[Oa-italia] Quanto manca la formazione Open access
Tessa Piazzini
tessa.piazzini a unifi.it
Mer 10 Maggio 2017 12:06:23 CEST
non sono d'accordo: se spiegassimo meglio a cosa serve IRIS/ l'Open
Access, a non cedere i diritti, a quale versione e' consentita nei
repositories, i ricercatori capirebbero l'importanza (e almeno non
direbbero fregnacce). Se la spinta venisse anche da loro, prim aopoi i
decisori se ne accorgerebbero. in fondo, il Senato e' fatto di docenti...
eg
Vero, ma come li convinciamo ad ascoltarci se a tutte le occasioni di
formazione fatta sull'argomento il numero di partecipanti non
bibliotecari è limitatissimo? In questo senso, dico, che dovrebbe
esserci una spinta dall'alto: qualcuno che li convinca della necessità
di sentire cosa abbiamo da dire.
Tessa Piazzini
Responsabile del Servizio di informazione e comunicazione all'utenza
Biblioteca Biomedica http://www.sba.unifi.it/biomedica
Responsabile Gdl SBA per l'accesso aperto e il supporto alla valutazione della ricerca
Membro della Commissione di Ateneo per l'accesso aperto ai prodotti della ricerca
Università degli studi di Firenze
Largo Brambilla 3
50134 Firenze
tel. 055 2751375/1370
fax 055 2751382
e-mail: tessa.piazzini a unifi.it
Blog Bibliomedica In-forma: www.bibliotecabiomedica.wordpress.com
Il 10/05/2017 11:54, Elena Giglia ha scritto:
>
>
> Il giorno 10 maggio 2017 11:40, Tessa Piazzini
> <tessa.piazzini a unifi.it <mailto:tessa.piazzini a unifi.it>> ha scritto:
>
> Purtroppo trovo che ci sia poco da commentare: è una realtà che
> più o meno tutti conosciamo bene e sono discorsi che almeno una
> volta ci siamo sentiti fare tutti.
> L'aver permesso che IRIS diventasse sinonimo di "valutazione
> MIUR/ANVUR" ha contribuito ulteriormente ad affossare le
> possibilità di far capire il reale scopo e vantaggio dei repository.
>
> Sinceramente sono d'accordo con Ezio: la nostra comunità, per
> quanto motivata e combattiva, nulla può contro l'inerzia e il
> disinteresse di chi ha il reale potere di influenzare e spingere i
> docenti e i ricercatori.
>
> non sono d'accordo: se spiegassimo meglio a cosa serve IRIS/ l'Open
> Access, a non cedere i diritti, a quale versione e' consentita nei
> repositories, i ricercatori capirebbero l'importanza (e almeno non
> direbbero fregnacce). Se la spinta venisse anche da loro, prim aopoi i
> decisori se ne accorgerebbero. in fondo, il Senato e' fatto di docenti...
> eg
>
> Tessa
>
> Tessa Piazzini
> Responsabile del Servizio di informazione e comunicazione all'utenza
> Biblioteca Biomedicahttp://www.sba.unifi.it/biomedica <http://www.sba.unifi.it/biomedica>
> Responsabile Gdl SBA per l'accesso aperto e il supporto alla valutazione della ricerca
> Membro della Commissione di Ateneo per l'accesso aperto ai prodotti della ricerca
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> tel. 055 2751375/1370
> fax 055 2751382
> e-mail:tessa.piazzini a unifi.it <mailto:tessa.piazzini a unifi.it>
> Blog Bibliomedica In-forma:www.bibliotecabiomedica.wordpress.com
> <http://www.bibliotecabiomedica.wordpress.com>
>
> Il 10/05/2017 10:57, Ezio Tarantino ha scritto:
>> Cara Elena, ti stupisci? Io no.
>> Sono anni che vado dicendo che le cose potranno cominciare a
>> cambiare esclusivamente in presenza di azioni violente e
>> coercitive rigorosamente top-down. C'è ancora una drammatica
>> sproporzione fra il numero dei bibliotecari e dei docenti
>> coinvolti. E' indispensabile e opportuno che bibliotecari e
>> tecnici se ne continuino ad occupare, ma se si vogliono ottenere
>> risultati bisogna farlo in incognito, diventando trasparenti,
>> fingendo che le cose siano state decise da qualcun altro. Non
>> vedo altra strada.
>> Ezio
>> Il giorno 10 maggio 2017 09:22, Elena Giglia
>> <elena.giglia a unito.it <mailto:elena.giglia a unito.it>> ha scritto:
>>
>> Buongiorno,
>> solo per raccontarvi di alcuni scambi deliranti avvenuti ieri
>> sulla pagina ROARS di Facebook.
>> A un ricercatore che voleva capire come funzionasse IRIS e
>> che astiosamente diceva "perché io mica voglio cedere i miei
>> diritti al mio ateneo" ho cercato di spiegare che IRIS e' un
>> mezzo per disseminare i propri lavori - pagati con fondi
>> pubblici - e che, in ogni caso, trovo strano stracciarsi le
>> vesti per cedere i diritti a una istituzione che dissemina
>> senza scopo di lucro quando invece li si cedono a occhi
>> chiusi ai grandi editori internazionali che poi ci lucrano il
>> 38%.
>> Apriti cielo.
>> Nei commenti, ignoranza totale, fra chi si fa bello del fatto
>> di non mettere in IRIS il pdf perche' "non possono mica
>> costringerci a violare il copyright io" a chi ha un astio
>> totale verso il sistema di valutazione e verso gli atenei che
>> non pagano borse di dottorato.
>> Forse se qualcuno avesse spiegato loro che in IRIS si puo'
>> mettere solo la versione consentita, e che IRIS serve non
>> solo per l'odiato MIUR/ANVUR ma anche per rendere visibile,
>> utile e riusabile il proprio lavoro, saremmo tutti qualche
>> passo piu' avanti.
>> Sono anni che ripeto che la formazione su questi temi e'
>> essenziale, soprattuto in Italia dove siamo indietro su
>> tutto. Abbiamo cercato di organizzare corsi sugli Open data,
>> l'ultimo dei quali come sapete sara' a Milano il 24 e 25. Ma
>> se manca la formazione capillare negli Atenei, serve a poco.
>> IRIS sarebbe stata un'occasione perfetta per organizzare
>> corsi nazionali sull'Open Access/Open Science (come proposto
>> in piu' sedi). Sprecata.
>> Abbiamo uno strumento che puo' fare da vetrina alla intera
>> produzione nazionale, sprecato e inutilizzato perche' i
>> ricercatori si rifiutano di inserire i prodotti per fare un
>> dispetto a MIUR/ANVUR.
>> Situazione assurda. Sarebbe stato compito di chi crede nella
>> Open science evitare che accadesse.
>> Buona giornata
>> eg
>> --
>> dr. Elena GigliaUnità di progetto Open Access Direzione
>> Ricerca e Terza Missione Universita' degli Studi di Torino
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