<div dir="ltr"><div>Ho provato a inserire un commento sotto l'orrido articolo di Wired citato prima.</div><div>Certo giornalismo non aiuta.</div><div>Magari se anche altri di voi commentassero evidenziando altri ptuni di "fake" potrebbe essere utile.</div><div>Buona domenica</div><div>eg</div><div>Copio qui il commento</div><div>
<div class="gmail-layout-entry-sethg gmail-col-content entry gmail-fb-quotable"><span class="gmail-ng-isolate-scope"><span class="gmail-ng-scope"><div class="gmail-cncm-main-canvas gmail-ng-scope"><div class="gmail-ng-scope"><div class="gmail-ng-scope"><div class="gmail-cncm-comment-list-block gmail-ng-scope"><ul class="gmail-cncm-comment-list"><li class="gmail-ng-scope"><div class="gmail-ng-scope"><div class="gmail-cncm-comment-details-block gmail-ng-scope"><div class="gmail-cncm-comment-data"><div class="gmail-cncm-comment-contents"><div class="gmail-cncm-comment-body gmail-ng-binding"><p>Mi
occupo di Open Access e Open Science da anni e trovo frustrante che in
Italia se ne parli solo per riportare polemiche, in piu', come in questo
caso, con dati falsi o parziali o tendenziosi.<br></p><p>Intanto,
precisiamo che PlanS si basa sulle Conclusioni del Consiglio sulla
Competitività del Maggio 2016, quindi su un obbligo che gli Stati Membri
hanno assunto
(<a href="https://www.consilium.europa.eu/en/meetings/compet/2016/05/26-27/">https://www.consilium.europa.eu/en/meetings/compet/2016/05/26-27/</a>) che
prevede l'Open Access entro il 2020 per tutta la ricerca finanziata con
fondi pubblici europei. Il principio è che se una ricerca è pagata con
fondi pubblici deve essere disponibile per tutti, e non chiusa dietro
abbonamenti che costano decine di migliaia di euro l'anno, e che nessun
professionista o start up o piccola media impresa può permettersi. E ne
soffrono competenze, aggiornamento, innovazione, competitività.</p><p>PlanS
nasce per dare una spinta decisa in questa direzione, e per evitare
l'assurdità delle riviste ibride con cui gli editori commerciali
tradizionali ci hanno preso in giro negli ultimi vent'anni in una
pretesa "transizione". Chi ha redatto l'articolo avrebbe dovuto leggere
PlanS, per rendersi conto che le riviste ibirde NON saranno accettate,
che è un modo per dire agli editori"smettete di farci pagare due volte" -
la rivista resta in abbonamento e qualche articolo può essere Open
(pagando due volte). PlanS inoltre correttamente mette un tetto alle
APC, la quota che il 26% delle riviste Open (non tutte, come si tende a
credere) chiede per pubblicare. E' un ulteriore pregio di planS, che
tende a evitare la crescita esponenziale delle APC al pari di quanto
avvenuto con gli abbonamenti, 402% in vent'anni. Ma di questo
nell'articolo non si parla.</p><p> I ricercatori NON sono mai liberi di
pubblicare dove vogliono, perché sono costretti dalle regoel di
valutazione a pubblicare sulle riviste più "prestigiose". E scrivo
prestigiose fra virgolette perché in questo clima di ipercompetizione i
ricercatori fanno di tutto (e intendo proprio di tutto) per pubblicare,
tanto è vero che questo sistema è stato definito "the natural selection
of bad science"
(<a href="http://rsos.royalsocietypublishing.org/content/3/9/160384">http://rsos.royalsocietypublishing.org/content/3/9/160384</a>).</p><p>Nell'articolo
si dice inoltre che non pubblicare su queste riviste che conducono una
peer review seria andrebbe a detrimento della qualità. Ebbene, ognuno
può dare un'occhiata al blog scientifico Retraction Watch
(<a href="https://retractionwatch.com/">https://retractionwatch.com/</a>) per rendersi conto della quantità di
articoli pubblicati su riviste "prestigiose" che vengono ritrattati per
dati falsi o fabbricati, o leggere l'articolo di Casadevall per vedere
come ci sia una correlazione netta fra le ritrattazioni e l'Impact
Factor della rivista (<a href="https://iai.asm.org/content/79/10/3855">https://iai.asm.org/content/79/10/3855</a>).</p><p>L'ipercompetizione
non aiuta la scienza e pubblicare dati falsi ha pesanti ricadute sulla
nostra salute, come lamenta questo medico
(<a href="https://www.nature.com/articles/s41393-018-0193-9">https://www.nature.com/articles/s41393-018-0193-9</a>) e come mostra bene
la storia di Joachim Boldt
(<a href="http://retractionwatch.com/category/joachim-boldt-retractions/">http://retractionwatch.com/category/joachim-boldt-retractions/</a>).</p><p>PlanS
ha molto chiare anche queste dinamiche "distorte" della valutazione
della ricerca: sarebbe bastato leggere il Preamble. E cambiare le
regole di valutazione della ricerca è un a priorità anche per la
European Open Science Policy Platform
(<a href="https://ec.europa.eu/research/openscience/index.cfm?pg=open-science-policy-platform">https://ec.europa.eu/research/openscience/index.cfm?pg=open-science-policy-platform</a>)
e per tutti i firmatari della DORA Declaration (<a href="https://sfdora.org/">https://sfdora.org/</a>),
che intendono appunto scardinare questo sistema perverso del prestigio
delle riviste (come si vede da Retraction Watch, solo presunto). </p><p>Per
"riacquistare" quello che i propri ricercatori hanno pubblicato sulle
"prestigiose" riviste si spendono globalmente oltre 7 miliardi di
dollari (di soldi pubblici) creando agli editori profitti del 38%
(Google sta intorno al 25%) su un lavoro che gli autori danno alle
riviste gratutitamente: nessun autore viene pagato, nessun revisore
viene pagato
(<a href="https://pure.mpg.de/pubman/faces/ViewItemOverviewPage.jsp?itemId=item_2148961">https://pure.mpg.de/pubman/faces/ViewItemOverviewPage.jsp?itemId=item_2148961</a>).
Sembra un sistema logico/equo? Da perpetuare?</p><p>Infine, l'Open
Access si iscrive nel più ampio concetto di Open Science. E' solo un
tassello, insieme ai dati, ai software, ai protocolli... Il 23 novembre
nascerà la EOSC, European Open Science Cloud. 4 miliardi di
investimenti, la ricerca europea e il riuso dei dati e dei testi passerà
tutto di lì. In Italia, EOSC è sconosciuta - con gravi colpe del
Ministero - e nessuno si sta preparando per entrarci.</p><p>PlanS è il
primo tentativo serio si scardinare un sistema che ogni anno fa buttare
miliardi di soldi pubblici per chiudere la ricerca invece che per
aprirla, come ben spiegato nel Preamble. Forse sarebbe valsa la pena
approfondire un pochino l'argomento, prima di pubblicare una posizione
che si basa su una serie di malintesi e di posizioni rigide che non fa
altro che perpetuare il sistema attuale, che è "screwed up"
(<a href="https://www.theguardian.com/science/2017/feb/01/high-tech-war-on-science">https://www.theguardian.com/science/2017/feb/01/high-tech-war-on-science</a>).
E che otterrà altre firme di male informati, e rischia di mettere gli
autori contro un progetto che invece fa gli interessi della scienza
trasparente, per una volta.</p><p>Per la cronaca, PlanS viene anche sostenuto da editori seri: <a href="https://about.hindawi.com/blog/europes-plan-s-for-open-science/">https://about.hindawi.com/blog/europes-plan-s-for-open-science/</a></p><br></div></div></div></div></div></li></ul></div></div></div></div></span></span></div><div class="gmail-layout-content gmail-col-content gmail-ng-scope"><div class="gmail-row gmail-row-sidebar-300"><br><div class="gmail-sidebox-container gmail-layout-sidebox-sethg" style="height:1569px">
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<div class="gmail-article-preview-list gmail-ng-scope">
<br></div></div></div>
</div></div><br><div class="gmail_quote"><div dir="ltr">Il giorno dom 11 nov 2018 alle ore 14:59 Elena Giglia <<a href="mailto:elena.giglia@unito.it">elena.giglia@unito.it</a>> ha scritto:<br></div><blockquote class="gmail_quote" style="margin:0 0 0 .8ex;border-left:1px #ccc solid;padding-left:1ex"><div dir="ltr"><div dir="ltr"><div>... ma come sempre, in Italia, la notizia che passa e' sempre solo quella negativa e polemica, coem al solito infarcita di errori grossolani, indice che l'autore manco ha letto PlanS:</div><div><a href="https://www.wired.it/scienza/lab/2018/11/09/open-access-appello-scienziati/?refresh_ce=" target="_blank">https://www.wired.it/scienza/lab/2018/11/09/open-access-appello-scienziati/?refresh_ce=</a></div><div><br></div><div>Aspetto di vedere altre firme italiane per partito preso.</div><div>Saluti sconsolati</div><div>eg<br></div></div></div><br><div class="gmail_quote"><div dir="ltr">Il giorno ven 9 nov 2018 alle ore 10:39 stefano bianco <<a href="mailto:stefano.bianco@lnf.infn.it" target="_blank">stefano.bianco@lnf.infn.it</a>> ha scritto:<br></div><blockquote class="gmail_quote" style="margin:0 0 0 .8ex;border-left:1px #ccc solid;padding-left:1ex"><a href="https://www.nature.com/articles/d41586-018-07300-5" rel="noreferrer" target="_blank">https://www.nature.com/articles/d41586-018-07300-5</a><br>
<br>
un cordiale saluto<br>
stefano bianco<br>
<br>
<br>
-- <br>
Dr.Stefano Bianco<br>
Alte Energie - Laboratori Nazionali di Frascati dell'INFN<br>
v.E.Fermi, 40 - 00044 Frascati (Roma) ITALY<br>
ph. +39-06-94038016, +39-06-94032793<br>
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CERN: 16-2042cell, 73055office, +41764872042cell<br>
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<a href="mailto:OA-Italia@openarchives.it" target="_blank">OA-Italia@openarchives.it</a><br>
<a href="https://liste.cineca.it/cgi-bin/mailman/listinfo/oa-italia" rel="noreferrer" target="_blank">https://liste.cineca.it/cgi-bin/mailman/listinfo/oa-italia</a><br>
PLEIADI: <a href="http://www.openarchives.it/pleiadi/" rel="noreferrer" target="_blank">http://www.openarchives.it/pleiadi/</a><br>
</blockquote></div><br clear="all"><br>-- <br><div dir="ltr" class="m_-854033081540011833gmail_signature" data-smartmail="gmail_signature"><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><span style="color:rgb(102,102,102)">dr. Elena Giglia<span style="font-family:arial,helvetica,sans-serif"><br>Unità di progetto Open Access<br>Direzione Ricerca e Terza Missione<br>Universita' degli Studi di Torino<br>tel. +39.011.670<b>.4191</b></span><br></span></div><div><span style="color:rgb(102,102,102)">Skype: egiglia<br></span></div><span style="color:rgb(102,102,102)"><a href="http://www.oa.unito.it" target="_blank">www.oa.unito.it </a><br></span></div><div dir="ltr"><span style="color:rgb(102,102,102)"><br></span></div><div><span style="color:rgb(102,102,102)"><b>NOAD OpenAIRE Italy</b></span></div><div><span style="color:rgb(102,102,102)"><a href="https://www.openaire.eu/" target="_blank">https://www.openaire.eu/</a></span></div><div><span style="color:rgb(102,102,102)"><a href="mailto:noad-it@openaire.eu" rel="noreferrer" target="_blank">noad-it@openaire.eu</a></span></div><div><span style="color:rgb(103,78,167)"></span><br></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div>
</blockquote></div><br clear="all"><br>-- <br><div dir="ltr" class="gmail_signature" data-smartmail="gmail_signature"><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><div dir="ltr"><div><span style="color:rgb(102,102,102)">dr. Elena Giglia<span style="font-family:arial,helvetica,sans-serif"><br>Unità di progetto Open Access<br>Direzione Ricerca e Terza Missione<br>Universita' degli Studi di Torino<br>tel. +39.011.670<b>.4191</b></span><br></span></div><div><span style="color:rgb(102,102,102)">Skype: egiglia<br></span></div><span style="color:rgb(102,102,102)"><a href="http://www.oa.unito.it" target="_blank">www.oa.unito.it </a><br></span></div><div dir="ltr"><span style="color:rgb(102,102,102)"><br></span></div><div><span style="color:rgb(102,102,102)"><b>NOAD OpenAIRE Italy</b></span></div><div><span style="color:rgb(102,102,102)"><a href="https://www.openaire.eu/" target="_blank">https://www.openaire.eu/</a></span></div><div><span style="color:rgb(102,102,102)"><a href="mailto:noad-it@openaire.eu" rel="noreferrer" target="_blank">noad-it@openaire.eu</a></span></div><div><span style="color:rgb(103,78,167)"></span><br></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div></div>