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<head>
<meta http-equiv="content-type" content="text/html; charset=UTF-8">
</head>
<body text="#000000" bgcolor="#FFFFFF">
Di interesse per la lista<br>
<br>
Paola<br>
<br>
Pubblicato sulla Rivista del Centro Studi della Città della Scienza,
l'articolo di Roberto Caso dal titolo<br>
Scienza aperta contro la mercificazione del sapere<br>
<a class="moz-txt-link-freetext"
href="http://www.cittadellascienza.it/centrostudi/2016/04/la-scienza-aperta-contro-la-mercificazione-del-sapere/">http://www.cittadellascienza.it/centrostudi/2016/04/la-scienza-aperta-contro-la-mercificazione-del-sapere/</a><br>
<br>
<br>
Roberto Caso parlerà al workshop nazionale di OpenAIRE il 31 maggio
prossimo su questo tema. Chi è interessato a partecipare alla
discussione, si iscriva al workshop entro il 17 maggio<br>
<a moz-do-not-send="true" class="moz-txt-link-freetext"
href="http://www.cineca.it/it/content/iscrizioni-openaire-national-workshop-2016">http://www.cineca.it/it/content/iscrizioni-openaire-national-workshop-2016</a><br>
<span style="color: rgb(51, 51, 51); font-family: 'Lucida Grande',
Tahoma, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; font-style:
normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing:
normal; line-height: 20px; orphans: auto; text-align: justify;
text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal;
widows: 1; word-spacing: 0px; -webkit-text-stroke-width: 0px;
display: inline !important; float: none; background-color:
rgb(255, 255, 255);"><span class="Apple-converted-space"><br>
Nell'articolo vengono proposte</span> alcune azioni concrete da
portare avanti sul piano delle policy e delle leggi per creare un
contesto favorevole alle pratiche della scienza aperta che
alleghiamo qui:</span><br>
<br>
<br>
a) Occorre riformare il copyright per dare maggiore libertà agli
scienziati. La libertà di comunicazione dei risultati della ricerca
è parte della libertà accademico-scientifica. Incarnazione di questa
libertà sono le recenti normative tedesche e olandesi che modificano
la legge sul diritto d’autore. In estrema e approssimativa sintesi
si può dire che esse attribuiscono, con una norma imperativa non
derogabile per via contrattuale, agli autori il diritto di
comunicare e mettere a disposizione del pubblico tramite Internet
alcune tipologie di opere scientifiche frutto di ricerche finanziate
anche solo parzialmente con fondi pubblici dopo un determinato
periodo di tempo dalla prima pubblicazione. L’Associazione Italiana
per la promozione della Scienza Aperta (<a
href="http://bfp.sp.unipi.it/aisa/chi-siamo/" target="_blank"
style="margin: 0px; padding: 0px; border: 0px; font-style:
inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit;
font-stretch: inherit; font-size: inherit; line-height: inherit;
font-family: inherit; vertical-align: baseline; text-decoration:
none; color: rgb(201, 29, 27); transition: background-color, color
0.2s linear;">AISA</a>) ha recentemente proposto di introdurre nel
nostro ordinamento<span class="Apple-converted-space"> </span><a
href="http://bfp.sp.unipi.it/aisa/attivita/diritto-di-ripubblicazione-in-ambito-scientifico/"
target="_blank" style="margin: 0px; padding: 0px; border: 0px;
font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit;
font-stretch: inherit; font-size: inherit; line-height: inherit;
font-family: inherit; vertical-align: baseline; text-decoration:
none; color: rgb(201, 29, 27); transition: background-color, color
0.2s linear;">una norma simile</a><span
class="Apple-converted-space"> </span>a quelle della Germania e
dei Paesi Bassi e ha aperto la proposta ai commenti del pubblico.
Occorre inoltre creare eccezioni e limitazioni al diritto d’autore
che consentano di praticare la scienza aperta. Un esempio di questo
tipo di normativa riguarda l’introduzione di un’eccezione volta a
consentire il<span class="Apple-converted-space"> </span><em
style="margin: 0px; padding: 0px; border: 0px; font-style: italic;
font-variant: inherit; font-weight: inherit; font-stretch:
inherit; font-size: inherit; line-height: inherit; font-family:
inherit; vertical-align: baseline;">Text and Data Mining</em><span
class="Apple-converted-space"> </span>(Cfr. Parlamento Europeo,
2015; Bertoni, Montagnani, 2015).<br>
<br>
b) Occorre ripensare le regole e le prassi valutative al fine di non
alimentare il potere oligopolistico dei grandi editori commerciali.
Da questo punto di vista, le politiche valutative messe in atto in
Italia dal MIUR e dall’ANVUR rappresentano l’esatto opposto di
quello che sarebbe opportuno fare. L’uso di liste di riviste
ordinate per fasce di qualità nei c.d. settori non bibliometrici e
l’indicazione per via normativa della banche dati commerciali di
riferimento per le procedure valuative come l’ASN e la VQR
costituiscono strumenti che alimentano il potere oligopolistico
degli editori.<br>
<br>
c) Occorre imporre la trasparenza dei contratti per l’accesso alle
banche digitali proprietarie tra gli editori commerciali e soggetti
finanziati pubblicamente [cfr. Commissione Europea, 2012]. Gli
editori commerciali infatti fanno leva sulla segretezza delle
clausole dei contratti stipulati con le singole università o con i
consorzi universitari per accrescere il proprio potere negoziale e
praticare le offerte a pacchetto e la discriminazione dei prezzi. Ma
quando le risorse elettroniche sono acquisite con fondi pubblici,
tutti i cittadini hanno diritto di conoscere il modo con cui sono
spesi i soldi derivanti dalla fiscalità generale.<br>
<br>
d) Nel finanziamento pubblico alla ricerca di base l’apertura
dovrebbe essere lo strumento principe della valorizzazione dei
risultati della ricerca. Così non è nelle attuali politiche
dell’Unione Europea. Infatti, nell’ambito del programma H2020 i
soggetti finanziati sono obbligati a pubblicare in accesso aperto
solo qualora non abbiano scelto di sfruttare i risultati della
ricerca attraverso la proprietà intellettuale, ad es. tramite
brevetto per invenzione [v. art. 43 del Regolamento (UE) N.
1290/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’11 dicembre
2013 che stabilisce le norme in materia di partecipazione e
diffusione nell’ambito del programma quadro di ricerca e innovazione
(2014-2020) – Orizzonte 2020 e che abroga il regolamento (CE) n.
1906/2006; Commissione Europea, 2013, 4). Dunque la valorizzazione
mediante proprietà intellettuale (in particolare, brevetti) ha una
precedenza sulla valorizzazione mediante OA.<br>
<pre class="moz-signature" cols="72">--
Paola Gargiulo
International Business Development Unit
IT Solutions for Institutional Research
CINECA, Interuniversity Consortium for ICT & HPC
Via R. Sanzio 4, I-20090 Segrate MI, Italy
<a class="moz-txt-link-abbreviated" href="mailto:email:p.gargiulo@cineca.it">email:p.gargiulo@cineca.it</a>
phone +39 02 26995-218
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skype paolafoca</pre>
</body>
</html>