[Oa-italia] Posizione CARE su transfromative agreements

Elena Giglia elena.giglia a unito.it
Lun 18 Mar 2019 09:38:38 CET


Cari tutti,
ieri finalmente, complice la giornata uggiosa e gelida, sono riuscita a
vedere (in parte) la registrazione della giornata dell'8 marzo scorso alla
Sapienza sui transformative agreements e PlanS.
Vi segnalo, dai minuti 1h05 a 1h29, l'intervento del prof. Pozzolo,
coordinatore di CARE.
https://www.youtube.com/watch?v=ILj843UVJMI
Vi invito a confrontare questo intervento con quello, di ben altro tono e
prospettiva, di Colleen Campbell lo scorso 21 febbraio sempre a Roma
(disponibile su www.oa.unito.it nella sezione Eventi).
A parte un diffuso pregiudizio (avverso) all'idea della transizione
all'Open Access, per cui tutti gli elementi magistralmente evidenziati da
Colleeen come positivi per scardinare il sistema non competitivo (il
passaggio di focus dal pacchetto big deal al singolo articolo, per cui si
crea vera concorrenza fra chi offre il servizio) vengono invece presentati
come criticita' pesanti e - dal tono generale - insormontabili, ma nel
breve intervento si registrano anche alcune informazioni non solo errate ma
fuorvianti:
a) 1h15 si insinua in modo veramente spiacevole - perche' del tutto falso -
che i contratti vengano "strappati di fronte alle telecamere per poi essere
riaggiustati subito dopo con lo scotch": vi invito a vedere la
presentazione della rettrice svedese a Berlino o gli articoli sulla rottura
in California, da cui si capisce chiaramente che ben altra e' la
determinazione e che non c'e' nessun "inciucio" come scorrettamente
insinuato qui
b) 1h.21 si dice esplicitamente che e' stato fatto l'esercizio di spalmare
i costi per articolo del contratto Wiley i Germania (2700 euro) sulla
realta' italiana, arrivando a un risultato di costi insostenibile per gli
atenei. Peccato che
- Colleen abbia detto e ripetuto che questa operazione NON va fatta (cfr.
anche FAQ del contratto https://www.projekt-deal.de/faq-wiley-contract/)
 perche' 2700 si riferiscono alla realta' tedesca e sono calcolati in base
alla quantita' di pubblicazioni TEDESCHE su Wiley
- CARE non mi risulta abbia mai richiesto i dati utili a questo tipo di
calcolo (APC pagate e numero di articoli pubblicati in generale su Wiley)
agli atenei. Solo su questa base si puo' calcolare una cifra realistica per
l'Italia
c) viene presentata un'alternativa a questa transizione nel senso di
"allora pubblichiamo solo sui repository" senza peer review. Chi l'ha mai
sostenuto? La proposta di Bjoern Brembs e' un po' diversa, basta leggerla.
Perche' ai repositories si applica open peer review o commento della
community, esattamente come avviene su arXiv (per inciso, nell'intervento
si dice anche che i fisici sono avvantaggiati perche' hanno il Green con
arXiv... ma IRIS? Questo sconosciuto? Tutti gli atenei hanno la
possibilita' di scegliere il green, peccato che gli IRIS siano vuoti di
postprint a causa della mancanza di formazione/informazione)
d) viene ripetutamente fatto cenno a Sci-Hub come se fosse l'alternativa
ufficiale - proposta come tale - alle trattative, "tanto si legge tutto su
SciHub ma non e' una soluzione che un economista puo' accettare perche' io
credo nei contratti". Nessuno ha mai presentato SciHub  come un'alternativa
ai contratti ne' tanto meno come un'iniziativa Open Access. Chi lo sostiene
e' in malafede. SciHub e' un sintomo - grave: il solo fatto che condividere
la conoscenza sia diventato illegale deve far riflettere, come dice Bernard
Rentier - che il sistema attuale e' in pezzi, e non e' piu' sostenibile.
Continuare a firmare contratti non transformative non fa che perpetuare il
sistema di cui SciHub e' una reazione (che e' e resta illegale).
e) il riferimento a quanto paga l'universita' del Molise e' contradditorio,
perche' si dice che rispetto a una quota simbolo 100.000 non sarebbero
disposti a pagare di piu', ma subito dopo si afferma che in abbonamenti
pagano di piu'. ????
f) l'atteggiamento di 1h28 "non so vediamo Springer cosa mi offre" non e'
proprio in linea per es. con quanto hanno fatto in Norvegia e con quanto
deciso a Berlino, ovvero che le richieste debbano essere autori mantengono
copyright, Open Access immediato, cost-neutral (
https://oa2020.org/b14-conference/final-statement/ ) che e' esattamente
cio' che la Norvegia ha proposto all'editore (non aspettando un'offerta):
su questo si e' rotta la trattativa.

Ora e' vero che da parte degli atenei c'e'una forte pressione a mantenere
l'accesso, ma
- cosa ha fatto CRUI (CARE e OA) in questi anni per diffondere la
consapevolezza che un mese di accesso in meno serve a ottenere un beneficio
maggiore, ovvero la trasformazione di un sistema? l'esperienza della
California e della Svezia in questo e' chiara: dietro ai negoziatori c'e'
una comunita' consapevole dei costi e dei benefici
- in Germania non hanno il contratto Elsevier da due anni. Avete sentito di
suicidi in massa o di dimostrazioni di piazza? Non mi pare. Quindi forse si
puo' provare
- il recente caso ACS dimostra che tanto l'accesso viene interrotto
comunque, e solo per costringere ad accettare le condizioni della parte
editoriale. Buoi per buoi, preferirei stare al buio per una ragione piu'
valida.

Credo che, poiche' CARE negozia in nome e per conto degli atenei (e pagata
da noi), forse sarebbe il momento di
- rinegoziare con CARE  i termini del mandato, ma serve un'azione congiunta
degli SBA, non basta per es. la lettera di UniMi su Elsevier
- essere informati maggiormente da CARE sui termini delle contrattazioni,
cosa che - dicono le colleghe - viene invece fatto a ridosso della firma,
con pochissimi giorni per l'accettazione che quindi impediscono di fatto un
confronto aperto all'interno degli atenei.

Come scrivevo nel report da Berlino, c'e' anche il rischio che l'Italia
resti isolata nel fronte comune che si e' creato a livello globale negli
ultimi mesi. Il che non fa altro che il gioco degli editori commerciali che
da anni stiamo pagando sempre piu' caro - con soldi pubblici - perche' di
fatto chiudano il contenuto dietro un abbonamento, invece di aprirlo a
tutti.

Buona giornata
eg





-- 
dr. Elena Giglia
Unità di progetto Open Access
Direzione Ricerca e Terza Missione
Universita' degli Studi di Torino
tel. +39.011.670*.4191*
Skype: egiglia
www.oa.unito.it

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