[Oa-italia] Fwd: Rilievo su frasi del prof. Marcati

Maria Chiara Pievatolo mariachiara.pievatolo a unipi.it
Mer 10 Ott 2018 09:46:47 CEST


On 10-10-2018 08:44, Alessandro Sarretta wrote:
> Cari Roberto e Maria Chiara,
> 
> apprezzo le citazioni e gli spunti di approfondimento, che 
> arricchiscono sempre.
> 
> Però, sul punto specifico, ritengo invece sbagliato abbandonare dei
> luoghi di discussione (in questo caso Facebook) che sono parte della
> realtà, volenti o nolenti, in cui si scambiano opinioni, si possono
> avere discussioni, si può interagire, dipende da come lo si fa.

Il "come" è pesantemente condizionato dal dispositivo: discutere su 
Facebook significa accettare che (https://stallman.org/facebook.html):

- i propri dati personali siano usati per manipolarti e spiarti
- un algoritmo proprietario stabilisca che cosa farti vedere e che cosa 
no
- l'ambiente di discussione sia disegnato in modo da tenerti il più 
possibile agganciato, per spremerti più dati
- il rozzo sistema dei like promuova le opinioni più estreme e banali
- i metadati sulla effettiva popolarità della discussione e sul numero 
di utenti veri non siano noti e tu debba credere alla parola di 
un'azienda privata che trae guadagno proprio dal fatto che tu creda sia 
indispensabile discutere proprio lì, perché loro sono "la realtà"
- le regole della discussione, quanto è censurabile e quanto no, siano 
stabilite dalla stessa azienda privata e non dalla comunità delle 
persone che discute.

Ogni volta che si entra in Fb e si accetta tutto questo, si contribuisce 
al suo successo. Per me stare su Fb è come essere a favore della scienza 
aperta e però pubblicare e fare da revisore per le riviste ad accesso 
chiuso  di Elsevier, perché sono parte della realtà.

> Dire che bisogna spostarsi a discutere da altre parti mi sembra
> assolutamente ingenuo e inefficace.

L'unico modo per usare FB senza esserne usati è appunto - così per 
esempio fa Roberto Caso - impiegarlo esclusivamente per condividere 
informazioni e invitare chi vuole discuterle a spostarsi con noi 
altrove, mostrando con i fatti che si può conversare più civilmente in 
altri ambienti.

  Tra l'altro AISA (e almeno alcuni
> membri del direttivo) è presente in Facebook e potrebbe interagire per
> aumentare l'informazione (e non i pregiudizi) anche lì. Il fatto che
> non lo si sia fatto, anche in questo contesto specifico, nel quale si
> è fatta disinformazione e si sono offese persone e ruoli importanti
> anche in AISA, secondo me è stato ed è sbagliato.

Parlo solo per me e non per AISA: che cosa avrebbe guadagnato la causa 
della scienza aperta dalla trasformazione di uno scontro personale in 
uno scontro istituzionale? Perché dovremmo farci condizionare così da Fb 
da  trasformare un potenziale alleato in un nemico? Fuori da Fb, chi è 
padrone di sé sa apprezzare la differenza fra chi butta i bibliotecari 
dalla finestra e chi fa entrare i ricercatori dalla porta :-)

Dino Risi, dei film di Nanni Moretti, che pure stimava come regista, 
diceva "Spostati, Nanni, che voglio vedere il film". Ecco, anch'io 
preferisco vedere il film: e vorrei anche che la regia di quel film 
fosse di Nanni Moretti, e non di Facebook.

Un saluto,
MCP
-- 
Maria Chiara Pievatolo
Dipartimento di Scienze politiche Università di Pisa
Via Serafini 3 56126 Pisa (Italy)
+39 050 2212479
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