[Oa-italia] Paghi, vieni, parli: il bluff dei falsi CV - riflessioni + libro Open:The Philosophy and Practices that are Revolutionizing Education and Science

Paola Gargiulo p.gargiulo a cineca.it
Mer 29 Mar 2017 12:01:40 CEST


Le giuste osservazioni di Leonardo mi invitano a fare 2 riflessioni:

1. la stampa italiana e blog italiani  (tranne ROARS nessuno tratta il 
tema riflettendo anche su quanto avviene nel paese) riportano notizie 
riguardanti il mondo dell'open access  facendo da cassa di risonanza a 
quello che esce sulla stampa straniera (vedi Economist, Guardian tanto 
per citarne  alcuni ecc.). In molti casi anche con linguaggio impreciso 
(giornali al posto di riviste per  citare il termine piu' ricorrente) e 
prestano pochissima attenzione a quanto avviene in Italia che senza è 
dubbio è meno impattante a livello globale e meno sensazionale, ma 
necessiterebbe maggiore attenzione. Sarà una questione di scarso 
interesse, ma anche forse di scarsa visibilità e di comunicazione da 
parte nostra.

http://apiccoledosi.blogautore.repubblica.it/2017/03/25/ricerca-e-riviste-the-times-they-are-a-changin/ 
(qui si parla del recente articolo dell'Economist e delle ultime scelte 
della Gates Foundation,quest'ultima notizia è circolata anche lista)

http://ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/2017/03/24/scombussolamenti/- 
anche qui la notizia riporta da Sylvie Coyaud relativamente alla 
European Science Policy Platform andava approfondita, spiegando che non 
si parlava di piattaforma come infrastruttura per i risultati della 
ricerca (pubblicazioni e dati) perche' questa già esiste ed è OpenAIRE, 
cio' a cui faceva riferimento la Leonelli sono tutte le attivita' di 
formulazione,  implementazione, supporto di una policy sull'Open Science 
in vista dei suoi sviluppi futuri che la Commissione ha affidato al 
gruppo di esperti 
https://ec.europa.eu/research/openscience/index.cfm?pg=open-science-policy-platform


2. francamente tutti questi esercizi tesi a  dimostrare che in rete ci 
si puo' inventare  il cv, articoli di sana pianta, anche dati ecc. e 
vederseli pubblicati in riviste OA (a pagamento)  rete danneggia 
fortemente la causa OA come giustamente dice Leonardo, io li trovo 
francamente superflui e soprattutto in un'epoca in cui c'e' ancora molta 
ignoranza su cosa sia l'accesso aperto contribuiscono  a creare 
confusioni e farsi un'idea scorretta  di cosa sia.

In un'epoca di post-verità, di fake news, di spamming ecc, dove in rete 
circola di tutto e di più e non solo sul piano della comunicazione 
scientifica, bisognerebbe concentrarsi sulla buona scienza, 
sull'integrità della ricerca scientifica, sugli aspetti etici e come far 
fuori la "cattiva scienza"[problema che riguarda anche le riviste 
prestigiose, pay toll, sottoposte a rigoroso peer review (?)] su nuove 
parametri per valutare la qualità e non gli attuali che favoriscono la 
cattiva scienza e soprattutto educare i ricercatori/dottorandi/gli 
studenti/ i cittadini a discernere cio' che è falso, da cio' che non lo 
è, ciò che è di qualità, da cio' che non lo è.

E per tornare a quanto citato da Leonardo anche l'Ansa ha riportato 
notizia di Nature sul falso CV,

http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/ricerca_istituzioni/2017/03/26/nature-indaga-su-serieta-e-verifiche-nelle-riviste-scientifiche_43d8a0a8-ba05-4097-8101-787d07a40b98.html

Sempre sullo stesso argomento anche il New Yorker ha pensato di dedicare 
un pezzo, concentrandosi  sulle riviste predatorie che sono un aspetto 
marginale, rispetto ad un problema piu' grande causato dagli attuali 
parametri per valutare la produttività, carriera scientifica, dalla 
pressione a pubblicare ecc e alle conseguenze che queste determinao

http://ww.newyorker.com/tech/elements/paging-dr-fraud-the-fake-publishers-that-are-ruining-science

Intanto leggiamoci libri come questo appena uscito in OA dell'Ubiquity 
press e fare circolare l'informazione in modo che la riflessione su 
questi temi cresca


  Open:The Philosophy and Practices that are Revolutionizing Education
  and Science di Rajiv Jhangiani e Roberto Biswas-Diener (eds)

http://www.ubiquitypress.com/site/books/10.5334/bbc/


      Paola


Il 29/03/2017 09:26, Leonardo Candela ha scritto:
> Buongiorno,
>
> segnalo l’analisi in oggetto apparsa sul Sole 24 Ore
>
> http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2017-03-28/paghi-vieni-parli-bluff-falsi-cv-192709.shtml
>
> Bene che se ne parli, male che si faccia cattiva informazione.
>
> IF e Citation Index non sono indicatori capaci di catturare qualità 
> della ricerca e impatto.
>
> Lo stesso dicasi sul “falso CV”, il CV è tutt’altro che falso perché 
> le conferenze e i journals *purtroppo* esistono. Basta solo entrare 
> nel merito e valutare in modo qualitativo e non quantitativo.
>
> Speriamo che l’effetto non sia la demonizzazione del Open Access.
>
> Saluti
>
> Leo
>
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