[Oa-italia] Fwd: Perchè academia.edu e research.gate NON sono un OA repository e non rispondono alle policy OA

Andrea Marchitelli a.marchitelli a cineca.it
Ven 29 Gen 2016 23:00:46 CET


news di oggi
http://chronicle.com/article/Scholars-Criticize/235102


--
 Andrea Marchitelli
 Area servizi Musei Archivi Biblioteche
 Cineca - Sede operativa di Roma
 Via dei Tizii, 6/b - 00185 Roma, Italy
 tel. +39 0644486525 - cell. +39 340 4027156 - http://www.cineca.it

Il giorno 29 gennaio 2016 15:03, Maria Cassella <maria.cassella a unito.it>
ha scritto:

> da una parte, il fatto che su questi social network e' piu' semplice
> caricare i file....
>
> MC: Non c'e' bisogno di caricarli, tramite il DOI o altri identificativi
> si trovano già li'. Il ricercatore non ha bisogno di inserire metadati di
> nessun genere .....
>
> L'elemento social non è quello al quale pensiamo noi. ResearchGate ti
> notifica le citazioni totali e le nuove citazioni, ti mette in contatto
> diretto con chi ti cita, ti notifica domande relative al tuo dominio
> rispetto alle quali si possono dare risposte e trovare partner interessati
> ecc.ecc. Sei in una rete!!! Che non è quella istituzionale ma mondiale. Vi
> ricordo, inoltre, che in università esiste una forte competizione e spesso
> un ricercatore non collabora con il collega della porta accanto ma con
> quello che lavora in Australia.
>
> Da ultimo: la conservazione? I docenti se ne sono mai preoccupati? Roba da
> bibliotecari. I metadati? Ancora peggio. I diritti? Ecco su questi sta
> crescendo la consapevolezza, ma la strada è ancora lunga.
>
> Cari saluti
> Maria
>
>
>
> Il giorno 29 gennaio 2016 11:34, Andrea Marchitelli <
> a.marchitelli a cineca.it> ha scritto:
>
>> Credo che si possano separare due piani della discussione:
>> 1. da una parte, il fatto che su questi social network e' piu' semplice
>> caricare i file perche' chi li gestisce risolve la questione del copyright
>> con un disclaimer (quello che caricate e' affare vostro, nessuno puo'
>> rivalersi su di me) e quindi e' molto piu' facile recuperare i full text,
>> caricati con un maggiore o minore rispetto dei diritti.
>>
>> 2. dall'altra, non ho ancora capito se ci siano e quali siano
>> funzionalita' che rendono questi servizi "migliori" (piu' efficienti, piu'
>> simpatici, piu'...) dei repository istituzionali, che solo per il fatto che
>> li si chiami cosi' li rende gia' un po' meno simpatici :)
>>
>> A me pare evidente che sul secondo piano, che e' quello che mi interessa
>> di piu', ci sia un elemento che rende incomparabili i due servizi, a
>> vantaggio dei secondi. I repository sono "dell'istituzione", i network sono
>> disciplinari (al limite, raggruppano tutte le discipline) e le istituzioni
>> sono solo un modo di recuperare le istituzioni. Insomma, li' posso seguire
>> tutti gli esperti di un certo ramo, indipendentemente da dove lavorino,
>> perche' il sistema mette insieme dati in maniera unitaria.
>> PLEIADI fa un po' lo stesso lavoro (certo, limitato alla sola Italia) ma
>> i dati di accesso non sono certo quelli di academia o researchgate...
>>
>> Forse si tratta delle funzioni di alerting? C'e' altro?
>>
>> andrea
>>
>> --
>>  Andrea Marchitelli
>>  Area servizi Musei Archivi Biblioteche
>>  Cineca - Sede operativa di Roma
>>  Via dei Tizii, 6/b - 00185 Roma, Italy
>>  tel. +39 0644486525 - cell. +39 340 4027156 - http://www.cineca.it
>>
>> Il giorno 29 gennaio 2016 09:31, Giovanna Frigimelica (UniCA) <
>> g.frigimelica a unica.it> ha scritto:
>>
>>> La cosa che personalmente mi lascia più perplessa è che il tempo per
>>> caricare un lavoro su Academia e similari e il tempo per caricarlo su IRIS
>>> non sono poi così diversi. Però sempre più spesso anche io mi sento dire
>>> "l'ho caricato lì non lo ricarico su IRIS" (mi è pure capitato di vedere
>>> full text scaricati da Academia o Researchgate e caricati in IRIS, argh).
>>> Capisco che tutta la questione dei depositi istituzionali sia arrivata
>>> in un momento difficile e incasinato (almeno così è stato per noi!) però
>>> una volta che è chiaro il contesto in cui ci muoviamo, credo sarebbe utile
>>> anche uno sforzo da parte degli autori. Una SCELTA: non rinuncio alle
>>> possibilità social etc. che mi danno questi strumenti, ma lì carico solo i
>>> metadati, mentre il testo completo lo carico nell'archivio istituzionale
>>> della mia università (che, lo dico incidentalmente ma non va dimenticato, è
>>> il soggetto che mi ha consentito di fare quella ricerca!) e quindi
>>> garantisco conservazione, interoperabilità, etc.
>>> Buona giornata,
>>> Giovanna
>>>
>>> Il giorno 29 gennaio 2016 09:13, Elena Giglia <elena.giglia a unito.it>
>>> ha scritto:
>>>
>>>> Gentile Angela,
>>>> il problema non e' leggere su Academia, ma depositare i lavori. Se
>>>> avete firmato un contratto di cessione dei diritti, non lo potete fare, e
>>>> sempre piu' editori su SHERPA Romeo stanno esplicitando il divieto di
>>>> depositare sui social networks.
>>>> Elsevier nel 2013 chiese e ottenne la rimozione di tutti i suoi pdf
>>>> indebitamente postati.
>>>> Inoltre, sono sitemi "fintamente" aperti, come ricordato, perche' non
>>>> permettono nessun tipo di harvesting da parte di altri, vendono pubblicita'
>>>> ecc ecc.
>>>> Ora, il problema e' proprio questo: perche' Academia e Research Gate
>>>> funzionano, gli autori sono disposti a violare il copyright, depositano
>>>> senza che nessuno glielo chieda, senza bisogno di regolamenti?
>>>> Appunto perche' offrono i servizi che i repositories istituzionali non
>>>> offrono, e perche' sono facili da usare. Perche' sono social, e sono utili
>>>> a creare gruppi, seguire colleghi con interessi di ricerca affini ecc ecc.
>>>> Ho molta fiducia che con IRIS le cose cambino in meglio.
>>>> Tutto quanto lei dice nel primo paragrafo (facilita' di reperimento su
>>>> google, possiblita' di ricerche ecc) c'e' gia' anche nei repositories, che
>>>> hanno il vantaggio di rispettare le regole di copyright, di conservare, di
>>>> mettere a disposizione di tutti i dati (intendo lato macchina, per
>>>> l'harvsting) ecc ecc.
>>>> Manca tutta la parte social/servizi/feedback sull'uso, ed e' questo che
>>>> viene percepito come esigenza, visto che academia e research sono
>>>> indubbiamente molto piu' utilizzati dei repositories e sono entrati (come
>>>> doveva invece essere per i repositories) nella pratica quotidiana dei
>>>> docenti.
>>>> Buona giornata
>>>> Elena
>>>>
>>>> Il giorno 28 gennaio 2016 12:04, Angela Maria Nuovo <
>>>> angela.nuovo a uniud.it> ha scritto:
>>>>
>>>>> cari tutti,
>>>>>
>>>>>
>>>>> non ho capito perche' leggere le pubblicazioni su Academia anziche'
>>>>> andarsi a cercare i metadati e gli abstract sugli IR delle universita' sia
>>>>> segno di vanita' e pigrizia. Uno dei servizi piu' importanti di Academia
>>>>> sono le notifiche quotidiane delle pubblicazioni che i colleghi (io ne ho
>>>>> centinaia nella mia rete) mettono a disposizione. Che meraviglia poterseli
>>>>> leggere subito, senza andare in biblioteche che per farti vedere una
>>>>> rivista ci mettono anche una settimana! (non scendo in dettagli, ma mi
>>>>> capite). O sui siti commerciali delle riviste, che per un articolo ti
>>>>> chiedono una cifra spropositata! (che tuttavia, sono stata costretta piu'
>>>>> volte a pagare ) Inoltre, agli articoli su Academia si arriva anche da una
>>>>> semplice ricerca su Google.
>>>>>
>>>>>
>>>>> Dopo molte titubanze (non capivo bene come funzionasse) anch'io ho
>>>>> caricato le mie pubblicazioni e lo faccio regolarmente, per spirito di
>>>>> reciprocita' e desiderio di condivisione.
>>>>>
>>>>> Non ho capito inoltre perche' i dati sul numero di persone che leggono
>>>>> ogni pubblicazione dovrebbero essere falsi: io ho pubblicazioni (ho
>>>>> controllato adesso) con 30 lettori e altre con 400; questo dato invece per
>>>>> me potrebbe anche essere interessante anche se (come si suol dire) non mi
>>>>> faccio dettare l'agenda della ricerca nemmeno dai miei pari.
>>>>>
>>>>>
>>>>> Tramite Academia ho potuto dare una scorsa alle numerose pubblicazioni
>>>>> della collega Pievatolo, che ignoravo (dal punto di vista disciplinare
>>>>> siamo distanti), trovando invece diversi testi di mio interesse,e anzi la
>>>>> ringrazio per essere presente anche li'.
>>>>>
>>>>> Limiti di Academia ce ne sono parecchi, e per me uno dei piu' gravosi
>>>>> e' che (almeno per la mia esperienza) pochissimi colleghi anglo-americani
>>>>> vi partecipano. Saranno forse su altre piattaforme, pero' a me manca il
>>>>> tempo per fare un'inchiesta.
>>>>>
>>>>>
>>>>> So bene che il movimento OA e' un'altra cosa e che vuole affrontare in
>>>>> modo sistematico e ottimale tutti i problemi connessi alla condivisione
>>>>> della ricerca e alla sua conservazione. C'e' da dire che quel che si mette
>>>>> in Academia e' di regola stato pubblicato altrove (ad es., riviste cartacee
>>>>> tradizionali) e in quel formato dovrebbe essere conservato. Quando Academia
>>>>> iniziera' a dare dei problemi anziche' dei vantaggi me ne andro'
>>>>> immediatamente. Ma per il momento, se i ricercatori e i professori vanno in
>>>>> direzioni alternative all'OA istituzionale, ovvero vanno dove
>>>>> pragmaticamente trovano migliori risposte ai loro quotidiani problemi,
>>>>> denigrarli perche' lo fanno non e' la soluzione.
>>>>>
>>>>>
>>>>> Saluti,
>>>>>
>>>>> Angela Nuovo
>>>>>
>>>>>
>>>>> Angela Nuovo
>>>>>
>>>>> Università degli Studi di Udine
>>>>>
>>>>>
>>>>> ------------------------------
>>>>> *Da:* oa-italia-bounces a openarchives.it <
>>>>> oa-italia-bounces a openarchives.it> per conto di Andrea Zanni <
>>>>> zanni.andrea84 a gmail.com>
>>>>> *Inviato:* giovedì 28 gennaio 2016 11.14
>>>>> *A:* Lista di discussione su temi relativi all'accesso aperto
>>>>> *Cc:* Roberto Caso
>>>>> *Oggetto:* Re: [Oa-italia] Perchè academia.edu e research.gate NON
>>>>> sono un OA repository e non rispondono alle policy OA
>>>>>
>>>>> La discussione è molto divertente e stimolante, grazie a tutti.
>>>>>
>>>>> Permettetemi un gioco: qui sotto scriverò un'opinione MOLTO
>>>>> provocatoria, che non rispecchia totalmente neanche la mia di opinione.
>>>>> Però mi è venuto in mente leggendo il messaggio di Roberto e di Stefano, e
>>>>> ritengo che possa essere interessante estremizzare un po', per vedere se
>>>>> abbiamo risposte a certe "sensazioni".
>>>>>
>>>>> ---
>>>>>
>>>>> Non sarà che, come bibliotecari, ci siamo concentrati troppo su un
>>>>> discorso "infrastrutturale" (preservazione, metadati, repo istituzionali)
>>>>> che di fatto ha poi perso di vista il web, le community di ricercatori e le
>>>>> loro esigenze e desideri e anche pigrizie?
>>>>>
>>>>> Sono assolutamente d'accordo con Roberto quando dice che a volte
>>>>> idealizziamo la comunità scientifica. È la scienza ad essere collettiva,
>>>>> collaborativa, aperta.
>>>>> I ricercatori no: vivono in un mondo altamente competitivo in cui le
>>>>> risorse (tempo, soldi, volontà) sono scarse, e con quelle poche risorse
>>>>> devono sopravvivere.
>>>>> Di più, il sistema accademico funziona in maniera tale che la carriera
>>>>> universitaria è direttamente condizionata dalla produzione scientifica:
>>>>> quello che loro producono influisce sul loro futuro e il loro (eventuale)
>>>>> stipendio.
>>>>> Se ci pensiamo un attimo, è incredibile come un risultato puramente
>>>>> teorico come la bibliometria sia riuscito ad influenzare così tanto il
>>>>> mondo e le sue dinamiche... Ci sarebbe da essere orgogliosi della scienza
>>>>> bibliotecaria (se le cose non fossero andate così male).
>>>>> Mi pare il primo vero esempio di algoritmo che cambia le vite (prima
>>>>> di Google, che in parte fa esattamente la stessa cosa).
>>>>>
>>>>> Questo, IMHO, è l'unica spiegazione per il corto circuito logico che è
>>>>> l'industria editoriale accademica.
>>>>> Dico spesso che solo i professori universitari potevano essere così
>>>>> "stupidi" (perdonate la battuta) per infilarsi in un vicolo cieco circolare
>>>>> come questo.
>>>>> (vedasi http://aubreymcfato.com/2013/01/15/how-to-exploit-academics/)
>>>>> <http://aubreymcfato.com/2013/01/15/how-to-exploit-academics/>
>>>>> How to exploit academics
>>>>> <http://aubreymcfato.com/2013/01/15/how-to-exploit-academics/>
>>>>> aubreymcfato.com
>>>>> I have an ingenious idea for a company. My company will be in the
>>>>> business of selling computer games. But, unlike other computer game
>>>>> companies, mine will never have to hire a single programmer, ga...
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> Sono i creatori, i revisori e i fruitori del prodotto della ricerca, e
>>>>> riescono di fatto a lavorare gratis per un'industria editoriale che gli
>>>>> impacchetta quello che loro producono e revisionano e poi fanno comprare
>>>>> dalle loro università.
>>>>>
>>>>> Ai ricercatori nulla interessa del copyright, come del resto a nessuno
>>>>> al mondo. Interessa solo ad avvocati e wikipediani.
>>>>> La legislazione sul copyright è obsoleta per quello che riguarda il
>>>>> digitale, e in quanto obsoleta è violata continuamente, ovunque. In tutti i
>>>>> siti, da tutte le fasce d'età.
>>>>> I ricercatori universitari non fanno certo eccezione.
>>>>> In questo senso, è stata probabilmente inefficace l'advocacy fatta per
>>>>> anni ai ricercatori a riguardo, perchè a loro non interessa, di fatto; è
>>>>> visto come un ostacolo e altro lavoro e una roba complicata che non
>>>>> vogliono gestire.
>>>>> Trovo illuminante la mail di Stefano a riguardo: la parte sociale,
>>>>> umana, personale di sistemi come Academia e RG ha stravinto su tutte le
>>>>> nostre paturnie sulle licenze, sui colori di Sherpa/romeo, sul protocolli
>>>>> di trasmissione dei metadati, sull'insistenza degli archivi istituzionali.
>>>>> Continuo a credere, personalmente, che queste siano cose importanti, ma che
>>>>> forse servono a qualcun altro (appunto, Academia.edu e RG, che
>>>>> evidentemente sfruttano i repositories per prendere i PDF).
>>>>>
>>>>> Forse, l'advocacy migliore al momento potrebbe essere spingere perchè
>>>>> questi social sceintific networks si impegnino a favorire licenze come le
>>>>> creative commons, rispettandole quando sono presenti all'origine e
>>>>> promuovendo il loro uso per i nuovi articoli. D'altronde loro ci
>>>>> guadagnerebbero comunque (perchè sono la piattaforma su cui la gente
>>>>> arriva).
>>>>>
>>>>> Andrea
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> 2016-01-28 7:19 GMT+01:00 Roberto Caso <roberto.caso a unitn.it>:
>>>>>
>>>>>> Discussione interessante.
>>>>>> Tema complesso.
>>>>>> Provo a svolgere alcune semplici e provocatorie considerazioni.
>>>>>> 1) Internet, OA rapporti tra stato, comunità scientifica e mercato.
>>>>>> 2) Violazione del copyright.
>>>>>> 3) Etica e progresso.
>>>>>>
>>>>>> 1) Internet, OA rapporti tra stato, comunità scientifica e mercato.
>>>>>> Ci stiamo accorgendo che nel mondo della scienza in Rete e dell’OA sta
>>>>>> accadendo quello che è accaduto già da molto tempo a Internet. Il ruolo
>>>>>> degli attori commerciali e del profitto diventa sempre più importante. Non
>>>>>> c’era da meravigliarsi. Ma la domanda di fondo è possiamo fare a meno del
>>>>>> mercato e del profitto su Internet? Forse sì, ma dovremmo cambiare la
>>>>>> nostra società e i suoi fondamenti economici. Oggi scopriamo quasi con
>>>>>> meraviglia che Academia.edu vuole fare profitto sulle “nostre”
>>>>>> pubblicazioni. Ohibò! Ma non dovevamo prima chiederci se Google rappresenta
>>>>>> una delle più importanti porte di accesso ai nostri repositories? E Google
>>>>>> agisce per beneficenza? Dunque vanno benissimo la conoscenza, la
>>>>>> consapevolezza e lo spirito critico verso i social network scientifici, ma
>>>>>> non perdiamo la visione d’insieme.
>>>>>>
>>>>>> 2) Violazione del copyright. Academia.edu e ResearchGate sono meno
>>>>>> attenti dei repostiories istituzionali al rispetto del copyright. Ma chi è
>>>>>> attento al rispetto del copyright? I singoli ricercatori o le istituzioni
>>>>>>  come le università e le biblioteche? Facile risposta, le seconde perché
>>>>>> sono maggiormente integrate nel sistema statale e più esposte. I
>>>>>> ricercatori spesso violano il copyright per motivi meschini o per nobili
>>>>>> ragioni (v. Aaron Swartz). Un dettaglio: la pratica di scambiarsi i file
>>>>>> via email non salva di per sé dalla violazione del copyright. Se l’autore è
>>>>>> legato a un contratto che impedisce la distribuzione e la comunicazione, lo
>>>>>> scambio via email è violazione del copyright. L’unica differenza rispetto a
>>>>>> uno scambio su un social network è nel fatto che lo scambio è meno visibile.
>>>>>>
>>>>>> 3) Etica e progresso. In questa storia abbiamo fatto un’altra
>>>>>> scoperta clamorosa. Ohibò!Ohibò! Abbiamo scoperto che molti scienziati
>>>>>> pensano più alla propria visibilità e al proprio successo (contemplano con
>>>>>> soddisfazione o frustrazione i rankings generati da Academia, RG, SSRN ecc.
>>>>>> ecc.) che alla ricerca della verità. Insomma non sono molto diversi da
>>>>>> coloro che usano i social networks generalisti per mera vanità. Anzi forse
>>>>>> sono peggio (visto quel che si legge su plagio, falsificazione dei dati,
>>>>>> reti citazionali costruite ad hoc ecc.). E abbiamo anche scoperto che su
>>>>>> Academia.edu & C. violano allegramente il copyright, ma magari non
>>>>>> sanno nemmeno esattamente cos’è il copyright e magari non sanno chi era
>>>>>> Aaron Swartz e non si sognano nemmeno di fare una battaglia pubblica per
>>>>>> cambiare la legge sul copyright. Ma allora potremmo approfondire la cosa e
>>>>>> chiederci: le università che ospitano i nostri cari repositories
>>>>>> istituzionali hanno mai fatto vere battaglie per cambiare in meglio la
>>>>>> legge del copyright? E le università cosa stanno facendo sul piano della
>>>>>> valutazione, alimentano comportamenti virtuosi, spingono alla cooperazione
>>>>>> e alla solidarietà? Non è che abbiamo un’idea “romantica” della comunità
>>>>>> scientifica, dei ricercatori e delle istituzioni accademico-scientifiche?
>>>>>> La commercializzazione della ricerca scientifica e l’esasperata
>>>>>> competizione indotta dall’ideologia imperante sta iniettando massicce dosi
>>>>>> di veleno nel mondo scientifico e accademico. Ma il male è antico e
>>>>>> profondo. E l’odierna forza di resistenza nulla. Oggi ci accorgiamo che
>>>>>> Academia.edu fa “concorrenza sleale” ai nostri cari bravi vecchi
>>>>>> repositories senza scopo di profitto, ma anche prima dell’ingresso dei
>>>>>> social network scientifici nella concorrenza tra OA e canali di
>>>>>> pubblicazioni ad accesso chiuso (per profitto) vincevano i secondi. Ma poi
>>>>>> potremmo andare anche oltre e chiederci se un domani le università avranno
>>>>>> il controllo fisico dei data center che ospitano i repositories
>>>>>> istituzionali. In altri termini, non c’è il pericolo che in ragione della
>>>>>> “razionalizzazione” e della “spending review” si esternalizzino le
>>>>>> infrastrutture che custodiscono i dati scientifici?
>>>>>>
>>>>>> Il rischio maggiore - che ho più volte denunciato pubblicamente - è
>>>>>> che nel mondo dell’accesso aperto si ricreino posizioni oligopolistiche,
>>>>>> addirittura più forti del passato. C’è il rischio che il pluralismo dei
>>>>>> luoghi di comunicazione e di uso pubblico della ragione si riduca.
>>>>>> Come diceva uno dei cattivi più riusciti della storia del cinema:
>>>>>> "infinite cose da fare… e così poco tempo” ;)
>>>>>>
>>>>>> A presto,
>>>>>> Roberto
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> Il giorno 27/gen/2016, alle ore 13:17, Paola Galimberti <
>>>>>> paola.galimberti a unimi.it> ha scritto:
>>>>>>
>>>>>> Sono molto d'accordo con quanto dici Andrea (Marchitelli), e oltre a
>>>>>> suggerire la lettura attenta del post dei colleghi americani che mettono a
>>>>>> confronto le diverse caratteristiche degli strumenti vi consiglio di
>>>>>> leggere il post di questo ricercatore dell'università di Amsterdam dal
>>>>>> titolo suggestivo  Upon leaving academia.edu.
>>>>>> http://mittelalter.hypotheses.org/7123 che fa il punto dopo la
>>>>>> pubblicazione del suo post su academia del 22 novembre 2015:  ha fatto
>>>>>> abbastanza rumore nelle diverse liste che trattano di queste tematiche.
>>>>>> Saluti
>>>>>> Paola
>>>>>>
>>>>>> Il giorno 27 gennaio 2016 12:33, Andrea Marchitelli <
>>>>>> a.marchitelli a cineca.it> ha scritto:
>>>>>>
>>>>>>> Ciao,
>>>>>>> l'open access prevede che cio' che viene finanziato con fondi
>>>>>>> pubblici al pubblico ritorni.
>>>>>>>
>>>>>>> Academia.edu e researchgate prendono cioe' che e' finanziato con
>>>>>>> fondi pubblici per fare un business privato:
>>>>>>> "We've raised $17.7 million from a range of investors"
>>>>>>> https://www.academia.edu/about
>>>>>>>
>>>>>>> Non credo che questo aspetto possa essere taciuto quando si dice che
>>>>>>> questi progetti danno "seriamente e concretamente accesso alla letteratura
>>>>>>> scientifica".
>>>>>>> Tanto per fare un esempio su un tema che ci accalora, pensiamo che
>>>>>>> academia.edu permetta il datamining?
>>>>>>>
>>>>>>> Insomma, complimenti per l'idea di business (che sicuramente
>>>>>>> funziona, quella si) ma non certo per il servizio fornito alla comunita'
>>>>>>> dei ricercatori che usa quelle fonti, a mio avviso, perche' li' carica e
>>>>>>> scarica, senza troppa attenzione ai diritti, quello che vuole.
>>>>>>>
>>>>>>> Quindi mi pare che si usino due pesi e due misure; da una parte l'OA
>>>>>>> deve essere giustamente rispettoso di regole e diritti di tutti e fare il
>>>>>>> "duro e puro" (penso al dibattito su Berlin12) ma poi noi stessi diciamo
>>>>>>> che i ricercatori fanno bene a usar quello strumento che funziona bene
>>>>>>> (anche se ancora non mi e' affatto chiaro in che cosa funzioni "bene" se
>>>>>>> non nell'aver dentro piu' "roba").
>>>>>>>
>>>>>>> andrea
>>>>>>>
>>>>>>> --
>>>>>>>  Andrea Marchitelli
>>>>>>>  Area servizi Musei Archivi Biblioteche
>>>>>>>  Cineca - Sede operativa di Roma
>>>>>>>  Via dei Tizii, 6/b - 00185 Roma, Italy
>>>>>>>  tel. +39 0644486525 - cell. +39 340 4027156 - http://www.cineca.it
>>>>>>>
>>>>>>> ----- Messaggio originale -----
>>>>>>> Da: "Elena Giglia" <elena.giglia a unito.it>
>>>>>>> A: "Lista di discussione su temi relativi all'accesso aperto" <
>>>>>>> oa-italia a openarchives.it>
>>>>>>> Inviato: Mercoledì, 27 gennaio 2016 12:19:29
>>>>>>> Oggetto: Re: [Oa-italia]        Perchè academia.edu e research.gate
>>>>>>> NON sono un OA repository e non rispondono alle policy OA
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>> Appunto, Andrea.
>>>>>>> E' vero: hanno successo perche' sono riusciti a costruire servizi -
>>>>>>> apprezzati dai ricercatori.
>>>>>>>
>>>>>>> I nostri repositories invece stanno fuori dal workflow e dalle
>>>>>>> pratiche quotidiane.
>>>>>>>
>>>>>>> Ne ho parlato con Herbert Van de Sompel all'ultimo OAI a Ginevra a
>>>>>>> giugno, e' d'accordo, ma chissa' se mai si trovera' una soluzione. Anzi la
>>>>>>> sua battuta e' stata: non ve ne ho gia' trovate abbastanza?
>>>>>>>
>>>>>>> Quindi forse tocca a voi "geek".
>>>>>>>
>>>>>>> elena
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>> Il giorno 27 gennaio 2016 12:10, Andrea Zanni <
>>>>>>> zanni.andrea84 a gmail.com > ha scritto:
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>> Nonostante sia molto d'accordo,
>>>>>>> mi pare abbastanza indubbio che quei progetti siano riusciti a dove
>>>>>>> il "vero" OA ha fallito (IMHO), cioè nel dare seriamente e concretamente
>>>>>>> "accesso" alla letteratura scientifica.
>>>>>>> Se gli autori sono contenti così e riescono ad accedere a quello che
>>>>>>> cercano, credo sia meglio che il contrario.
>>>>>>>
>>>>>>> Andrea
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>> 2016-01-27 11:53 GMT+01:00 Alessandro Sarretta <
>>>>>>> alessandro.sarretta a gmail.com > :
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>> Oh ottimo Paola, grazie!
>>>>>>> Non ho ancora letto nel dettaglio ma so già che condividerò :-)
>>>>>>> Una delle cose di cui sono convinto è che questi repository, pur
>>>>>>> costituendo ottime arene di potenziale confronto e scambio, in realtà
>>>>>>> corrono il rischio di diventare delle aree di "mercato nero" delle
>>>>>>> pubblicazioni solamente perché è più facile far finta di fregarsene dei
>>>>>>> vincoli che si firmano (e i diritti che si cedono più o meno
>>>>>>> consapevolmente) all'atto di pubblicare un paper in molti Journal non OA.
>>>>>>> In questo senso, invece di agevolare, rischiano di ostacolare un
>>>>>>> accesso veramente aperto alla conoscenza scientifica, perché "nascondono"
>>>>>>> un problema che invece rimane per tutto il resto del mondo al di fuori di
>>>>>>> tali research social networks.
>>>>>>>
>>>>>>> Ale
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>> On 27/01/2016 11:45, Paola Gargiulo wrote:
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>> Da leggere, soprattutto da far circolare tra i ricercatori!
>>>>>>>
>>>>>>> Paola
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>> L'Office of Scholarly Communication dell'Università della California
>>>>>>> per fare chiarezza ai propri ricercatori che ritenevano erroneamente che
>>>>>>> depositando gli articoli nelle due piattaforme avevano assolto agli
>>>>>>> obblighi delle politiche OA dell'Università della California ha redatto un
>>>>>>> post nel dicembre scorso sull'argomento.
>>>>>>> Nel post redatto da Katie Fortney e Justin Gonder della California
>>>>>>> Digital Library si descrivono brevemente i repository OA, le due
>>>>>>> piattaforme, si evidenziano le differenze (anche un breve grafico), le
>>>>>>> finalità diverse, i punti di forza e di debolezza di ciascuna soluzione, le
>>>>>>> ragioni per le quali soluzioni come Academia.edu e Research.gate,
>>>>>>> pur presentando servizi utili non vadano confusi con l'archivio
>>>>>>> istituzionale o disciplinare gestito da istituzioni o organizzazioni non a
>>>>>>> scopo di lucro e soprattutto non soddisfano i requisiti OA dell'Università
>>>>>>> della California.
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>> http://osc.universityofcalifornia.edu/2015/12/a-social-networking-site-is-not-an-open-access-repository/
>>>>>>>
>>>>>>> Segue un commento di Katie Fortney della California Digital Library
>>>>>>> in cui risponde al thread
>>>>>>> http://listserv.crl.edu/wa.exe?A1=ind1601&L=LIBLICENSE-L&F=&S=&O=T&H=1&D=0&T=1#6
>>>>>>> che si è aperto su lib-license da qualche giorno
>>>>>>>
>>>>>>> -------- Messaggio Inoltrato --------
>>>>>>> Oggetto:        Re: A social networking site is not an open access
>>>>>>> repository
>>>>>>> Data:   Tue, 26 Jan 2016 20:48:31 -0500
>>>>>>> Mittente:       LIBLICENSE <liblicense a GMAIL.COM>
>>>>>>> Rispondi-a:     LibLicense-L Discussion Forum <
>>>>>>> LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU>
>>>>>>> A:      LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU
>>>>>>>
>>>>>>> From: Katie Fortney <Katie.Fortney a ucop.edu> Date: Tue, 26 Jan 2016
>>>>>>> 21:37:36 +0000
>>>>>>>
>>>>>>> Hi Rick,
>>>>>>>
>>>>>>> That blog post links to and excerpts a post that Justin Gonder and I
>>>>>>> wrote in December. We wrote it because yes, some of our authors do
>>>>>>> believe that social networking sites count as open access
>>>>>>> repositories. When they hear that they can participate in UC’s OA
>>>>>>> policies either by depositing in eScholarship (our repository) or by
>>>>>>> just giving us a link to where their article is available in another
>>>>>>> open access repository like arXiv or PMC, they ask, “It’s in
>>>>>>> Academia.edu. That counts, right?”
>>>>>>>
>>>>>>> No, they don’t have to choose between the two. But our post was an
>>>>>>> attempt to explain a) why Academia.edu doesn’t count for compliance
>>>>>>> with UC’s Open Access policies and b) the relative strengths,
>>>>>>> functions, and drawbacks of each option in general. Because “What do
>>>>>>> you think of ResearchGate?” is another one we get a lot.
>>>>>>>
>>>>>>> Our post is here:
>>>>>>> http://osc.universityofcalifornia.edu/2015/12/a-social-networking-site-is-not-an-open-access-repository/
>>>>>>> Cheers,
>>>>>>>
>>>>>>> Katie
>>>>>>>
>>>>>>> Katie Fortney, J.D., M.L.I.S.
>>>>>>> Copyright Policy & Education Officer
>>>>>>> California Digital Library
>>>>>>> 415 20th Street, 4th Floor
>>>>>>> Oakland, CA 94612
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>> _______________________________________________
>>>>>>> OA-Italia mailing list OA-Italia a openarchives.it
>>>>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia PLEIADI:
>>>>>>> http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>>>>
>>>>>>> --
>>>>>>> --
>>>>>>>
>>>>>>> Alessandro Sarretta
>>>>>>>
>>>>>>> skype/twitter: alesarrett
>>>>>>> Web: ilsarrett.wordpress.com
>>>>>>>
>>>>>>> Research information:
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>     * Google scholar profile
>>>>>>>     * ORCID
>>>>>>>     * Research Gate
>>>>>>>     * Impactstory
>>>>>>>
>>>>>>> _______________________________________________
>>>>>>> OA-Italia mailing list
>>>>>>> OA-Italia a openarchives.it
>>>>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>>>>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>> _______________________________________________
>>>>>>> OA-Italia mailing list
>>>>>>> OA-Italia a openarchives.it
>>>>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>>>>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>> --
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>>
>>>>>>> dr. Elena Giglia
>>>>>>> Responsabile Ufficio Open Access - Editoria Elettronica
>>>>>>> Direzione Sviluppo Organizzativo, Innovazione e Servizi Bibliotecari
>>>>>>> Universita' degli Studi di Torino
>>>>>>> tel. +39.011.670 .4191
>>>>>>> www.oa.unito.it
>>>>>>>
>>>>>>> _______________________________________________
>>>>>>> OA-Italia mailing list
>>>>>>> OA-Italia a openarchives.it
>>>>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>>>>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>>>>
>>>>>>> _______________________________________________
>>>>>>> OA-Italia mailing list
>>>>>>> OA-Italia a openarchives.it
>>>>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>>>>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> --
>>>>>> Paola Galimberti
>>>>>> Università degli Studi di Milano
>>>>>> 20122 Via Festa del Perdono 7
>>>>>> _______________________________________________
>>>>>> OA-Italia mailing list
>>>>>> OA-Italia a openarchives.it
>>>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>>>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> _______________________________________________
>>>>>> OA-Italia mailing list
>>>>>> OA-Italia a openarchives.it
>>>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>>>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> _______________________________________________
>>>>> OA-Italia mailing list
>>>>> OA-Italia a openarchives.it
>>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>>
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> --
>>>> dr. Elena Giglia
>>>> Responsabile Ufficio Open Access - Editoria Elettronica
>>>> Direzione Sviluppo Organizzativo, Innovazione e Servizi Bibliotecari
>>>> Universita' degli Studi di Torino
>>>> tel. +39.011.670*.4191*
>>>> www.oa.unito.it
>>>>
>>>> _______________________________________________
>>>> OA-Italia mailing list
>>>> OA-Italia a openarchives.it
>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>
>>>
>>>
>>>
>>> --
>>> Giovanna Frigimelica <g.frigimelica a unica.it>
>>> Biblioteca del Distretto Biomedico Scientifico - Direttore
>>> Università degli Studi di Cagliari
>>> Cittadella Universitaria - 09042 Monserrato (CA)
>>> tel. 070 6754288 - fax 070 6754287
>>> http://sba.unica.it/biblioteche/Distretto-BS
>>>
>>> _______________________________________________
>>> OA-Italia mailing list
>>> OA-Italia a openarchives.it
>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>
>>
>>
>>
>> _______________________________________________
>> OA-Italia mailing list
>> OA-Italia a openarchives.it
>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>
>
>
> _______________________________________________
> OA-Italia mailing list
> OA-Italia a openarchives.it
> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://liste.cineca.it/pipermail/oa-italia/attachments/20160129/7fc02d49/attachment.html>


Maggiori informazioni sulla lista OA-Italia