[Oa-italia] I matematici colpiscono ancora, su PlanS e Open Access

Elena Giglia elena.giglia a unito.it
Lun 10 Giu 2019 09:12:24 CEST


Segnalo su questo tema un post molto bene argomentato su ROARS, che entra
nel dettaglio del documento piu' lungo dell'Unione Matematica Italiana di
cui il blog post commentato d ame era solo una presentazione:
https://www.roars.it/online/open-access-open-science-e-lumi-difficile-mettere-insieme-una-tale-serie-di-inesattezze/
Cari saluti
eg

Il giorno gio 6 giu 2019 alle ore 20:15 Elena Giglia <elena.giglia a unito.it>
ha scritto:

> Buonasera,
> se non l'avessi letto non ci crederei:
> http://maddmaths.simai.eu/comunicare/open-access-opportunita-o-minaccia/
>
> Difficile sintetizzare in poche parole una replica a tante e tali falsità,
> ci ho provato sul sito ROARS Facebook dove questo post è stato condiviso,
> copio i punti qui perché davvero si tratta di disinformazione all'ennesima
> potenza. C'e' da augurarsi che siano un tantino piu' accurati e rigorosi
> quando facciano ricerca.
>
> 1) "della modalità in cui la commissione europea e le riviste commerciali
> stanno operando". PlanS è un documento redatto da 14 enti di finanziamento
> della ricerca riuniti in CoalitionS, non dalla Commissione Europea, che lo
> sostiene certo nelle sue finalità (rendere pubblica la ricerca pagata con
> fondi pubblici). S sta per speed, per velocizzare una transizione all'open
> access che dura da oltre 15 anni e che in questo tempo è servita solo a
> raddoppiare gli introiti delle grandi case editrici, il cui giro d'affari
> dal recente studio Eur. University Association è di oltre 700 milioni di
> euro di abbonamenti nella sola Europa. Fondi pubblici usati per
> "ricomprare" ricerca già prodotta con fodni pubblici e poi "chiusa" dietro
> abbonamenti carissimi.
>
> 2)"il modello di business prevalente presso gli editori commerciali è
> attualmente quello in cui l’autore o la sua istituzione paga per poter
> pubblicare". Falsità assoluta. Nella Directory of Open Access Journals sono
> indicizzate 13.358 riviste. Di queste, 3.542 richiedono il pagamento di una
> APC. Fa il 27%, quindi parlare di "modello prevalente" è del tutto
> scorretto. Né è vero che PlanS preveda per forza solo il cosiddetto Glod
> Open Access e le APC. In PlanS al punto 5 si trova scritto "When Open
> Access publication fees are applied, they must be commensurate with the
> publication services delivered and the structure of such fees must be
> transparent to inform the market and funders potential standardisation and
> capping of payments of fees". "When", ovvero nel 27% dei casi.
>
>  3) "Risulta quindi chiaro che questo modello [APC] ha diversi aspetti
> molto negativi." Quali? Le APC sono pagate una volta per sempre e da una
> sola istituzione, quella dell'autore. E unavolta pagate aprno il contenuto
> per tutti. Gli abbonamenti sono pagati ogni anno da tutte le istutizioni
> per le stesse riviste, crescono ogni anno del 3,6%, e chiudono il contenuto
> per chiunque non abbia abbonamento.
> Inoltre, il sistema abbonamento+Impact Factor/ranking di riviste per la
> valutazione ha prodotto un ambiente ipercompetitivo per cui il numero di
> ritrattazioni per dati falsi o fabbricati cresce ogni giorno (vedere
> Retraction Watch, https://retractionwatch.com/) ed esiste una
> correlazione netta fra Impact Factor della rivista e numero di
> rtirattazioni, a riprova che l'attuale sistema è del tutto rotto (
> https://iai.asm.org/content/79/10/3855). E NON si tratta di articoli
> pubblicati sulle amose "riviste predatorie", ma su quelle con piu' alto
> Impact Factor.
>
> 4) "La commissione europea si è assunta compito di presentare un piano di
> sviluppo per l’Open Access entro giugno 2019," altra falsità assoluta. E'
> CoalitionS che presenta PlanS. Chi coordina CoalitionS è Science Europe,
> formato da enti di finanziamento della ricerca. La Commissione ha già le
> sue politiche Open in Horizon2020 secondo il principio "as open as
> possible, as closed as necessary".
>
> 5) " Nel documento preliminare (PLAN S) è contenuta la seguente allarmante
> affermazione:
>
> After 1 January 2020 scientific publications on the results from research
> funded by public grants provided by national and European research councils
> and funding bodies, must be published in compliant Open Access Journals or
> on compliant Open Access Platforms."
>
> Intanto PlanS NON è un documento preliminare a nulla, ma un documento a sé
> stante, pubblicato il 4 settembre 2018 e rivisto il 31 maggio 2019 dopo una
> consultazione pubblica che ha ottenuto più di 600 feedback. Inoltre
> a) la data "allarmante" del 1 gennaio 2020 era originariamente contenuta
> nelle Conclusioni del Consiglio sulla Competitività del 26 maggio 2016,
> sotto presidenza olandese del Consiglio d'Europa. PlanS è stato pensato
> appunto per velocizzare questa transizione, e per raggiungere l'obiettivo
> fissato dal Consiglio (
> https://www.consilium.europa.eu/.../compet/2016/05/26-27/)
> b) se qualcuno si fosse preso la briga di leggere i nuovi dieci punti di
> PlanS pubblicati il 31 maggio si sarebbe accorto che la data, appunto per
> venire incontro alle preoccupazioni espresse in alcuni feedback dalla
> comunità scientifica, è stata posticipata di un anno, al 2021.
> Questo non toglie che di Open Access si stia parlando dal 2003, e che la
> pretesa "transizione" così a rilento abbia favorito solo gli editori e non
> certo la comunicazione scientifica
>
> 6) "Poiché nel documento sono assenti le proposte attuative," questa la
> falsità più enorme.
> Le prime Linee Guida per l'Implementazione di PlanS sono state pubblicate
> lo scorso 26 novembre 2018. E' stat poi aperta la Consultazione pubblica
> fino a febbraio 2019 (i feedabck si trovano qui:
> https://unlockingresearch-blog.lib.cam.ac.uk/?p=2433)
> Il 31 maggio sono state rilasciate le nuove Linee Guida,
> https://www.coalition-s.org/principles-and-implementation/ che prevedono
> 3 modi per essere confomri a PlanS, ovvero la pubblicazione su riviste o
> piattaforme Open Access, il deposito in archivi tipo arXiv purché senza
> embargo, la pubblicazione in riviste "ibride" purcheé coperte da
> transformative agreement, ovvero in transizione verso il modello Open
> (altrimenti le riviste ibride non sono assoultamente ammesse).
> Nella nuova versione di PlanS del 31 maggio inoltre è stato inserito un
> altro punto cruciale, il numero 10, ovvero modificare i criteri di
> valutazione della ricerca:
> The Funders commit that when assessing research outputs during funding
> decisions they will value the intrinsic merit of the work and not consider
> the publication channel, its impact factor (or other journal metrics), or
> the publisher
>
>  7) " lasciando al mercato il compito di trovare la soluzione più adatta,
> cosa che riteniamo sia un grave errore." Di nuovo falso. Bastterebbe
> leggere il punto 5 di PlanS, ovvero
> The Funders support the diversity of business models for Open Access
> journals and platforms. When Open Access publication fees are applied, they
> must be commensurate with the publication services delivered and the
> structure of such fees must be transparent to inform the market and funders
> potential standardisation and capping of payments of fees
> Quello che si chiede è la trasparenza dei contratti con gli editori
> (attualmente coperti da non-disclosure clauses) e la trasparenza nella
> determinazione del prezzo delle APC, come si legge nelle Implentation
> guidelines al punto 5:
> Alongside this, cOAlition S will establish on-going monitoring to maintain
> transparency and a clear understanding of costs and prices. cOAlition S
> will thereby contribute to establishing fair and reasonable prices for
> publishing services, including equitable waiver policies, that reflect the
> publishing costs. Individual cOAlition S funders may decide to standardise
> and cap the reimbursement of services that they will cover through their
> grants. cOAlition S may at a later time decide to implement caps in a
> coordinated way if unreasonable price levels are observed.
>
> 8) "La contrattazione nazionale con le case editrici ci sembra invece uno
> strumento imprescindibile per regolamentare l’applicazione del PLAN S,
> salvaguardando l’indipendenza della comunità scientifica."
> Sull'indipendenza della comuntià scientifica, se intesa come "academic
> freedom", si legga Stephen Curry dell'Imperial College London:
> http://occamstypewriter.org/.../academic-freedom-and.../
>
> 9) "In alcuni paesi europei, gruppi di istituzioni universitarie e di
> ricerca hanno tentato di trovare accordi con le case editrici, che non
> penalizzino la comunità scientifica, ma a nostra conoscenza, nessun accordo
> è andato a buon fine." Io non so veramente in che mondo viviate, per poter
> scrivere una cosa del genere.
> a) SPARC Big deal cancellation tracking
> https://sparcopen.org/our.../big-deal-cancellation-tracking/
> b) la Norvegia firma un contratto trasformativo con Elsevier:
> https://www.universityworldnews.com/post.php...
> c) la Germania firma un contratto trasformativo con Wiley:
> https://esac-initiative.org/1st-deal-done-all-german.../
> d) in Olanda hanno già concluso contratti trasformativi con quasi tutti i
> maggiori editori https://www.openaccess.nl/en
> e) la Max Planck ha già contratti trasformativi con quasi tutti gli
> editori: lo si vede nelle slide di Colleen Campbell che fra l'altro
> spiegano molto bene i contratti trasformativi
> https://www.oa.unito.it/.../transformative-agreements-e.../
> f) un registro di TUTTI i contratti trasformativi già firmati si trova in
> https://esac-initiative.org/.../trans.../agreement-registry/
> Direi quindi che ci sono parecchi accordi andati a buon fine.
>
> 10) "Per quanto riguarda l’Italia, segnaliamo con preoccupazione che poco
> si è fatto. Il 21 maggio 2019 si è tenuto a Roma un convegno organizzato
> dalla CRUI dal titolo: L’evoluzione del mercato dell’editoria scientifica.
> Dagli interventi al convegno non abbiamo rilevato proposte operative a
> salvaguardia della comunità scientifica" Su questo punto siamo in perfetto
> accordo.
> Sarebbe utile leggere con attenzione la Guida alla contrattazione
> pubblicata da qualche settimana dall'Università della California, che ha
> recentemente rotto le trattative con Elsevier perchè non venivano incontro
> alle richieste di Open access dell'intera comunità scientifica:
> https://osc.universityofcalifornia.edu/.../negotiating.../
>
> Verrebbe da piangere.
> Buona serata
> eg
>
>
> --
> dr. Elena Giglia
> Unità di progetto Open Access
> Direzione Ricerca e Terza Missione
> Universita' degli Studi di Torino
> tel. +39.011.670*.4191*
> Skype: egiglia
> www.oa.unito.it
>
> *NOAD OpenAIRE Italy*
> https://www.openaire.eu/
> noad-it a openaire.eu
>
>

-- 
dr. Elena Giglia
Unità di progetto Open Access
Direzione Ricerca e Terza Missione
Universita' degli Studi di Torino
tel. +39.011.670*.4191*
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