino. Gli 
>>institutional repositories sono, a mio avviso, né più né meno che case 
>>editrici universitarie e il fatto che Harnad proponga che le pubblicazioni 
>>in essi contenute siano peer reviewed ne è una conferma.
>
> Caro Giuseppe, solo una precisazione*.
> I documenti che Harnad propone di depositare negli institutional 
> repositories sono COPIE non originali di articoli referati e pubblicati 
> altrove, ad es. su riviste commerciali. Tutti gli atenei possono avere un 
> repository, e di questo si possono occupare i bibliotecari visto che il 
> compito fondamentale e' verificare la descrizione bibliografica.
>
> L'editoria e' un'altra cosa, e' raccogliere, selezionare, produrre e 
> pubblicare documenti originali, non depositare copie. Per far questo, come 
> hanno gia' notato altri, occorrono sicuramente altre professionalita'. In 
> molte discipline (es. fisica) i nostri atenei ed enti di ricerca non sono 
> comunque in grado di competere con editori internazionali. In altre si' 
> (es. giurisprudenza), ma non consiglierei di utilizzare un repository come 
> strumento di editoria (al CILEA ad es. proponiamo OJS).
>
> Spero di essermi spiegata e che qualcun altro voglia intervenire,
> un saluto,
> Susanna
>
> * a differenza di AIB-CUR, su questa lista non si fa polemica ;-)
>
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Message: 4
Date: Tue, 27 Mar 2007 17:56:36 +0200
From: Susanna Mornati <mornati a cilea.it>
Subject: Re: [Oa-italia] Re: articolo su D-lib Magazine e commenti
	diTarantino su Harnad [commento di G. Vitiello]
To: "Lista di discussione su temi relativi all'accesso aperto"
	<oa-italia a openarchives.it>
Message-ID: <20070327155638.690FA3380BF a mx2.refero.it>
Content-Type: text/plain; charset="iso-8859-1"; format=flowed

At 17.36 27/03/2007, Nicola Cavalli wrote:
>[...] segnalo l'importanza per un IR di essere 
>in grado di raccogliere anche materiale non solo 
>testuale (e quindi preferisco Dspace a Eprints), 
>sopratutto in prospettiva, perchè l'output delle 
>istituzioni di ricerca è sempre più composto 
>anche da video, immagini e presentazioni che pùò 
>essere utile archiviare e diffondere. Sul 
>depositare solo materiale peer-reviewed non sono quindi d'accordo.

Caro Nicola, in effetti anch'io non sono 
d'accordo con questa posizione "integralista" di 
Harnad. Nel mio messaggio precedente mi limitavo a spiegarla.
Sono invece, come te, dell'idea che nei 
repository possa trovare posto tanto materiale 
anche non pubblicabile per varie ragioni (ad 
esempio i dati scientifici) ma non perche' non 
sia buono. Certo ci vorrebbe un minimo di impegno 
degli atenei per garantire la qualita'. 
Altrimenti le leggende metropolitane si propagano:
Alma Swan, What is new in Open Access, http://eprints.ecs.soton.ac.uk/13638/

>Proprio questa letteratura potrebbe secondo me 
>beneficiare dall'essere (obbligatoriamente) 
>inserita in un IR (se so che dovrò metterla in 
>un posto dove tutti possono consultarla mi 
>sforzerò per non scrivere una schifezza solo ad 
>uso concorso - ma questa è utopia.... -

Consiglio la lettura di questo argutissimo saggio:
Maria Chiara Pievatolo, Il professore dà alle 
stampe: la pubblicazione ad accesso aperto, 
http://bfp.sp.unipi.it/~pievatolo/lm/professore.html
Giusto per consolarti, non sei l'unico ;-)

Saluti, Susanna


Susanna Mornati, CILEA
Project Leader AEPIC, www.aepic.it
tel. +39 02 2699 5322, cell. +39 348 7090 226
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Fine di Digest di OA-Italia, Volume 6, Numero 13
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