[Oa-italia] Fwd: Perchè academia.edu e research.gate NON sono un OA repository e non rispondono alle policy OA

Maria Cassella maria.cassella a unito.it
Ven 29 Gen 2016 15:03:24 CET


da una parte, il fatto che su questi social network e' piu' semplice
caricare i file....

MC: Non c'e' bisogno di caricarli, tramite il DOI o altri identificativi si
trovano già li'. Il ricercatore non ha bisogno di inserire metadati di
nessun genere .....

L'elemento social non è quello al quale pensiamo noi. ResearchGate ti
notifica le citazioni totali e le nuove citazioni, ti mette in contatto
diretto con chi ti cita, ti notifica domande relative al tuo dominio
rispetto alle quali si possono dare risposte e trovare partner interessati
ecc.ecc. Sei in una rete!!! Che non è quella istituzionale ma mondiale. Vi
ricordo, inoltre, che in università esiste una forte competizione e spesso
un ricercatore non collabora con il collega della porta accanto ma con
quello che lavora in Australia.

Da ultimo: la conservazione? I docenti se ne sono mai preoccupati? Roba da
bibliotecari. I metadati? Ancora peggio. I diritti? Ecco su questi sta
crescendo la consapevolezza, ma la strada è ancora lunga.

Cari saluti
Maria



Il giorno 29 gennaio 2016 11:34, Andrea Marchitelli <a.marchitelli a cineca.it
> ha scritto:

> Credo che si possano separare due piani della discussione:
> 1. da una parte, il fatto che su questi social network e' piu' semplice
> caricare i file perche' chi li gestisce risolve la questione del copyright
> con un disclaimer (quello che caricate e' affare vostro, nessuno puo'
> rivalersi su di me) e quindi e' molto piu' facile recuperare i full text,
> caricati con un maggiore o minore rispetto dei diritti.
>
> 2. dall'altra, non ho ancora capito se ci siano e quali siano
> funzionalita' che rendono questi servizi "migliori" (piu' efficienti, piu'
> simpatici, piu'...) dei repository istituzionali, che solo per il fatto che
> li si chiami cosi' li rende gia' un po' meno simpatici :)
>
> A me pare evidente che sul secondo piano, che e' quello che mi interessa
> di piu', ci sia un elemento che rende incomparabili i due servizi, a
> vantaggio dei secondi. I repository sono "dell'istituzione", i network sono
> disciplinari (al limite, raggruppano tutte le discipline) e le istituzioni
> sono solo un modo di recuperare le istituzioni. Insomma, li' posso seguire
> tutti gli esperti di un certo ramo, indipendentemente da dove lavorino,
> perche' il sistema mette insieme dati in maniera unitaria.
> PLEIADI fa un po' lo stesso lavoro (certo, limitato alla sola Italia) ma i
> dati di accesso non sono certo quelli di academia o researchgate...
>
> Forse si tratta delle funzioni di alerting? C'e' altro?
>
> andrea
>
> --
>  Andrea Marchitelli
>  Area servizi Musei Archivi Biblioteche
>  Cineca - Sede operativa di Roma
>  Via dei Tizii, 6/b - 00185 Roma, Italy
>  tel. +39 0644486525 - cell. +39 340 4027156 - http://www.cineca.it
>
> Il giorno 29 gennaio 2016 09:31, Giovanna Frigimelica (UniCA) <
> g.frigimelica a unica.it> ha scritto:
>
>> La cosa che personalmente mi lascia più perplessa è che il tempo per
>> caricare un lavoro su Academia e similari e il tempo per caricarlo su IRIS
>> non sono poi così diversi. Però sempre più spesso anche io mi sento dire
>> "l'ho caricato lì non lo ricarico su IRIS" (mi è pure capitato di vedere
>> full text scaricati da Academia o Researchgate e caricati in IRIS, argh).
>> Capisco che tutta la questione dei depositi istituzionali sia arrivata in
>> un momento difficile e incasinato (almeno così è stato per noi!) però una
>> volta che è chiaro il contesto in cui ci muoviamo, credo sarebbe utile
>> anche uno sforzo da parte degli autori. Una SCELTA: non rinuncio alle
>> possibilità social etc. che mi danno questi strumenti, ma lì carico solo i
>> metadati, mentre il testo completo lo carico nell'archivio istituzionale
>> della mia università (che, lo dico incidentalmente ma non va dimenticato, è
>> il soggetto che mi ha consentito di fare quella ricerca!) e quindi
>> garantisco conservazione, interoperabilità, etc.
>> Buona giornata,
>> Giovanna
>>
>> Il giorno 29 gennaio 2016 09:13, Elena Giglia <elena.giglia a unito.it> ha
>> scritto:
>>
>>> Gentile Angela,
>>> il problema non e' leggere su Academia, ma depositare i lavori. Se avete
>>> firmato un contratto di cessione dei diritti, non lo potete fare, e sempre
>>> piu' editori su SHERPA Romeo stanno esplicitando il divieto di depositare
>>> sui social networks.
>>> Elsevier nel 2013 chiese e ottenne la rimozione di tutti i suoi pdf
>>> indebitamente postati.
>>> Inoltre, sono sitemi "fintamente" aperti, come ricordato, perche' non
>>> permettono nessun tipo di harvesting da parte di altri, vendono pubblicita'
>>> ecc ecc.
>>> Ora, il problema e' proprio questo: perche' Academia e Research Gate
>>> funzionano, gli autori sono disposti a violare il copyright, depositano
>>> senza che nessuno glielo chieda, senza bisogno di regolamenti?
>>> Appunto perche' offrono i servizi che i repositories istituzionali non
>>> offrono, e perche' sono facili da usare. Perche' sono social, e sono utili
>>> a creare gruppi, seguire colleghi con interessi di ricerca affini ecc ecc.
>>> Ho molta fiducia che con IRIS le cose cambino in meglio.
>>> Tutto quanto lei dice nel primo paragrafo (facilita' di reperimento su
>>> google, possiblita' di ricerche ecc) c'e' gia' anche nei repositories, che
>>> hanno il vantaggio di rispettare le regole di copyright, di conservare, di
>>> mettere a disposizione di tutti i dati (intendo lato macchina, per
>>> l'harvsting) ecc ecc.
>>> Manca tutta la parte social/servizi/feedback sull'uso, ed e' questo che
>>> viene percepito come esigenza, visto che academia e research sono
>>> indubbiamente molto piu' utilizzati dei repositories e sono entrati (come
>>> doveva invece essere per i repositories) nella pratica quotidiana dei
>>> docenti.
>>> Buona giornata
>>> Elena
>>>
>>> Il giorno 28 gennaio 2016 12:04, Angela Maria Nuovo <
>>> angela.nuovo a uniud.it> ha scritto:
>>>
>>>> cari tutti,
>>>>
>>>>
>>>> non ho capito perche' leggere le pubblicazioni su Academia anziche'
>>>> andarsi a cercare i metadati e gli abstract sugli IR delle universita' sia
>>>> segno di vanita' e pigrizia. Uno dei servizi piu' importanti di Academia
>>>> sono le notifiche quotidiane delle pubblicazioni che i colleghi (io ne ho
>>>> centinaia nella mia rete) mettono a disposizione. Che meraviglia poterseli
>>>> leggere subito, senza andare in biblioteche che per farti vedere una
>>>> rivista ci mettono anche una settimana! (non scendo in dettagli, ma mi
>>>> capite). O sui siti commerciali delle riviste, che per un articolo ti
>>>> chiedono una cifra spropositata! (che tuttavia, sono stata costretta piu'
>>>> volte a pagare ) Inoltre, agli articoli su Academia si arriva anche da una
>>>> semplice ricerca su Google.
>>>>
>>>>
>>>> Dopo molte titubanze (non capivo bene come funzionasse) anch'io ho
>>>> caricato le mie pubblicazioni e lo faccio regolarmente, per spirito di
>>>> reciprocita' e desiderio di condivisione.
>>>>
>>>> Non ho capito inoltre perche' i dati sul numero di persone che leggono
>>>> ogni pubblicazione dovrebbero essere falsi: io ho pubblicazioni (ho
>>>> controllato adesso) con 30 lettori e altre con 400; questo dato invece per
>>>> me potrebbe anche essere interessante anche se (come si suol dire) non mi
>>>> faccio dettare l'agenda della ricerca nemmeno dai miei pari.
>>>>
>>>>
>>>> Tramite Academia ho potuto dare una scorsa alle numerose pubblicazioni
>>>> della collega Pievatolo, che ignoravo (dal punto di vista disciplinare
>>>> siamo distanti), trovando invece diversi testi di mio interesse,e anzi la
>>>> ringrazio per essere presente anche li'.
>>>>
>>>> Limiti di Academia ce ne sono parecchi, e per me uno dei piu' gravosi
>>>> e' che (almeno per la mia esperienza) pochissimi colleghi anglo-americani
>>>> vi partecipano. Saranno forse su altre piattaforme, pero' a me manca il
>>>> tempo per fare un'inchiesta.
>>>>
>>>>
>>>> So bene che il movimento OA e' un'altra cosa e che vuole affrontare in
>>>> modo sistematico e ottimale tutti i problemi connessi alla condivisione
>>>> della ricerca e alla sua conservazione. C'e' da dire che quel che si mette
>>>> in Academia e' di regola stato pubblicato altrove (ad es., riviste cartacee
>>>> tradizionali) e in quel formato dovrebbe essere conservato. Quando Academia
>>>> iniziera' a dare dei problemi anziche' dei vantaggi me ne andro'
>>>> immediatamente. Ma per il momento, se i ricercatori e i professori vanno in
>>>> direzioni alternative all'OA istituzionale, ovvero vanno dove
>>>> pragmaticamente trovano migliori risposte ai loro quotidiani problemi,
>>>> denigrarli perche' lo fanno non e' la soluzione.
>>>>
>>>>
>>>> Saluti,
>>>>
>>>> Angela Nuovo
>>>>
>>>>
>>>> Angela Nuovo
>>>>
>>>> Università degli Studi di Udine
>>>>
>>>>
>>>> ------------------------------
>>>> *Da:* oa-italia-bounces a openarchives.it <
>>>> oa-italia-bounces a openarchives.it> per conto di Andrea Zanni <
>>>> zanni.andrea84 a gmail.com>
>>>> *Inviato:* giovedì 28 gennaio 2016 11.14
>>>> *A:* Lista di discussione su temi relativi all'accesso aperto
>>>> *Cc:* Roberto Caso
>>>> *Oggetto:* Re: [Oa-italia] Perchè academia.edu e research.gate NON
>>>> sono un OA repository e non rispondono alle policy OA
>>>>
>>>> La discussione è molto divertente e stimolante, grazie a tutti.
>>>>
>>>> Permettetemi un gioco: qui sotto scriverò un'opinione MOLTO
>>>> provocatoria, che non rispecchia totalmente neanche la mia di opinione.
>>>> Però mi è venuto in mente leggendo il messaggio di Roberto e di Stefano, e
>>>> ritengo che possa essere interessante estremizzare un po', per vedere se
>>>> abbiamo risposte a certe "sensazioni".
>>>>
>>>> ---
>>>>
>>>> Non sarà che, come bibliotecari, ci siamo concentrati troppo su un
>>>> discorso "infrastrutturale" (preservazione, metadati, repo istituzionali)
>>>> che di fatto ha poi perso di vista il web, le community di ricercatori e le
>>>> loro esigenze e desideri e anche pigrizie?
>>>>
>>>> Sono assolutamente d'accordo con Roberto quando dice che a volte
>>>> idealizziamo la comunità scientifica. È la scienza ad essere collettiva,
>>>> collaborativa, aperta.
>>>> I ricercatori no: vivono in un mondo altamente competitivo in cui le
>>>> risorse (tempo, soldi, volontà) sono scarse, e con quelle poche risorse
>>>> devono sopravvivere.
>>>> Di più, il sistema accademico funziona in maniera tale che la carriera
>>>> universitaria è direttamente condizionata dalla produzione scientifica:
>>>> quello che loro producono influisce sul loro futuro e il loro (eventuale)
>>>> stipendio.
>>>> Se ci pensiamo un attimo, è incredibile come un risultato puramente
>>>> teorico come la bibliometria sia riuscito ad influenzare così tanto il
>>>> mondo e le sue dinamiche... Ci sarebbe da essere orgogliosi della scienza
>>>> bibliotecaria (se le cose non fossero andate così male).
>>>> Mi pare il primo vero esempio di algoritmo che cambia le vite (prima di
>>>> Google, che in parte fa esattamente la stessa cosa).
>>>>
>>>> Questo, IMHO, è l'unica spiegazione per il corto circuito logico che è
>>>> l'industria editoriale accademica.
>>>> Dico spesso che solo i professori universitari potevano essere così
>>>> "stupidi" (perdonate la battuta) per infilarsi in un vicolo cieco circolare
>>>> come questo.
>>>> (vedasi http://aubreymcfato.com/2013/01/15/how-to-exploit-academics/)
>>>> <http://aubreymcfato.com/2013/01/15/how-to-exploit-academics/>
>>>> How to exploit academics
>>>> <http://aubreymcfato.com/2013/01/15/how-to-exploit-academics/>
>>>> aubreymcfato.com
>>>> I have an ingenious idea for a company. My company will be in the
>>>> business of selling computer games. But, unlike other computer game
>>>> companies, mine will never have to hire a single programmer, ga...
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> Sono i creatori, i revisori e i fruitori del prodotto della ricerca, e
>>>> riescono di fatto a lavorare gratis per un'industria editoriale che gli
>>>> impacchetta quello che loro producono e revisionano e poi fanno comprare
>>>> dalle loro università.
>>>>
>>>> Ai ricercatori nulla interessa del copyright, come del resto a nessuno
>>>> al mondo. Interessa solo ad avvocati e wikipediani.
>>>> La legislazione sul copyright è obsoleta per quello che riguarda il
>>>> digitale, e in quanto obsoleta è violata continuamente, ovunque. In tutti i
>>>> siti, da tutte le fasce d'età.
>>>> I ricercatori universitari non fanno certo eccezione.
>>>> In questo senso, è stata probabilmente inefficace l'advocacy fatta per
>>>> anni ai ricercatori a riguardo, perchè a loro non interessa, di fatto; è
>>>> visto come un ostacolo e altro lavoro e una roba complicata che non
>>>> vogliono gestire.
>>>> Trovo illuminante la mail di Stefano a riguardo: la parte sociale,
>>>> umana, personale di sistemi come Academia e RG ha stravinto su tutte le
>>>> nostre paturnie sulle licenze, sui colori di Sherpa/romeo, sul protocolli
>>>> di trasmissione dei metadati, sull'insistenza degli archivi istituzionali.
>>>> Continuo a credere, personalmente, che queste siano cose importanti, ma che
>>>> forse servono a qualcun altro (appunto, Academia.edu e RG, che
>>>> evidentemente sfruttano i repositories per prendere i PDF).
>>>>
>>>> Forse, l'advocacy migliore al momento potrebbe essere spingere perchè
>>>> questi social sceintific networks si impegnino a favorire licenze come le
>>>> creative commons, rispettandole quando sono presenti all'origine e
>>>> promuovendo il loro uso per i nuovi articoli. D'altronde loro ci
>>>> guadagnerebbero comunque (perchè sono la piattaforma su cui la gente
>>>> arriva).
>>>>
>>>> Andrea
>>>>
>>>>
>>>>
>>>>
>>>> 2016-01-28 7:19 GMT+01:00 Roberto Caso <roberto.caso a unitn.it>:
>>>>
>>>>> Discussione interessante.
>>>>> Tema complesso.
>>>>> Provo a svolgere alcune semplici e provocatorie considerazioni.
>>>>> 1) Internet, OA rapporti tra stato, comunità scientifica e mercato.
>>>>> 2) Violazione del copyright.
>>>>> 3) Etica e progresso.
>>>>>
>>>>> 1) Internet, OA rapporti tra stato, comunità scientifica e mercato. Ci
>>>>> stiamo accorgendo che nel mondo della scienza in Rete e dell’OA sta
>>>>> accadendo quello che è accaduto già da molto tempo a Internet. Il ruolo
>>>>> degli attori commerciali e del profitto diventa sempre più importante. Non
>>>>> c’era da meravigliarsi. Ma la domanda di fondo è possiamo fare a meno del
>>>>> mercato e del profitto su Internet? Forse sì, ma dovremmo cambiare la
>>>>> nostra società e i suoi fondamenti economici. Oggi scopriamo quasi con
>>>>> meraviglia che Academia.edu vuole fare profitto sulle “nostre”
>>>>> pubblicazioni. Ohibò! Ma non dovevamo prima chiederci se Google rappresenta
>>>>> una delle più importanti porte di accesso ai nostri repositories? E Google
>>>>> agisce per beneficenza? Dunque vanno benissimo la conoscenza, la
>>>>> consapevolezza e lo spirito critico verso i social network scientifici, ma
>>>>> non perdiamo la visione d’insieme.
>>>>>
>>>>> 2) Violazione del copyright. Academia.edu e ResearchGate sono meno
>>>>> attenti dei repostiories istituzionali al rispetto del copyright. Ma chi è
>>>>> attento al rispetto del copyright? I singoli ricercatori o le istituzioni
>>>>>  come le università e le biblioteche? Facile risposta, le seconde perché
>>>>> sono maggiormente integrate nel sistema statale e più esposte. I
>>>>> ricercatori spesso violano il copyright per motivi meschini o per nobili
>>>>> ragioni (v. Aaron Swartz). Un dettaglio: la pratica di scambiarsi i file
>>>>> via email non salva di per sé dalla violazione del copyright. Se l’autore è
>>>>> legato a un contratto che impedisce la distribuzione e la comunicazione, lo
>>>>> scambio via email è violazione del copyright. L’unica differenza rispetto a
>>>>> uno scambio su un social network è nel fatto che lo scambio è meno visibile.
>>>>>
>>>>> 3) Etica e progresso. In questa storia abbiamo fatto un’altra scoperta
>>>>> clamorosa. Ohibò!Ohibò! Abbiamo scoperto che molti scienziati pensano più
>>>>> alla propria visibilità e al proprio successo (contemplano con
>>>>> soddisfazione o frustrazione i rankings generati da Academia, RG, SSRN ecc.
>>>>> ecc.) che alla ricerca della verità. Insomma non sono molto diversi da
>>>>> coloro che usano i social networks generalisti per mera vanità. Anzi forse
>>>>> sono peggio (visto quel che si legge su plagio, falsificazione dei dati,
>>>>> reti citazionali costruite ad hoc ecc.). E abbiamo anche scoperto che su
>>>>> Academia.edu & C. violano allegramente il copyright, ma magari non
>>>>> sanno nemmeno esattamente cos’è il copyright e magari non sanno chi era
>>>>> Aaron Swartz e non si sognano nemmeno di fare una battaglia pubblica per
>>>>> cambiare la legge sul copyright. Ma allora potremmo approfondire la cosa e
>>>>> chiederci: le università che ospitano i nostri cari repositories
>>>>> istituzionali hanno mai fatto vere battaglie per cambiare in meglio la
>>>>> legge del copyright? E le università cosa stanno facendo sul piano della
>>>>> valutazione, alimentano comportamenti virtuosi, spingono alla cooperazione
>>>>> e alla solidarietà? Non è che abbiamo un’idea “romantica” della comunità
>>>>> scientifica, dei ricercatori e delle istituzioni accademico-scientifiche?
>>>>> La commercializzazione della ricerca scientifica e l’esasperata
>>>>> competizione indotta dall’ideologia imperante sta iniettando massicce dosi
>>>>> di veleno nel mondo scientifico e accademico. Ma il male è antico e
>>>>> profondo. E l’odierna forza di resistenza nulla. Oggi ci accorgiamo che
>>>>> Academia.edu fa “concorrenza sleale” ai nostri cari bravi vecchi
>>>>> repositories senza scopo di profitto, ma anche prima dell’ingresso dei
>>>>> social network scientifici nella concorrenza tra OA e canali di
>>>>> pubblicazioni ad accesso chiuso (per profitto) vincevano i secondi. Ma poi
>>>>> potremmo andare anche oltre e chiederci se un domani le università avranno
>>>>> il controllo fisico dei data center che ospitano i repositories
>>>>> istituzionali. In altri termini, non c’è il pericolo che in ragione della
>>>>> “razionalizzazione” e della “spending review” si esternalizzino le
>>>>> infrastrutture che custodiscono i dati scientifici?
>>>>>
>>>>> Il rischio maggiore - che ho più volte denunciato pubblicamente - è
>>>>> che nel mondo dell’accesso aperto si ricreino posizioni oligopolistiche,
>>>>> addirittura più forti del passato. C’è il rischio che il pluralismo dei
>>>>> luoghi di comunicazione e di uso pubblico della ragione si riduca.
>>>>> Come diceva uno dei cattivi più riusciti della storia del cinema:
>>>>> "infinite cose da fare… e così poco tempo” ;)
>>>>>
>>>>> A presto,
>>>>> Roberto
>>>>>
>>>>>
>>>>> Il giorno 27/gen/2016, alle ore 13:17, Paola Galimberti <
>>>>> paola.galimberti a unimi.it> ha scritto:
>>>>>
>>>>> Sono molto d'accordo con quanto dici Andrea (Marchitelli), e oltre a
>>>>> suggerire la lettura attenta del post dei colleghi americani che mettono a
>>>>> confronto le diverse caratteristiche degli strumenti vi consiglio di
>>>>> leggere il post di questo ricercatore dell'università di Amsterdam dal
>>>>> titolo suggestivo  Upon leaving academia.edu.
>>>>> http://mittelalter.hypotheses.org/7123 che fa il punto dopo la
>>>>> pubblicazione del suo post su academia del 22 novembre 2015:  ha fatto
>>>>> abbastanza rumore nelle diverse liste che trattano di queste tematiche.
>>>>> Saluti
>>>>> Paola
>>>>>
>>>>> Il giorno 27 gennaio 2016 12:33, Andrea Marchitelli <
>>>>> a.marchitelli a cineca.it> ha scritto:
>>>>>
>>>>>> Ciao,
>>>>>> l'open access prevede che cio' che viene finanziato con fondi
>>>>>> pubblici al pubblico ritorni.
>>>>>>
>>>>>> Academia.edu e researchgate prendono cioe' che e' finanziato con
>>>>>> fondi pubblici per fare un business privato:
>>>>>> "We've raised $17.7 million from a range of investors"
>>>>>> https://www.academia.edu/about
>>>>>>
>>>>>> Non credo che questo aspetto possa essere taciuto quando si dice che
>>>>>> questi progetti danno "seriamente e concretamente accesso alla letteratura
>>>>>> scientifica".
>>>>>> Tanto per fare un esempio su un tema che ci accalora, pensiamo che
>>>>>> academia.edu permetta il datamining?
>>>>>>
>>>>>> Insomma, complimenti per l'idea di business (che sicuramente
>>>>>> funziona, quella si) ma non certo per il servizio fornito alla comunita'
>>>>>> dei ricercatori che usa quelle fonti, a mio avviso, perche' li' carica e
>>>>>> scarica, senza troppa attenzione ai diritti, quello che vuole.
>>>>>>
>>>>>> Quindi mi pare che si usino due pesi e due misure; da una parte l'OA
>>>>>> deve essere giustamente rispettoso di regole e diritti di tutti e fare il
>>>>>> "duro e puro" (penso al dibattito su Berlin12) ma poi noi stessi diciamo
>>>>>> che i ricercatori fanno bene a usar quello strumento che funziona bene
>>>>>> (anche se ancora non mi e' affatto chiaro in che cosa funzioni "bene" se
>>>>>> non nell'aver dentro piu' "roba").
>>>>>>
>>>>>> andrea
>>>>>>
>>>>>> --
>>>>>>  Andrea Marchitelli
>>>>>>  Area servizi Musei Archivi Biblioteche
>>>>>>  Cineca - Sede operativa di Roma
>>>>>>  Via dei Tizii, 6/b - 00185 Roma, Italy
>>>>>>  tel. +39 0644486525 - cell. +39 340 4027156 - http://www.cineca.it
>>>>>>
>>>>>> ----- Messaggio originale -----
>>>>>> Da: "Elena Giglia" <elena.giglia a unito.it>
>>>>>> A: "Lista di discussione su temi relativi all'accesso aperto" <
>>>>>> oa-italia a openarchives.it>
>>>>>> Inviato: Mercoledì, 27 gennaio 2016 12:19:29
>>>>>> Oggetto: Re: [Oa-italia]        Perchè academia.edu e research.gate
>>>>>> NON sono un OA repository e non rispondono alle policy OA
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> Appunto, Andrea.
>>>>>> E' vero: hanno successo perche' sono riusciti a costruire servizi -
>>>>>> apprezzati dai ricercatori.
>>>>>>
>>>>>> I nostri repositories invece stanno fuori dal workflow e dalle
>>>>>> pratiche quotidiane.
>>>>>>
>>>>>> Ne ho parlato con Herbert Van de Sompel all'ultimo OAI a Ginevra a
>>>>>> giugno, e' d'accordo, ma chissa' se mai si trovera' una soluzione. Anzi la
>>>>>> sua battuta e' stata: non ve ne ho gia' trovate abbastanza?
>>>>>>
>>>>>> Quindi forse tocca a voi "geek".
>>>>>>
>>>>>> elena
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> Il giorno 27 gennaio 2016 12:10, Andrea Zanni <
>>>>>> zanni.andrea84 a gmail.com > ha scritto:
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> Nonostante sia molto d'accordo,
>>>>>> mi pare abbastanza indubbio che quei progetti siano riusciti a dove
>>>>>> il "vero" OA ha fallito (IMHO), cioè nel dare seriamente e concretamente
>>>>>> "accesso" alla letteratura scientifica.
>>>>>> Se gli autori sono contenti così e riescono ad accedere a quello che
>>>>>> cercano, credo sia meglio che il contrario.
>>>>>>
>>>>>> Andrea
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> 2016-01-27 11:53 GMT+01:00 Alessandro Sarretta <
>>>>>> alessandro.sarretta a gmail.com > :
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> Oh ottimo Paola, grazie!
>>>>>> Non ho ancora letto nel dettaglio ma so già che condividerò :-)
>>>>>> Una delle cose di cui sono convinto è che questi repository, pur
>>>>>> costituendo ottime arene di potenziale confronto e scambio, in realtà
>>>>>> corrono il rischio di diventare delle aree di "mercato nero" delle
>>>>>> pubblicazioni solamente perché è più facile far finta di fregarsene dei
>>>>>> vincoli che si firmano (e i diritti che si cedono più o meno
>>>>>> consapevolmente) all'atto di pubblicare un paper in molti Journal non OA.
>>>>>> In questo senso, invece di agevolare, rischiano di ostacolare un
>>>>>> accesso veramente aperto alla conoscenza scientifica, perché "nascondono"
>>>>>> un problema che invece rimane per tutto il resto del mondo al di fuori di
>>>>>> tali research social networks.
>>>>>>
>>>>>> Ale
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> On 27/01/2016 11:45, Paola Gargiulo wrote:
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> Da leggere, soprattutto da far circolare tra i ricercatori!
>>>>>>
>>>>>> Paola
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> L'Office of Scholarly Communication dell'Università della California
>>>>>> per fare chiarezza ai propri ricercatori che ritenevano erroneamente che
>>>>>> depositando gli articoli nelle due piattaforme avevano assolto agli
>>>>>> obblighi delle politiche OA dell'Università della California ha redatto un
>>>>>> post nel dicembre scorso sull'argomento.
>>>>>> Nel post redatto da Katie Fortney e Justin Gonder della California
>>>>>> Digital Library si descrivono brevemente i repository OA, le due
>>>>>> piattaforme, si evidenziano le differenze (anche un breve grafico), le
>>>>>> finalità diverse, i punti di forza e di debolezza di ciascuna soluzione, le
>>>>>> ragioni per le quali soluzioni come Academia.edu e Research.gate,
>>>>>> pur presentando servizi utili non vadano confusi con l'archivio
>>>>>> istituzionale o disciplinare gestito da istituzioni o organizzazioni non a
>>>>>> scopo di lucro e soprattutto non soddisfano i requisiti OA dell'Università
>>>>>> della California.
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> http://osc.universityofcalifornia.edu/2015/12/a-social-networking-site-is-not-an-open-access-repository/
>>>>>>
>>>>>> Segue un commento di Katie Fortney della California Digital Library
>>>>>> in cui risponde al thread
>>>>>> http://listserv.crl.edu/wa.exe?A1=ind1601&L=LIBLICENSE-L&F=&S=&O=T&H=1&D=0&T=1#6
>>>>>> che si è aperto su lib-license da qualche giorno
>>>>>>
>>>>>> -------- Messaggio Inoltrato --------
>>>>>> Oggetto:        Re: A social networking site is not an open access
>>>>>> repository
>>>>>> Data:   Tue, 26 Jan 2016 20:48:31 -0500
>>>>>> Mittente:       LIBLICENSE <liblicense a GMAIL.COM>
>>>>>> Rispondi-a:     LibLicense-L Discussion Forum <
>>>>>> LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU>
>>>>>> A:      LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU
>>>>>>
>>>>>> From: Katie Fortney <Katie.Fortney a ucop.edu> Date: Tue, 26 Jan 2016
>>>>>> 21:37:36 +0000
>>>>>>
>>>>>> Hi Rick,
>>>>>>
>>>>>> That blog post links to and excerpts a post that Justin Gonder and I
>>>>>> wrote in December. We wrote it because yes, some of our authors do
>>>>>> believe that social networking sites count as open access
>>>>>> repositories. When they hear that they can participate in UC’s OA
>>>>>> policies either by depositing in eScholarship (our repository) or by
>>>>>> just giving us a link to where their article is available in another
>>>>>> open access repository like arXiv or PMC, they ask, “It’s in
>>>>>> Academia.edu. That counts, right?”
>>>>>>
>>>>>> No, they don’t have to choose between the two. But our post was an
>>>>>> attempt to explain a) why Academia.edu doesn’t count for compliance
>>>>>> with UC’s Open Access policies and b) the relative strengths,
>>>>>> functions, and drawbacks of each option in general. Because “What do
>>>>>> you think of ResearchGate?” is another one we get a lot.
>>>>>>
>>>>>> Our post is here:
>>>>>> http://osc.universityofcalifornia.edu/2015/12/a-social-networking-site-is-not-an-open-access-repository/
>>>>>> Cheers,
>>>>>>
>>>>>> Katie
>>>>>>
>>>>>> Katie Fortney, J.D., M.L.I.S.
>>>>>> Copyright Policy & Education Officer
>>>>>> California Digital Library
>>>>>> 415 20th Street, 4th Floor
>>>>>> Oakland, CA 94612
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> _______________________________________________
>>>>>> OA-Italia mailing list OA-Italia a openarchives.it
>>>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia PLEIADI:
>>>>>> http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>>>
>>>>>> --
>>>>>> --
>>>>>>
>>>>>> Alessandro Sarretta
>>>>>>
>>>>>> skype/twitter: alesarrett
>>>>>> Web: ilsarrett.wordpress.com
>>>>>>
>>>>>> Research information:
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>     * Google scholar profile
>>>>>>     * ORCID
>>>>>>     * Research Gate
>>>>>>     * Impactstory
>>>>>>
>>>>>> _______________________________________________
>>>>>> OA-Italia mailing list
>>>>>> OA-Italia a openarchives.it
>>>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>>>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> _______________________________________________
>>>>>> OA-Italia mailing list
>>>>>> OA-Italia a openarchives.it
>>>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>>>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> --
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>>
>>>>>> dr. Elena Giglia
>>>>>> Responsabile Ufficio Open Access - Editoria Elettronica
>>>>>> Direzione Sviluppo Organizzativo, Innovazione e Servizi Bibliotecari
>>>>>> Universita' degli Studi di Torino
>>>>>> tel. +39.011.670 .4191
>>>>>> www.oa.unito.it
>>>>>>
>>>>>> _______________________________________________
>>>>>> OA-Italia mailing list
>>>>>> OA-Italia a openarchives.it
>>>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>>>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>>>
>>>>>> _______________________________________________
>>>>>> OA-Italia mailing list
>>>>>> OA-Italia a openarchives.it
>>>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>>>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> --
>>>>> Paola Galimberti
>>>>> Università degli Studi di Milano
>>>>> 20122 Via Festa del Perdono 7
>>>>> _______________________________________________
>>>>> OA-Italia mailing list
>>>>> OA-Italia a openarchives.it
>>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>>
>>>>>
>>>>>
>>>>> _______________________________________________
>>>>> OA-Italia mailing list
>>>>> OA-Italia a openarchives.it
>>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>>
>>>>
>>>>
>>>> _______________________________________________
>>>> OA-Italia mailing list
>>>> OA-Italia a openarchives.it
>>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>>
>>>
>>>
>>>
>>> --
>>> dr. Elena Giglia
>>> Responsabile Ufficio Open Access - Editoria Elettronica
>>> Direzione Sviluppo Organizzativo, Innovazione e Servizi Bibliotecari
>>> Universita' degli Studi di Torino
>>> tel. +39.011.670*.4191*
>>> www.oa.unito.it
>>>
>>> _______________________________________________
>>> OA-Italia mailing list
>>> OA-Italia a openarchives.it
>>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>>
>>
>>
>>
>> --
>> Giovanna Frigimelica <g.frigimelica a unica.it>
>> Biblioteca del Distretto Biomedico Scientifico - Direttore
>> Università degli Studi di Cagliari
>> Cittadella Universitaria - 09042 Monserrato (CA)
>> tel. 070 6754288 - fax 070 6754287
>> http://sba.unica.it/biblioteche/Distretto-BS
>>
>> _______________________________________________
>> OA-Italia mailing list
>> OA-Italia a openarchives.it
>> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
>> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>>
>
>
>
> _______________________________________________
> OA-Italia mailing list
> OA-Italia a openarchives.it
> http://openarchives.it/mailman/listinfo/oa-italia
> PLEIADI: http://www.openarchives.it/pleiadi/
>
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://liste.cineca.it/pipermail/oa-italia/attachments/20160129/2ca183b0/attachment.html>


Maggiori informazioni sulla lista OA-Italia