[Oa-italia] Perchè academia.edu e research.gate NON sono un OA repository e non rispondono alle policy OA

Elena Giglia elena.giglia a unito.it
Mer 27 Gen 2016 20:14:43 CET


Concordo con Andrea Zanni, "come comunità, abbiamo tralasciato l'aspetto
social, nei servizi che abbiamo sviluppato, che però si è rivelato più
importante di quello che pensassimo".
Non possiamo non renderci conto che i repositories non sono utilizzati.
confido molto nel futuro di iris, a patto che si riescano ad associare
servizi.
Per il resto vorrei chiaririe che NON intendo assolutamente dire che fanno
bene a usare research o a cademia vorrei fosse chiaro. anzi, nei seminare
spiego come e qualmente non debbano essere usati per tutti i motivi che
Andrea (Marchitelli) sottolinea e che sono ben riassunti nei blog seguiti a
quello segnalato da Paola Galimberti. ne avevo discusso su facebook con
alcuni ricercatori amici lo scorso dicembre.
per essere costruttivi bisognerebbe pensare appunto ai famosi servizi.
in alcuni focus groups tenuti in UniTo per un altro progetto qualche idea
era uscita (vedi mie slides convegno AISA Pisa ott 2015)
chissa' se si trova un modo per realizzarne qualcuna.
cari saluti
eg


Il giorno 27 gennaio 2016 12:59, Andrea Zanni <zanni.andrea84 a gmail.com> ha
scritto:

> Intendiamoci: la vedo come una "sconfitta" dell'OA, una sconfitta nostra
> (dato che per qualche anno ho lavorato anche io nell'ambiente) non essere
> riusciti a creare servizi abbastanza semplici e universali da essere
> invitanti per il ricercatore medio.
> Quando dico che questi servizi creano "seriamente e concretamente accesso
> alla letteratura scientifica", vedo il lato positivo in una operazione che
> anche a me lascia un po' perplesso.
>
> Ma purtroppo, nella durissima legge del mercato, chi si concentra su
> quello che vuole l'utente vince. E' successo con Microsoft e Apple vs il
> software libero, succede ora con Amazon (che vince sempre, contro tutti).
> La gente, e soprattutto i ricercatori, sono pigri, e nulla gliene può
> fregare dell'etica dell'OA. Dopo decenni secondo me possiamo dirlo con
> serenità.
> Lo dico con dispiacere, eh, dal mio vecchio pc con Linux, e da fantico
> delle Creative Commons quale sono.
>
> Evidentemente, come comunità, abbiamo tralasciato l'aspetto social, nei
> servizi che abbiamo sviluppato, che però si è rivelato più importante di
> quello che pensassimo.
>
> Poi, certamente non è solo questo: chi vuole fare cose per profitto
> tendenzialmente ha più investimenti a disposizione, e questo vuol dire
> essere in grado di pagare più sviluppatori frontend...
>
> Andrea
>
> 2016-01-27 12:33 GMT+01:00 Andrea Marchitelli <a.marchitelli a cineca.it>:
>
>> Ciao,
>> l'open access prevede che cio' che viene finanziato con fondi pubblici al
>> pubblico ritorni.
>>
>> Academia.edu e researchgate prendono cioe' che e' finanziato con fondi
>> pubblici per fare un business privato:
>> "We've raised $17.7 million from a range of investors"
>> https://www.academia.edu/about
>>
>> Non credo che questo aspetto possa essere taciuto quando si dice che
>> questi progetti danno "seriamente e concretamente accesso alla letteratura
>> scientifica".
>> Tanto per fare un esempio su un tema che ci accalora, pensiamo che
>> academia.edu permetta il datamining?
>>
>> Insomma, complimenti per l'idea di business (che sicuramente funziona,
>> quella si) ma non certo per il servizio fornito alla comunita' dei
>> ricercatori che usa quelle fonti, a mio avviso, perche' li' carica e
>> scarica, senza troppa attenzione ai diritti, quello che vuole.
>>
>> Quindi mi pare che si usino due pesi e due misure; da una parte l'OA deve
>> essere giustamente rispettoso di regole e diritti di tutti e fare il "duro
>> e puro" (penso al dibattito su Berlin12) ma poi noi stessi diciamo che i
>> ricercatori fanno bene a usar quello strumento che funziona bene (anche se
>> ancora non mi e' affatto chiaro in che cosa funzioni "bene" se non
>> nell'aver dentro piu' "roba").
>>
>> andrea
>>
>> --
>>  Andrea Marchitelli
>>  Area servizi Musei Archivi Biblioteche
>>  Cineca - Sede operativa di Roma
>>  Via dei Tizii, 6/b - 00185 Roma, Italy
>>  tel. +39 0644486525 - cell. +39 340 4027156 - http://www.cineca.it
>>
>> ----- Messaggio originale -----
>> Da: "Elena Giglia" <elena.giglia a unito.it>
>> A: "Lista di discussione su temi relativi all'accesso aperto" <
>> oa-italia a openarchives.it>
>> Inviato: Mercoledì, 27 gennaio 2016 12:19:29
>> Oggetto: Re: [Oa-italia]        Perchè academia.edu e research.gate NON
>> sono un OA repository e non rispondono alle policy OA
>>
>>
>>
>>
>>
>> Appunto, Andrea.
>> E' vero: hanno successo perche' sono riusciti a costruire servizi -
>> apprezzati dai ricercatori.
>>
>> I nostri repositories invece stanno fuori dal workflow e dalle pratiche
>> quotidiane.
>>
>> Ne ho parlato con Herbert Van de Sompel all'ultimo OAI a Ginevra a
>> giugno, e' d'accordo, ma chissa' se mai si trovera' una soluzione. Anzi la
>> sua battuta e' stata: non ve ne ho gia' trovate abbastanza?
>>
>> Quindi forse tocca a voi "geek".
>>
>> elena
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>> Il giorno 27 gennaio 2016 12:10, Andrea Zanni < zanni.andrea84 a gmail.com
>> > ha scritto:
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>> Nonostante sia molto d'accordo,
>> mi pare abbastanza indubbio che quei progetti siano riusciti a dove il
>> "vero" OA ha fallito (IMHO), cioè nel dare seriamente e concretamente
>> "accesso" alla letteratura scientifica.
>> Se gli autori sono contenti così e riescono ad accedere a quello che
>> cercano, credo sia meglio che il contrario.
>>
>> Andrea
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>> 2016-01-27 11:53 GMT+01:00 Alessandro Sarretta <
>> alessandro.sarretta a gmail.com > :
>>
>>
>>
>> Oh ottimo Paola, grazie!
>> Non ho ancora letto nel dettaglio ma so già che condividerò :-)
>> Una delle cose di cui sono convinto è che questi repository, pur
>> costituendo ottime arene di potenziale confronto e scambio, in realtà
>> corrono il rischio di diventare delle aree di "mercato nero" delle
>> pubblicazioni solamente perché è più facile far finta di fregarsene dei
>> vincoli che si firmano (e i diritti che si cedono più o meno
>> consapevolmente) all'atto di pubblicare un paper in molti Journal non OA.
>> In questo senso, invece di agevolare, rischiano di ostacolare un accesso
>> veramente aperto alla conoscenza scientifica, perché "nascondono" un
>> problema che invece rimane per tutto il resto del mondo al di fuori di tali
>> research social networks.
>>
>> Ale
>>
>>
>>
>>
>>
>> On 27/01/2016 11:45, Paola Gargiulo wrote:
>>
>>
>>
>>
>> Da leggere, soprattutto da far circolare tra i ricercatori!
>>
>> Paola
>>
>>
>> L'Office of Scholarly Communication dell'Università della California per
>> fare chiarezza ai propri ricercatori che ritenevano erroneamente che
>> depositando gli articoli nelle due piattaforme avevano assolto agli
>> obblighi delle politiche OA dell'Università della California ha redatto un
>> post nel dicembre scorso sull'argomento.
>> Nel post redatto da Katie Fortney e Justin Gonder della California
>> Digital Library si descrivono brevemente i repository OA, le due
>> piattaforme, si evidenziano le differenze (anche un breve grafico), le
>> finalità diverse, i punti di forza e di debolezza di ciascuna soluzione, le
>> ragioni per le quali soluzioni come Academia.edu e Research.gate, pur
>> presentando servizi utili non vadano confusi con l'archivio istituzionale o
>> disciplinare gestito da istituzioni o organizzazioni non a scopo di lucro e
>> soprattutto non soddisfano i requisiti OA dell'Università della California.
>>
>>
>> http://osc.universityofcalifornia.edu/2015/12/a-social-networking-site-is-not-an-open-access-repository/
>>
>> Segue un commento di Katie Fortney della California Digital Library in
>> cui risponde al thread
>> http://listserv.crl.edu/wa.exe?A1=ind1601&L=LIBLICENSE-L&F=&S=&O=T&H=1&D=0&T=1#6
>> che si è aperto su lib-license da qualche giorno
>>
>> -------- Messaggio Inoltrato --------
>> Oggetto:        Re: A social networking site is not an open access
>> repository
>> Data:   Tue, 26 Jan 2016 20:48:31 -0500
>> Mittente:       LIBLICENSE <liblicense a GMAIL.COM>
>> Rispondi-a:     LibLicense-L Discussion Forum <
>> LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU>
>> A:      LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU
>>
>> From: Katie Fortney <Katie.Fortney a ucop.edu> Date: Tue, 26 Jan 2016
>> 21:37:36 +0000
>>
>> Hi Rick,
>>
>> That blog post links to and excerpts a post that Justin Gonder and I
>> wrote in December. We wrote it because yes, some of our authors do
>> believe that social networking sites count as open access
>> repositories. When they hear that they can participate in UC’s OA
>> policies either by depositing in eScholarship (our repository) or by
>> just giving us a link to where their article is available in another
>> open access repository like arXiv or PMC, they ask, “It’s in
>> Academia.edu. That counts, right?”
>>
>> No, they don’t have to choose between the two. But our post was an
>> attempt to explain a) why Academia.edu doesn’t count for compliance
>> with UC’s Open Access policies and b) the relative strengths,
>> functions, and drawbacks of each option in general. Because “What do
>> you think of ResearchGate?” is another one we get a lot.
>>
>> Our post is here:
>> http://osc.universityofcalifornia.edu/2015/12/a-social-networking-site-is-not-an-open-access-repository/
>> Cheers,
>>
>> Katie
>>
>> Katie Fortney, J.D., M.L.I.S.
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>> 415 20th Street, 4th Floor
>> Oakland, CA 94612
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