[Oa-italia] Quanto manca la formazione Open access

Alessandra Bianchi alessandra.bianchi a unibg.it
Mer 10 Maggio 2017 12:34:41 CEST


Secondo me, l'unica cosa è avere policy mandatarie ID/OA e un team di 
validatori esperti di copyright; come mi disse una volta Harnad, in 
fondo un paper chiuso è un paper con embargo indefinito ;) .... ma 
intanto il pdf è caricato. Abbiamo adottato per un periodo il bottone 
request a copy (ciò che Stavan chiama "almost OA"), senonchè lo usavano 
gli studenti quindi i docenti si sono seccati e l'abbiamo tolto.

Ma bisogna tener presente che col fatto che IRIS si interfaccia col 
loginmiur, tutti mettono la versione buona per ANVUR, ovvero quella 
editoriale, che al 95% non si può aprire.
Dopo anni di advocacy, di mail per spiegare ai docenti che si può aprire 
il pdf,  di formazione SUI GIOVANI, cominciamo a vedere qualche caso 
virtuoso di chi carica ANCHE il postprint (laddove lo possa aprire), o 
paga l'open choice, o pubblica su riviste OA di prestigio con policy CC. 
Pochi invece usano la richiesta di liberatoria all'editore.

Anche riallacciandomi all'altro post sulla piattaforma editoriale 
internazionale di overlay journals, finchè in Italia la valutazione 
passa da Scopus (per i settori bibliometrici) e da liste di fascia A 
create ad hoc (per i settori non bibliometrici), non c'è speranza di 
fare più di così.

La cosa che mi fa venire il nervoso è che poi gli stessi mettono i paper 
scaricabili da academia.edu.
Oppure mi dicono che è inutile perchè "tanto c'è tutto su Sci-Hub"!

It's a long way to green/gold OA e non sarà come ce l'eravamo immaginati 
noi librarians....





Il 10/05/2017 12:06, Tessa Piazzini ha scritto:
> non sono d'accordo: se spiegassimo meglio a cosa serve IRIS/ l'Open 
> Access, a non cedere i diritti, a quale versione e' consentita nei 
> repositories, i ricercatori capirebbero l'importanza (e almeno non 
> direbbero fregnacce). Se la spinta venisse anche da loro, prim aopoi i 
> decisori se ne accorgerebbero. in fondo, il Senato e' fatto di docenti...
> eg
>
> Vero, ma come li convinciamo ad ascoltarci se a tutte le occasioni di 
> formazione fatta sull'argomento il numero di partecipanti non 
> bibliotecari è limitatissimo? In questo senso, dico, che dovrebbe 
> esserci una spinta dall'alto: qualcuno che li convinca della necessità 
> di sentire cosa abbiamo da dire.
> Tessa Piazzini
> Responsabile del Servizio di informazione e comunicazione all'utenza
> Biblioteca Biomedicahttp://www.sba.unifi.it/biomedica
> Responsabile Gdl SBA per l'accesso aperto e il supporto alla valutazione della ricerca
> Membro della Commissione di Ateneo per l'accesso aperto ai prodotti della ricerca
> Università degli studi di Firenze
> Largo Brambilla 3
> 50134 Firenze
> tel. 055 2751375/1370
> fax 055 2751382
> e-mail:tessa.piazzini a unifi.it
> Blog Bibliomedica In-forma:www.bibliotecabiomedica.wordpress.com
> Il 10/05/2017 11:54, Elena Giglia ha scritto:
>>
>>
>> Il giorno 10 maggio 2017 11:40, Tessa Piazzini 
>> <tessa.piazzini a unifi.it <mailto:tessa.piazzini a unifi.it>> ha scritto:
>>
>>     Purtroppo trovo che ci sia poco da commentare: è una realtà che
>>     più o meno tutti conosciamo bene e sono discorsi che almeno una
>>     volta ci siamo sentiti fare tutti.
>>     L'aver permesso che IRIS diventasse sinonimo di "valutazione
>>     MIUR/ANVUR" ha contribuito ulteriormente ad affossare le
>>     possibilità di far capire il reale scopo e vantaggio dei repository.
>>
>>     Sinceramente sono d'accordo con Ezio: la nostra comunità, per
>>     quanto motivata e combattiva, nulla può contro l'inerzia e il
>>     disinteresse di chi ha il reale potere di influenzare e spingere
>>     i docenti e i ricercatori.
>>
>> non sono d'accordo: se spiegassimo meglio a cosa serve IRIS/ l'Open 
>> Access, a non cedere i diritti, a quale versione e' consentita nei 
>> repositories, i ricercatori capirebbero l'importanza (e almeno non 
>> direbbero fregnacce). Se la spinta venisse anche da loro, prim aopoi 
>> i decisori se ne accorgerebbero. in fondo, il Senato e' fatto di 
>> docenti...
>> eg
>>
>>     Tessa
>>
>>     Tessa Piazzini
>>     Responsabile del Servizio di informazione e comunicazione all'utenza
>>     Biblioteca Biomedicahttp://www.sba.unifi.it/biomedica <http://www.sba.unifi.it/biomedica>
>>     Responsabile Gdl SBA per l'accesso aperto e il supporto alla valutazione della ricerca
>>     Membro della Commissione di Ateneo per l'accesso aperto ai prodotti della ricerca
>>     Università degli studi di Firenze
>>     Largo Brambilla 3
>>     50134 Firenze
>>     tel. 055 2751375/1370
>>     fax 055 2751382
>>     e-mail:tessa.piazzini a unifi.it <mailto:tessa.piazzini a unifi.it>
>>     Blog Bibliomedica In-forma:www.bibliotecabiomedica.wordpress.com
>>     <http://www.bibliotecabiomedica.wordpress.com>
>>
>>     Il 10/05/2017 10:57, Ezio Tarantino ha scritto:
>>>     Cara Elena, ti stupisci? Io no.
>>>     Sono anni che vado dicendo che le cose potranno cominciare a
>>>     cambiare esclusivamente in presenza di azioni violente e
>>>     coercitive rigorosamente top-down. C'è ancora una drammatica
>>>     sproporzione fra il numero dei bibliotecari e dei docenti
>>>     coinvolti. E' indispensabile e opportuno che bibliotecari e
>>>     tecnici se ne continuino ad occupare, ma se si vogliono ottenere
>>>     risultati bisogna farlo in incognito, diventando trasparenti,
>>>     fingendo che le cose siano state decise da qualcun altro. Non
>>>     vedo altra strada.
>>>     Ezio
>>>     Il giorno 10 maggio 2017 09:22, Elena Giglia
>>>     <elena.giglia a unito.it <mailto:elena.giglia a unito.it>> ha scritto:
>>>
>>>         Buongiorno,
>>>         solo per raccontarvi di alcuni scambi deliranti avvenuti
>>>         ieri sulla pagina ROARS di Facebook.
>>>         A un ricercatore che voleva capire come funzionasse IRIS e
>>>         che astiosamente diceva "perché io mica voglio cedere i miei
>>>         diritti al mio ateneo" ho cercato di spiegare che IRIS e' un
>>>         mezzo per disseminare i propri lavori - pagati con fondi
>>>         pubblici - e che, in ogni caso, trovo strano stracciarsi le
>>>         vesti per cedere i diritti a una istituzione che dissemina
>>>         senza scopo di lucro quando invece li si cedono a occhi
>>>         chiusi ai grandi editori internazionali che poi ci lucrano
>>>         il 38%.
>>>         Apriti cielo.
>>>         Nei commenti, ignoranza totale, fra chi si fa bello del
>>>         fatto di non mettere in IRIS il pdf perche' "non possono
>>>         mica costringerci a violare il copyright io" a chi ha un
>>>         astio totale verso il sistema di valutazione e verso gli
>>>         atenei che non pagano borse di dottorato.
>>>         Forse se qualcuno avesse spiegato loro che in IRIS si puo'
>>>         mettere solo la versione consentita, e che IRIS serve non
>>>         solo per l'odiato MIUR/ANVUR ma anche per rendere visibile,
>>>         utile e riusabile il proprio lavoro, saremmo tutti qualche
>>>         passo piu' avanti.
>>>         Sono anni che ripeto che la formazione su questi temi e'
>>>         essenziale, soprattuto in Italia dove siamo indietro su
>>>         tutto. Abbiamo cercato di organizzare corsi sugli Open data,
>>>         l'ultimo dei quali come sapete sara' a Milano il 24 e 25. Ma
>>>         se manca la formazione capillare negli Atenei, serve a poco.
>>>         IRIS sarebbe stata un'occasione perfetta per organizzare
>>>         corsi nazionali sull'Open Access/Open Science (come proposto
>>>         in piu' sedi). Sprecata.
>>>         Abbiamo uno strumento che puo' fare da vetrina alla intera
>>>         produzione nazionale, sprecato e inutilizzato perche' i
>>>         ricercatori si rifiutano di inserire i prodotti per fare un
>>>         dispetto a MIUR/ANVUR.
>>>         Situazione assurda. Sarebbe stato compito di chi crede nella
>>>         Open science evitare che accadesse.
>>>         Buona giornata
>>>         eg
>>>         -- 
>>>         dr. Elena GigliaUnità di progetto Open Access Direzione
>>>         Ricerca e Terza Missione Universita' degli Studi di Torino
>>>         tel. +39.011.670 <tel:+39%20011%20670>*.4191*
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