[Oa-italia] Il consorzio svedese BIBSAM cancella l'accordo con Elsevier
Maria Chiara Pievatolo
mariachiara.pievatolo a unipi.it
Mer 16 Maggio 2018 11:46:45 CEST
On 16-05-2018 10:36, Ezio Tarantino wrote:
> Salve.
> In realtà la citazione di Maria Chiara Pievatolo illustra una classica,
> efficace strategia negoziale, intrapresa allo scopo di ottenere
> condizioni
> più vantaggiose.
> Sembra di capire, invece, che gli svedesi abbiano proprio rinunciato a
> rinnovare il contratto,
Il testo segnalato dice che Elsevier non ha proposto modelli in grado di
soddisfare quanto Bibsam richiedeva, e cioè
- Immediate open access to all articles published in Elsevier
journals by researchers affiliated to participating organisations
- Reading access for participating organisations to all articles in
Elsevier’s 1,900 journals
- A sustainable price model that enables a transition to open access
e dunque Bibsam non rinnova gli abbonamenti, perché "the current system
for scholarly communication must change and our only option is to cancel
deals when they don’t meet our demands for a sustainable transition to
open access". Mi sembra che scegliere se presentare una nuova proposta
oppure lasciare Bibsam a se stessa tocchi a Elsevier. In Germania, una
mossa simile si è rivelata una efficace strategia negoziale.
È teoricamente e anche praticamente possibile - lo insegnano Tim Gowers
e B. Brembs
(http://bjoern.brembs.net/2015/04/what-should-a-modern-scientific-infrastructure-look-like/)-
progettare una infrastruttura pubblica che, se proprio deve includere
gli editori, li inserisca come venditori di servizi e non come
apportatori di marchi fondati sul lavoro quasi sempre gratuito dei
ricercatori stessi, e *nel frattempo* assumere posizioni negoziali
coraggiose (così da risparmiare qualcosa da destinare a soluzioni OA
controllate da ricercatori ed enti di ricerca).
> Mi auguro non semplicemente con il document delivery! (ovvero: come
> sfruttare il prossimo senza pagare niente e farci pure una bella
> figura).
Se questa è una soluzione provvisoria per raggiungere un accordo più
vantaggioso o per lavorare per qualcosa di più audace non vedo perché
non si possa adottarla, nel contesto di una panoplia di alternative
quasi tutte legali
(http://bjoern.brembs.net/2016/12/so-your-institute-went-cold-turkey-on-publisher-x-what-now/
) per l'uso degli utenti. In fondo è quello che hanno fatto i tedeschi.
È vero che si conta, provvisoriamente, sugli abbonamenti altrui: ma ogni
trattativa conclusa con successo rafforzerà anche la posizione negoziale
futura di chi al momento sta pagando gli abbonamenti. "Divide et impera"
è un gioco che possono permettersi soltanto i forti.
Insomma, non mi sembra che le due opzioni del negoziato, anche duro, e
dell'impegno per infrastrutture più aperte debbano per forza essere
alternative. Possono tranquillamente essere concorrenti, in modo da
evitare il rischio di imitare quello scolastico di hegeliana memoria che
rifiutava di gettarsi in acqua prima di aver imparato a nuotare -
rischio ben illustrato dalla citatissima vignetta contenuta qui:
http://bjoern.brembs.net/2018/01/why-academic-journals-need-to-go/
A presto,
MCP
--
Maria Chiara Pievatolo
Dipartimento di Scienze politiche Università di Pisa
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