Paola,<br>la mia voleva essere un allarme-provocazione per sensibilizzare l'attenzione verso questa commistione apparentemente virtuosa fra riviste tradizionali e movimento dell'OA.<br>E' chiaro che Elsevier, come tutti i grandi publishers, permette il deposito degli articoli nei IR o altrove. Ma quanto ha speso e spende in lobbing per cercare di distruggere il movimento? E ce li siamo scordati , per volare basso, gli interventi di Carpi de Resmini a Messina?<br>
Che poi gli articoli siano interessanti non vi è dubbio. Io, per così dire, contesto il fatto che siano pubblicati "lì".<br>E' pur sempre - per parafrasare Benigni - un articolo sulla mirabile velocità della gazzella e delle antilopi degli altopiani scritto dal direttore dello zoo.<br>
Ezio<br><br><div class="gmail_quote">2008/5/20 Paola Gargiulo <<a href="mailto:paola.gargiulo@caspur.it">paola.gargiulo@caspur.it</a>>:<br><blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; padding-left: 1ex;">
Ezio,<br>
ma li puoi sempre leggere in versione OA, diversi articoli apparsi su riviste Elsevier relatvi all'OA. Un esempio e' la rivista Serials Review di Elsevier che ha pubblicato negli ultimi 4 anni ben due fascicoli dedicati all'OA.L'editor di questa rivista si e' battuto per averli in OA, ma senza successo.<br>
Alcuni degli autori pero' hanno messo in OA il post-print degli articoli sugli archivi istituzionali ed hanno inviato le url nelle varie liste e pertanto sono consultabili OA.<br>
Nel caso specifico forse andrebbero contattati gli autori ed invitati a despositarli nel loro archivio istituzionale se esiste o qualora Rutgers non l'avesse sulle loro pagine personali, visto che Elsevier permette entrambi. Sta anche agli autori e non solo agli editor cambiare le regole.<br>
Paola<br>
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<br>
Ezio Tarantino ha scritto:<br>
<blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; padding-left: 1ex;">
Posso dire una cattiveria? Una cattiveria "scientifica" , non personale.<br>
Trovo davvero paradossale - e direi scorretto - qualsiasi articolo sull'open access pubblicato su qualsiasi rivista dell'Elsevier. Anche se l'editor in chief è il "simpatico" David Kohl.<br>
Ne faccio un problema di etica e di ermeneutica.<br>
Non ritengo affatto corretto costringere chi legge, o chi ascolta l'intervento ad un convegno, magari di ICOLC, a dover farsi carico di strumenti interpretativi raffinati, oltre quelli cui deve far ricorso in condizioni "normali", per riuscire a capire tra le righe, a districarsi fra retropensieri, legittime opinioni, dietrologie in agguato.<br>
Se vado ad un convegno e sento Kohl magnificare il big deal non devo essere costretto a sapere che Kohl è in qualche modo espressione di una linea editoriale di Elsevier (e non mi si dica il contrario, per carità). E se non lo so potrei essere persuaso dagli argomenti di Kohl. Che però non sono del tutto "onesti". Se lo so faccio la tara; ma se non lo so, sono stato ingannato.<br>
E infatti secondo me un editor in chief di Elsevier che magnifica il big deal è senz'altro coerente ma profondamente scorretto nei confronti di chi lo ascolta o di chi lo legge.<br>
<br>
Chi scrive deve darmi la garanzia che la mia capacità di comprensione del testo deve essere esattamente la stessa che ho quando leggo un articolo su questo argomento scaricato da E-LIS. Il testo deve garantirmi la sua assoluta neutralità in ordine a interessi retrostanti. E questo diritto, trattandosi della casa editrice maggiormente esposta contro l'OA francamente mi pare fortemente compromesso.<br>
<br>
Per cui, dal momento che non ho la voglia né il tempo di pesare ogni singola frase, di leggerla alla luce di un legittimo sospetto (per quanto magari infondato), di filtrarla con il passino della dietrologia, oltre a quello della competenza, non leggerò un articolo sull'Open access pubblicato su una rivista Elsevier.<br>
Ciao,<br>
Ezio<br>
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<br>
Maria Cassella ha scritto:<br>
<blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; padding-left: 1ex;"><div><div></div><div class="Wj3C7c">
Il Journal of Academic Librarianship è, bisogna ammetterlo, una bella rivista prifessionale pubblicata dall'Elsevier. Nel numero di maggio trovate per chi ha l'accesso un articolo sui depositi istituzionali<br>
<br>
Institutional Repositories: Faculty Deposits, Marketing, and the Reform of Scholarly Communication Authors: Jantz, Ronald C.a; Wilson, Myoung C.a Affiliations: a. Rutgers University Libraries, USA Abstract (English): This study explores faculty deposits in institutional repositories (IR) within selected disciplines and identifies the diverse navigational paths to IR sites from library Web site homepages. The statistical relationship between the development of an IR and the presence of a Web site dedicated to the reform of traditional scholarly communication is also explored. The implications for the development of institutional repositories are highlighted.<br>
<br>
Publisher: Elsevier Science<br>
DOI: 10.1016/j.acalib.2008.03.014<br>
saluit<br>
MC<br>
<br></div></div>
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