[Oa-italia] R: Bjoern Brembs su PlanS

Rossana Morriello rossana.morriello a polito.it
Lun 21 Gen 2019 12:56:50 CET


Leggo tutte insieme le mail degli ultimi giorni e, sebbene non sia riuscita a leggere tutti i documenti citati, mi pare che le perplessità sollevate da Paola Galimberti e ancor prima da Tessa Piazzini siano assolutamente cruciali.

All’estero si stupiscono di come abbia fatto l’Italia a sottoscrivere il contratto con Elsevier, ma all’estero forse non hanno presente che in Italia c’è una legge che impone l’uso degli indicatori bibliometrici nella valutazione della ricerca, con indicazione precisa delle banche dati da usare.

Le dichiarazioni sono un’operazione facile – concordo con Paola - (d’altronde quella di Messina non è stata firmata da tutti gli atenei o quasi, ben 14 anni fa?) e l’implementazione forse lo è anche in alcuni paesi, ma in altri è perlomeno molto più complicata. 

 

Da tutta questa discussione mi è tornata in mente la prima fase di diffusione delle riviste elettroniche, molti anni fa, in cui c’era grande entusiasmo nel mondo bibliotecario poiché si pensava che il digitale avrebbe abbattuto i costi di abbonamento alle riviste. 

Come ben sappiamo, non è andata così. Mi auguro che in questo caso sia diverso e che l’open access non si trasformi solo in un nuovo modello di business per gli editori, ma qualche perplessità, soprattutto su soluzione radicali come Plan S, mi resta, anche vedendo come alcuni editori stiano ‘cavalcando’ questo movimento.

 

Saluti a tutti

Rossana

 

 

Da: OA-Italia [mailto:oa-italia-bounces a openarchives.it] Per conto di Paola Galimberti
Inviato: giovedì 17 gennaio 2019 13:38
A: Lista di discussione su temi relativi all'accesso aperto
Oggetto: Re: [Oa-italia] Bjoern Brembs su PlanS

 

Appunto Elena.

Una ulteriore dichiarazione di intenti 

Per questo parlo di metodiche e di loro implementazione.

Le dichiarazioni le fanno tutti.L'implementazione è un'altra cosa. 

Un saluto

Paola

 

 

Il giorno gio 17 gen 2019 alle ore 12:47 Elena Giglia <elena.giglia a unito.it> ha scritto:

Da PlanS Preamble

We recognise that researchers need to be given a maximum of freedom to choose the proper venue for publishing their results and that in some jurisdictions this freedom may be covered by a legal or constitutional protection. However, our collective duty of care is for the science system as a whole, and researchers must realise that they are doing a gross disservice to the institution of science if they continue to report their outcomes in publications that will be locked behind paywalls.

We also understand that researchers may be driven to do so by a misdirected reward system which puts emphasis on the wrong indicators (e.g. journal impact factor). We therefore commit to fundamentally revise the incentive and reward system of science, using the San Francisco Declaration on Research Assessment (DORA) as a starting point.

Da Open Science policy Platform https://ec.europa.eu/research/openscience/index.cfm?pg=open-science-policy-platform 

Minutes First meeting Sept. 28 2018

During the Romanian Presidency it is planned to make a Declaration on
new indicators and reward system, aligned to the DORA Declaration.

 

Che la valutazione della ricerca sia centrale non è una novità ed è ben chiaro a tutti gli attori.

eg

 

Il giorno gio 17 gen 2019 alle ore 11:45 Maria Cassella <maria.cassella a unito.it> ha scritto:

Concordo con Paola Galimberti. Non si può pensare di obbligare i ricercatori a pubblicare su riviste DOAJ o interamente OA se quelle di riferimento non sono OA. Sono ad un corso di web marketing. Tutti sanno che il brand conta eccome. Anche nella comunicazione scientifica. E la valutazione contribuisce a creare il brand delle riviste.

Plan S mette un tetto alle APC. Il resto per ora è difficile da prevedere.

Non ho letto il documento di Brembs.

Saluti alla lista

MC



Il giorno giovedì 17 gennaio 2019, Paola Galimberti <paola.galimberti a unimi.it> ha scritto:

  Elena Giglia [Nessuno sembra notare che ci sono in DOAJ oltre il 70% di riviste Open che non richiedono alcuna APC.]

 

Si nota eccome Elena, ma resta l'enorme, irrisolto problema della valutazione, quella stessa per cui Brembs nella sua pagina dice che da quando è professore sono i suoi colleghi giovani a scegliere il canale in cui pubblicare...

Allora a mio parere il vero punto debole è che nonostante decine di dichiarazioni di principio la maggior parte degli enti che fanno parte della coalition non hanno elaborato un sistema di valutazione PUBBLICO che prescinda dagli indici quantitativi.

E' questo il vero punto debole su cui a mio parere la coalizione si dovrebbe concentrare.Non fare dichiarazioni di principio ma proporre (e applicare) nuovi modelli e nuove metodologie che permettano ai giovani (e non) di scegliere in piena tranquillità il canale di pubblicazione senza doversi preoccupare del fatto che poi potrebbero rimetterci..

Paola

 

Il giorno gio 17 gen 2019 alle ore 09:51 Elena Giglia <elena.giglia a unito.it> ha scritto:

Cara Tessa e tutti,

Bjoern Brembs ha appena pubblicato un post che in parte affronta anche alcuni dei tuoi timori

http://bjoern.brembs.net/2019/01/providing-recommendations-for-plan-s-implementation/

Io credo che ci sia sempre un vizio di fondo nell'equazione PlanS=APC, ma tant'è.

Nessuno sembra notare che ci sono in DOAJ oltre il 70% di riviste Open che non richiedono alcuna APC.

Buona giornata

eg

-- 

dr. Elena Giglia
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