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Il 04/10/2013 9.20, Mauro Guerrini ha scritto:
<blockquote cite="mid:524E6C44.6010309@unifi.it" type="cite">
<meta http-equiv="content-type" content="text/html;
charset=ISO-8859-1">
<br>
<div class="moz-forward-container"><br>
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charset=ISO-8859-1">
<meta content="MSHTML 6.00.6000.21352" name="GENERATOR">
<style></style>
<div><br>
</div>
<div><font face="Arial" size="2">Ecco il testo del D.L<font
size="2">.</font> Cultura convertito in legge<br>
</font></div>
<div><a moz-do-not-send="true"
href="http://download.repubblica.it/pdf/2013/cultura/disegno_legge_tutela.pdf">http://download.repubblica.it/pdf/2013/cultura/disegno_legge_tutela.pdf</a></div>
<div><br>
<font face="Arial" size="2">La norma sull'OA è stata
completamente svuotata.<br>
<font size="2">Ciò dimostra che occorre grande senso di
responsabilità quando si trattano in pubblico questioni
delicate: <font size="2">ne<font size="2">lle settimane
scors<font size="2">e qualcuno si è alzato a
pontificare contro il testo formulato inizialmente,
accusato di essere troppo moderato o inserito in un
<font size="2">documento improprio</font>; le sue
argomentazioni sono state usate da<font size="2">gli
edito<font size="2">ri più retrivi e </font></font>dall'AIE
stessa in funzione anti <font size="2">testo </font>OA
formulato nel D.L. <font size="2">Chi si esprime in
pubblico dovrebbe avere un grande senso di
responsabilità e sapere che ogni affermazione può
essere letta in modi estremamente diversi.</font><br>
<font size="2">Occorre comprendere bene il contesto
editoriale<font size="2"> <font size="2">e
accademico italiano, </font></font>che non è
affatto favorevole all'OA, come dimostra il t<font
size="2">esto convertito in legge ieri,
conseguenza dell'intervento delle lobbies
potenti di una parte consistente degli editori
italiani (per fortuna qualcuno di loro non è su
queste posizioni) e di una parte consi<font
size="2">stente del mondo accademico</font>,
visto che il testo <font size="2">è stato
riformulato da un ex rettore<font size="2">.
C'è anche chi ha detto che l'Italia non <font
size="2">è ancora pronta per una legge
sull'OA! Mi sembra una sciocchezza: <font
size="2">dieci-quindici anni buttati via<font
size="2">? e le università e le
agenzie private che si sono mosse
attivamente in questa direzione? Il
tempo è questo, ma occorre muoverci
uniti e consa<font size="2">pevoli del
contesto in gran parte <font
size="2">ostile.</font></font><br>
</font></font></font></font></font></font></font></font></font></font></font></font>Non
dem<font size="2">o</font>ralizziamoci, ma cerchiamo, la
prossima volta, di e<font size="2">ssere più responsabili e
avere maggiore senso po<font size="2">litico: chi va alle
trattative diviso è des<font size="2">tinato a sicuro
insuccesso.</font></font></font><br>
</div>
<br>
Saluti,<br>
mauro guerrini<br>
<br>
</div>
<br>
<br>
</blockquote>
Carissimi,<br>
<br>
ho seguito poco il dibattito che c'e' stato intorno al Decreto legge
che mi sembra sia circolato soprattutto sulla lista OA-CRUI e,
quindi, faccio alcune osservazioni di carattere un po' generale ma
vorrei farle:<br>
<br>
da un lato la tempistica: forse questa norma è arrivata in modo
troppo veloce, troppo presto e senza che fossero sentiti altri
interlocutori. E' peculiare anche il fatto che questa norma sia
stata inserita in un decreto MiBAC mentre l'interlocutore piu'
naturale per l'OA è il MIUR che prima o poi dovra' fare i suoi
passi. Mi risulta che la ministra Carrozza abbia mostrato un
interesse particolare per l'Open Access. Se la <a
href="http://minimacademica.wordpress.com/2013/09/20/laccesso-aperto-e-legge-in-germania/"
target="_blank">modifica alla legge sul diritto d'autore in
Germania</a>, con la quale si consente agli autori la
ripubblicazione delle opere in repository ad accesso aperto fosse
arrivata prima forse la norma italiana sarebbe stata posta in modo
diverso e piu' efficace o altrove.<br>
<br>
<br>
dall'altro il dialogo con gli editori: bisogna aprirsi al dialogo
con gli editori italiani non considerarli un ostacolo. Anche perche'
esistono enormi differenze tra editori italiani e editori
internnazionali e nell'ambito degli editori italiani. Piu' volte ho
espresso in pubblico l'opinione che bisognerebbe creare in Italia
un tavolo di lavoro sull'OA con i vari stakeholders dell'accesso
aperto. <br>
Concordo con Mauro Guerrini il cui intervento ho apprezzato
enormemente per la sua estrema franchezza che la strada diplomatica
e' quella che porta i maggiori vantaggi. <br>
Credo che, comunque, sia stato positivo che in Parlamento si sia
discusso di OA e che l'OA entri in politica e nel dominio
dell'opinione pubblica . Questo è un punto di partenza e non
certamente di arrivo per l'OA in Italia. <br>
saluti alla lista<br>
<br>
Maria Cassella<br>
<br>
<br>
<br>
<pre class="moz-signature" cols="72">--
Maria Cassella
Università di Torino
Via Po, 17 - 10124 Torino
Tel. ++390116703414
Fax ++390116703477</pre>
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