<html>
<head>
<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=utf-8">
</head>
<body text="#000000" bgcolor="#FFFFFF">
<p>Cari Roberto e Maria Chiara,</p>
<p>apprezzo le citazioni e gli spunti di approfondimento, che
arricchiscono sempre.</p>
<p>Però, sul punto specifico, ritengo invece sbagliato abbandonare
dei luoghi di discussione (in questo caso Facebook) che sono parte
della realtà, volenti o nolenti, in cui si scambiano opinioni, si
possono avere discussioni, si può interagire, dipende da come lo
si fa.</p>
<p>Dire che bisogna spostarsi a discutere da altre parti mi sembra
assolutamente ingenuo e inefficace. Tra l'altro AISA (e almeno
alcuni membri del direttivo) è presente in Facebook e potrebbe
interagire per aumentare l'informazione (e non i pregiudizi) anche
lì. Il fatto che non lo si sia fatto, anche in questo contesto
specifico, nel quale si è fatta disinformazione e si sono offese
persone e ruoli importanti anche in AISA, secondo me è stato ed è
sbagliato.</p>
<p>Poi ovviamente ognuno ha il tempo e le disponibilità che ha,
quindi nessuno è obbligato a fare alcunché contro la sua volontà.
Ma stigmatizzare chi prova a farlo secondo me è sbagliato...</p>
<p>Io sto continuando l'interazione perché credo sia utile e
necessario non lasciare il campo a informazioni scorrette, visto
che FB lo leggono in molti e lì si informano.<br>
</p>
Ale<br>
<br>
<div class="moz-cite-prefix">On 08/10/2018 08:59, Roberto Caso
wrote:<br>
</div>
<blockquote type="cite"
cite="mid:CAAQoU0fd2WCqJNyzEzsguPU_oSQwZ71fiteEWOhU2zaY3jCYhw@mail.gmail.com">
<meta http-equiv="content-type" content="text/html; charset=utf-8">
<div dir="ltr">Inviterei tutti a non soffermarsi sulla parola
"scusarsi".
<div>Maria Chiara Pievatolo giustamente invita a ricostruire il
dialogo tra attori dell'università.</div>
<div>Questo mi sembra, in prospettiva, il punto maggiormente
rilevante.</div>
<div>Nell'università contemporanea esistono già ferite profonde
e forti contrapposizioni. Non abbiamo bisogno di aggiungerne
altre.</div>
<div>Occorre riflettere, prendere tempo e tornare a dialogare.</div>
<div>A breve avremo molte occasioni convegnistiche e seminariali
per farlo (dalla settimana dell'OA in poi). </div>
<div>A presto,</div>
<div>rc</div>
<div><br>
</div>
<div><br>
</div>
<div><br>
</div>
<div>
<div class="gmail_quote">
<div dir="ltr">Il giorno lun 8 ott 2018 alle ore 01:06 Maria
Chiara Pievatolo <<a
href="mailto:mariachiara.pievatolo@unipi.it"
moz-do-not-send="true">mariachiara.pievatolo@unipi.it</a>>
ha scritto:<br>
</div>
<blockquote class="gmail_quote" style="margin:0 0 0
.8ex;border-left:1px #ccc solid;padding-left:1ex">On
07-10-2018 23:39, Alessandro Sarretta wrote:<br>
<br>
> Ma scusami della domanda... per cosa ci si dovrebbe
scusare? :-/<br>
> <br>
<br>
Per esserci lasciati trascinare in una discussione tossica
finita in uno <br>
scontro personale, il quale ha condotto anche a scrivere
un messaggio <br>
all'istituto presso cui l'interlocutore lavora. Credi che
sia davvero <br>
un buon modo per fargli cambiare idea?<br>
<br>
Scusarsi, anche se si fosse responsabili dello scontro
solo al 10%, <br>
invitando a continuare il confronto in una sede
strutturata più <br>
civilmente - non Facebook, cioè - avrebbe potuto riportare
la <br>
discussione, sensatamente, sulle cose, anziché,
insensatamente, sulle <br>
persone. Allo stato, invece, questo scontro ha un solo
vincitore - <br>
Facebook - e molti perdenti: E.Giglia, P. Marcati e,
soprattutto, l'open <br>
access.<br>
<br>
La posizione di Francesca Valentini, che interpreta se
stessa come un <br>
tecnico e dice che l'aspetto politico non le interessa e
neppure le sta <br>
particolarmente a cuore l'OA, mi sembra coerente e
rispettabile.<br>
<br>
Ma chi desidera promuovere una causa e ha ruoli
istituzionali connessi <br>
ad essa fa politica e deve confrontarsi con le
responsabilità che le <br>
sono legate. Deve chiedersi se arrivare a uno scontro
personale così <br>
duro con un ricercatore, dal quale dovrebbe farsi
riconoscere come <br>
alleato, sia davvero il miglior modo di convincerlo a
praticare la <br>
scienza aperta.<br>
<br>
Mi spiego con una forse troppo lunga citazione dalla
"Politica come <br>
professione" di Max Weber. Gli asterischi sono miei.<br>
<br>
-------------------<br>
Si può dire che tre qualità sono soprattutto decisive per
l’uomo <br>
politico: passione, senso di<br>
responsabilità, lungimiranza. Passione nel senso di
Sachlichkeit: <br>
dedizione appassionata a<br>
una «causa», al dio o al demone che la dirige. [...] [Ma]
la semplice <br>
passione, per quanto autenticamente vissuta, non è ancora
sufficiente.<br>
Essa non crea l’uomo politico se, ***in quanto servizio
per una «causa», <br>
non fa anche della<br>
responsabilità nei confronti per l’appunto di questa causa
la stella <br>
polare decisiva dell’agire.***<br>
Da ciò deriva la necessità – e questa è la qualità
psicologica <br>
fondamentale dell’uomo politico<br>
– della lungimiranza, vale a dire della capacità di far
agire su di sé <br>
la realtà con calma e<br>
raccoglimento interiore: dunque, la distanza tra le cose e
gli uomini. <br>
***La «mancanza di distanza», semplicemente in quanto
tale, costituisce <br>
uno dei peccati mortali di ogni uomo politico*** ed è una
di quelle <br>
qualità che, coltivate presso la nuova generazione dei
nostri<br>
intellettuali, li condannerà all’inettitudine politica. Il
problema è <br>
infatti proprio questo: come<br>
si possono far convivere nella stessa anima un’ardente
passione e una <br>
fredda lungimiranza?<br>
La politica si fa con la testa, non con altre parti del
corpo o <br>
dell’anima. E tuttavia la<br>
dedizione a essa, se non deve essere un frivolo gioco
intellettuale ma <br>
un agire umanamente<br>
autentico, può sorgere ed essere alimentata soltanto dalla
passione. Ma <br>
***quel saldo controllo<br>
dell’anima*** che caratterizza l’uomo politico
appassionato e lo <br>
distingue dal mero dilettante<br>
politico che «si agita in modo sterile» è possibile
soltanto attraverso <br>
l’abitudine alla distanza,<br>
in tutti i sensi della parola. La «forza» di una
«personalità» politica <br>
significa in primissimo<br>
luogo il possesso di tali qualità.<br>
L’uomo politico deve dominare in se stesso, ogni giorno e
ogni ora, un <br>
nemico del tutto<br>
banale e fin troppo umano: la vanità comune a tutti, la
nemica mortale <br>
di ogni dedizione a<br>
una causa e di ogni distanza e, in questo caso, della
distanza rispetto <br>
a se stessi.<br>
..............................<br>
<br>
Le prime vittime della vanità - è noto - sono i
professori, anche se la <br>
capacità di prendere le distanze da se stesso dovrebbe
anche essere una <br>
dote del ricercatore che lavora per la verità.<br>
<br>
Nel "Gorgia" Socrate riesce a "vincere" una discussione
potenzialmente <br>
tossica con quella che oggi sarebbe un'altezzosa academic
star <br>
presentandosi come un essere umano fallibile e
interrompendo le ostilità <br>
per stabilire assieme al suo interlocutore se la loro
discussione si <br>
svolge davvero su un terreno comune.<br>
<br>
<a
href="https://btfp.sp.unipi.it/dida/gorgia/ar01s03.xhtml#elenchos"
rel="noreferrer" target="_blank" moz-do-not-send="true">https://btfp.sp.unipi.it/dida/gorgia/ar01s03.xhtml#elenchos</a><br>
<br>
La mossa con cui Socrate prende le distanze da se stesso e
dalla <br>
discussione è una mossa certamente "politica", ma in un
senso più vicino <br>
a quello di Weber che a quello dispregiativo che viene
associato spesso <br>
alla parola. A me sembra che lo scontro di cui stiamo
parlando abbia <br>
bisogno di una simile presa di distanze.<br>
<br>
Buonanotte, e scusatemi per le lunghe citazioni. Sono,
come sapete, <br>
professore :-)<br>
<br>
MCP<br>
<br>
<br>
<br>
<br>
<br>
_______________________________________________<br>
OA-Italia mailing list<br>
<a href="mailto:OA-Italia@openarchives.it" target="_blank"
moz-do-not-send="true">OA-Italia@openarchives.it</a><br>
<a
href="https://liste.cineca.it/cgi-bin/mailman/listinfo/oa-italia"
rel="noreferrer" target="_blank" moz-do-not-send="true">https://liste.cineca.it/cgi-bin/mailman/listinfo/oa-italia</a><br>
PLEIADI: <a href="http://www.openarchives.it/pleiadi/"
rel="noreferrer" target="_blank" moz-do-not-send="true">http://www.openarchives.it/pleiadi/</a></blockquote>
</div>
<br clear="all">
<div><br>
</div>
-- <br>
<div dir="ltr" class="gmail_signature"
data-smartmail="gmail_signature">
<div dir="ltr">
<p>Roberto Caso</p>
<p>Professore Associato di Diritto Privato Comparato</p>
<p>Università di Trento - Facoltà di Giurisprudenza</p>
<p><span><a
href="http://www5.unitn.it/People/it/Web/Persona/PER0000633"
target="_blank" moz-do-not-send="true">http://www5.unitn.it/People/it/Web/Persona/PER0000633</a></span></p>
<p><span><a
href="http://www.lawtech.jus.unitn.it/index.php/people/roberto-caso"
target="_blank" moz-do-not-send="true">http://www.lawtech.jus.unitn.it/index.php/people/roberto-caso</a></span></p>
<p><br>
</p>
</div>
</div>
</div>
</div>
</blockquote>
<div class="moz-signature">-- <br>
<font size="2" face="courier,verdana,arial,sans-serif"
color="grey">
--
<p>Alessandro Sarretta</p>
<p>
skype/twitter: alesarrett<br>
Web: <a href="http://ilsarrett.wordpress.com">ilsarrett.wordpress.com</a>
</p>
<p>Research information:<br>
</p>
<ul>
<li><a
href="http://scholar.google.it/citations?user=IsyXargAAAAJ&hl=it">Google
scholar profile</a></li>
<li><a href="http://orcid.org/0000-0002-1475-8686">ORCID</a></li>
<li><a
href="https://www.researchgate.net/profile/Alessandro_Sarretta">Research
Gate</a></li>
<li><a href="https://impactstory.org/AlessandroSarretta">Impactstory</a></li>
<!-- <li><a href="https://impactstory.org/AlessandroSarretta"><img src="https://impactstory.org/logo/small" width="80" /></a></li> -->
</ul>
</font>
</div>
</body>
</html>