[Oa-italia] R: E qui si apre la discussione....

Elena Giglia elena.giglia a unito.it
Mar 24 Apr 2018 13:56:45 CEST


Il giorno 24 aprile 2018 13:25, Anna Maria Pastorini <annamp a unige.it> ha
scritto:

> Buongiorno,
>
> sono nuova in lista.
>
> La mia breve esperienza con IRIS e l'OA nell'Ateneo per cui lavoro
> (unige), mi porta a concordare con Rossana Morriello, Paola Galimberti e
> Maria Cassella.
>
> La percezione nel "mio" mondo accademico e' che IRIS sia solo un
> (faticoso) adempimento
>
Cara Anna Maria,
hai centrato in pieno il problema.
Da oltre un anno inizio tutti i miei seminari spiegando cos'e' e quali sono
i vantaggi dell'Open Science, perche' se non si capiscono quelli, IRIS
viene visto appunto solo come un ennesimo adempimento burocratico. Viene
visto come il "figlio" di UGOV e un po' odiato/mal sopportato per quello.
Non se ne colgono le potenzialita enormi (vedi punto 3)...ma il mio dubbio
e': qualcuno le ha spiegate ai docenti?
Io credo che oltre alle politiche in Italia manchi
1) una *vera formazione di fondo*, appunto per far capire che ci sono
vantaggi enormi per tutti nel fare Open Science. Quanti atenei hanno
organizzato una formazione capillare su questi temi? Agli
amministrativi/bibliotecari che poi devono supportare  e ai docenti che
devono depositare?
2) ci sono *alcune leve che si possono utilizzare per mostrare che anche
IRIS e' utile*:
- una cosa che colpisce molto nei seminari e' *unpaywall*: se fai vedere
che unpaywall copre gia' il 48% delle richieste e che il restante 52%
dipende da loro: se depositano il paper in IRIS aiutano chiunque a
trovarlo, e unpaywall diventa lo Sci Hub legale
- un altro servizio che aiuta molto a far "digerire" IRIS e' il *Link Out
da PubMed*, se vi ricordate avevo mandato mail tempo fa: e' facilissimo da
implementare e noi in media abbiamo 7000 download/mese, cosa che e' molto
apprezzata e ha convinto i dip. biomedici a depositare in modo massiccio
- far vedere le *potenzialita' di ORCID*, che tutti hanno e sarebbe davvero
un ottimo strumento se utilizzato
3) una *buona personalizzazione di IRIS* stesso, che significa offrire
strumenti utili e semplificare il piu' possibile il workflow, spiegare
perche' servono certi passaggi ecc.
Ogni tanto mi capita di navigare su alcuni IRIS che... diciamolo
francamente, sono un po' tristi, altro che appealing...
4) sulle *politiche: certo che servono ma non sono una bacchetta magica.*
Una volta adottate vanno implementate - per cui vedi punti 1-3, cui si
aggiunge dover dare tutto il supporto possibile ai docenti per semplificare
loro il compito - seno restano lettera morta. Una politica senza un buon
IRIS non serve a nulla. E come ricordava Paola le politiche nazionali,
quand'anche ci sono, non vengono monitorate ne' supportate, quindi restano
lettera morta.

Io credo in sostanza che IRIS non vada oscurato come diceva Maria ma al
contrario fatto funzionare in tutto il suo potenziale. Ma va inquadrato nel
discorso piu' ampio della Open science, se no e' una enorme occasione
sprecata...
cari saluti
eg


e che sia molto piu' producente (in tutti i sensi) depositare i paper in
> altri repository (researchgate in primis). Peccato, trovo anch'io sia uno
> strumento dall'alto potenziale, minimamente sfruttato.
>
> La non piena legalita' di researchgate rispetto alle policy editoriali OA
> e il fatto che sia un "third part repository" sono state di recente leve
> importanti per iniziare in Ateneo a promuovere il deposito in IRIS...noto
> che i ricercatori sono piu' sensibili a questo genere di spinte, piuttosto
> che a Regolamenti, Manifesti o proclami teorici. Suggerimenti per alzare
> l'asticella?
>
> Concordo anche sull'evidentissima mancanza di politiche nazionali, vero
> fulcro del problema, secondo me.
>
> Grazie per gli ottimi spunti di riflessione che trovo in lista, per una
> neofita come me sono molto importanti!
>
> Saluti
>
> Anna Maria Pastorini
>
> Il 24/04/2018 10:44, Rossana Morriello ha scritto:
>
> IRIS non è uno strumento così scarso, se solo fosse usato nel pieno delle
> potenzialità e non visto come l’ennesimo adempimento amministrativo ai fini
> della valutazione.
>
> Credo che la grossa differenza sia questa. ResearchGate e altri social
> accademici sono ‘liberi’, ci si carica i paper che si vuole, quando si
> vuole, come si vuole, mentre in IRIS si devono caricare i paper in un certo
> modo, secondo certe regole, e obbligatoriamente ai fini della valutazione
>
>
> --
> ______________________
> Dr. Anna Maria Pastorini
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dr. Elena Giglia
Unità di progetto Open Access
Direzione Ricerca e Terza Missione
Universita' degli Studi di Torino
tel. +39.011.670*.4191*
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