[Oa-italia] Quanto manca la formazione Open access

Elena Giglia elena.giglia a unito.it
Mer 10 Maggio 2017 11:54:58 CEST


Il giorno 10 maggio 2017 11:40, Tessa Piazzini <tessa.piazzini a unifi.it> ha
scritto:

> Purtroppo trovo che ci sia poco da commentare: è una realtà che più o meno
> tutti conosciamo bene e sono discorsi che almeno una volta ci siamo sentiti
> fare tutti.
> L'aver permesso che IRIS diventasse sinonimo di "valutazione MIUR/ANVUR"
> ha contribuito ulteriormente ad affossare le possibilità di far capire il
> reale scopo e vantaggio dei repository.
>
> Sinceramente sono d'accordo con Ezio: la nostra comunità, per quanto
> motivata e combattiva, nulla può contro l'inerzia e il disinteresse di chi
> ha il reale potere di influenzare e spingere i docenti e i ricercatori.
>
non sono d'accordo: se spiegassimo meglio a cosa serve IRIS/ l'Open Access,
a non cedere i diritti, a quale versione e' consentita nei repositories, i
ricercatori capirebbero l'importanza (e almeno non direbbero fregnacce). Se
la spinta venisse anche da loro, prim aopoi i decisori se ne
accorgerebbero. in fondo, il Senato e' fatto di docenti...
eg


> Tessa
>
> Tessa Piazzini
> Responsabile del Servizio di informazione e comunicazione all'utenza
> Biblioteca Biomedica http://www.sba.unifi.it/biomedica
> Responsabile Gdl SBA per l'accesso aperto e il supporto alla valutazione della ricerca
> Membro della Commissione di Ateneo per l'accesso aperto ai prodotti della ricerca
> Università degli studi di Firenze
> Largo Brambilla 3
> 50134 Firenze
> tel. 055 2751375/1370
> fax 055 2751382
> e-mail: tessa.piazzini a unifi.it
> Blog Bibliomedica In-forma: www.bibliotecabiomedica.wordpress.com
>
> Il 10/05/2017 10:57, Ezio Tarantino ha scritto:
>
> Cara Elena, ti stupisci? Io no.
> Sono anni che vado dicendo che le cose potranno cominciare a cambiare
> esclusivamente in presenza di azioni violente e coercitive rigorosamente
> top-down. C'è ancora una drammatica sproporzione fra il numero dei
> bibliotecari e dei docenti coinvolti. E' indispensabile e opportuno che
> bibliotecari e tecnici se ne continuino ad occupare, ma se si vogliono
> ottenere risultati bisogna farlo in incognito, diventando trasparenti,
> fingendo che le cose siano state decise da qualcun altro. Non vedo altra
> strada.
>
> Ezio
>
> Il giorno 10 maggio 2017 09:22, Elena Giglia <elena.giglia a unito.it> ha
> scritto:
>
>> Buongiorno,
>> solo per raccontarvi di alcuni scambi deliranti avvenuti ieri sulla
>> pagina ROARS di Facebook.
>> A un ricercatore che voleva capire come funzionasse IRIS e che
>> astiosamente diceva "perché io mica voglio cedere i miei diritti al mio
>> ateneo" ho cercato di spiegare che IRIS e' un mezzo per disseminare i
>> propri lavori - pagati con fondi pubblici - e che, in ogni caso, trovo
>> strano stracciarsi le vesti per cedere i diritti a una istituzione che
>> dissemina senza scopo di lucro quando invece li si cedono a occhi chiusi ai
>> grandi editori internazionali che poi ci lucrano il 38%.
>> Apriti cielo.
>> Nei commenti, ignoranza totale, fra chi si fa bello del fatto di non
>> mettere in IRIS il pdf perche' "non possono mica costringerci a violare il
>> copyright io" a chi ha un astio totale verso il sistema di valutazione e
>> verso gli atenei che non pagano borse di dottorato.
>> Forse se qualcuno avesse spiegato loro che in IRIS si puo' mettere solo
>> la versione consentita, e che IRIS serve non solo per l'odiato MIUR/ANVUR
>> ma anche per rendere visibile, utile e riusabile il proprio lavoro, saremmo
>> tutti qualche passo piu' avanti.
>> Sono anni che ripeto che la formazione su questi temi e' essenziale,
>> soprattuto in Italia dove siamo indietro su tutto. Abbiamo cercato di
>> organizzare corsi sugli Open data, l'ultimo dei quali come sapete sara' a
>> Milano il 24 e 25. Ma se manca la formazione capillare negli Atenei, serve
>> a poco.
>> IRIS sarebbe stata un'occasione perfetta per organizzare corsi nazionali
>> sull'Open Access/Open Science (come proposto in piu' sedi). Sprecata.
>> Abbiamo uno strumento che puo' fare da vetrina alla intera produzione
>> nazionale, sprecato e inutilizzato perche' i ricercatori si rifiutano di
>> inserire i prodotti per fare un dispetto a MIUR/ANVUR.
>> Situazione assurda. Sarebbe stato compito di chi crede nella Open science
>> evitare che accadesse.
>> Buona giornata
>> eg
>>
>>
>> --
>> dr. Elena Giglia
>> Unità di progetto Open Access
>> Direzione Ricerca e Terza Missione
>> Universita' degli Studi di Torino
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dr. Elena Giglia
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