[Oa-italia] Perchè academia.edu e research.gate NON sono un OA repository e non rispondono alle policy OA

Maria Cassella maria.cassella a unito.it
Mer 27 Gen 2016 16:43:32 CET


d'accordo con quanto scrivi Paola, i repository sono sicuri, certificati,
controllati, i metadati sono ricchi. Hanno una lunag serie di cvantaggi,
hanno anche i loro limiti dei quali simao consapevoli.
Tuttavia devo dire che io mi sono trovata di recente a crearmi un account
su ResearchGate, tra l'altro su invito di un co-autore di un mio
contribuito ed automaticamente l'80% dei miei articoli era già li. Io ho
dovuto solo dire se erano davvero i miei o no.
Questa facilità di uso è impressionante. I diritti? Quasi sempre miei
perche' mai ceduti. Perche' negarsi o tirarsi indietro? Direi che oggi
esistono due canali. Quello che fa riferimento a queste piattaforme social
e quello piu' istituzionale dei repository.
Prendiamone atto e lavoriamo per rendere piu' fluidi e piu' amichevoli i
secondi.
Saluti a tutti
Maria

Il giorno 27 gennaio 2016 13:24, Paola Gargiulo <p.gargiulo a cineca.it> ha
scritto:

> Cara Angela,
> un aspetto della questione è non cedere tutti i diritti e preoccuparsi
> della conservazione, della fruizione cosi' come dell' impatto e della
> visibilità delle pubblicazioni a medio lungo termine e ad un pubblico
> allargato,  per cui depositare il testo completo in OA nel proprio archivio
> istituzionale non dovrebbe essere percepita come un'ennesima richiesta
> burocratica ma come una scelta volontaria consapevole.
> Si sta cercando di rendere quest'attivita di deposito negli archivi
> istituzionali quanto meno onerosa e "time consuming" e soprattutto
> rispondere a degli obblighi istituzionali che coniugano accesso aperto con
> la conservazione, con la cultura della condivisione nel senspo piu' ampio.
>
> A me sembra che molti autori che cedono tutti i diritti agli editori si
> preoccupino del copyright se devono depositare ad accesso aperto
> nell'archivio del proprio ateneo mentre  invece depositino i post print
> (per non dire i PDF editoriali!!!) su queste piattaforme commerciali senza
> preoccuparsi dei loro obblighi.
> C'e chi si preoccupa di dare  suggerimenti su come fare se l'editore ti
> chiede di togliere la pubblicazione
>
> http://www.carl-abrc.ca/en/scholarly-communications/open-access/how-can-i-enable-open-access-to-my-research/how-to-avoid-receiving-a-takedown-notice-from-a-publisher-and-what-to-do-if-you-get-one.html
>
> Nel caso di diversi editori presenti su Sherpa Romeo, il deposito su
> piattaforme commerciali ha gli stessi embarghi degli OA repository o nel
> caso di Elsevier  ( a proposito delle commercial platform
> <https://www.elsevier.com/connect/elsevier-updates-its-policies-perspectives-and-services-on-article-sharing>
> https://www.elsevier.com/connect/elsevier-updates-its-policies-perspectives-and-services-on-article-sharing),
> ne è permessa la condivisione   ma solo in piccoli gruppi ristretti il che
> non favorisce la massima circolazione nè l' impatto del contributo come è
> nello spirito dell'OA.
>
> Siamo tutti d'accordo che la facilità di uso e i vantaggi che ne ricavano
> i ricercatori su queste piattaforme ne favorisce l'uso,  e nessuno li vuole
> demonizzare, ma bisogna essere anche consapevoli  dei limiti e delle
> debolezze di queste piattaforme e delle finalità diverse rispetto ad un
> archivio aperto istituzionale.
>
> Paola
>
> Il 27/01/2016 12:23, Angela Maria Nuovo ha scritto:
>
> Andrea Zanni ha perfettamente ragione. Academia.edu <http://academia.edu>
> funziona benissimo perché consente finalmente di leggere le pubblicazioni
> di tutti coloro che contribuiscono, il che dovrebbe essere l'unico scopo
> dell'OA.
> Nell'IR della mia università, a cui regolarmente contribuisco anche a fini
> VQR et similia, non posso leggere nessuna delle pubblicazioni inserite dai
> miei colleghi. Per me, è solo burocrazia in più.
>
> Angela Nuovo, uniud
>
> Inviato da iPhone
>
> Il giorno 27 gen 2016, alle ore 12:17, Andrea Zanni <
> <zanni.andrea84 a gmail.com>zanni.andrea84 a gmail.com> ha scritto:
>
> Nonostante sia molto d'accordo,
> mi pare abbastanza indubbio che quei progetti siano riusciti a dove il
> "vero" OA ha fallito (IMHO), cioè nel dare seriamente e concretamente
> "accesso" alla letteratura scientifica.
> Se gli autori sono contenti così e riescono ad accedere a quello che
> cercano, credo sia meglio che il contrario.
>
> Andrea
>
>
> 2016-01-27 11:53 GMT+01:00 Alessandro Sarretta <
> <alessandro.sarretta a gmail.com>alessandro.sarretta a gmail.com>:
>
>> Oh ottimo Paola, grazie!
>> Non ho ancora letto nel dettaglio ma so già che condividerò :-)
>> Una delle cose di cui sono convinto è che questi repository, pur
>> costituendo ottime arene di potenziale confronto e scambio, in realtà
>> corrono il rischio di diventare delle aree di "mercato nero" delle
>> pubblicazioni solamente perché è più facile far finta di fregarsene dei
>> vincoli che si firmano (e i diritti che si cedono più o meno
>> consapevolmente) all'atto di pubblicare un paper in molti Journal non OA.
>> In questo senso, invece di agevolare, rischiano di ostacolare un accesso
>> veramente aperto alla conoscenza scientifica, perché "nascondono" un
>> problema che invece rimane per tutto il resto del mondo al di fuori di tali
>> research social networks.
>>
>> Ale
>>
>>
>>
>> On 27/01/2016 11:45, Paola Gargiulo wrote:
>>
>> Da leggere, soprattutto da far circolare tra i ricercatori!
>>
>> Paola
>>
>> L'Office of Scholarly Communication dell'Università della California per
>> fare chiarezza ai  propri ricercatori che ritenevano erroneamente che
>> depositando gli articoli nelle due piattaforme avevano assolto agli
>> obblighi delle politiche OA dell'Università della California  ha redatto un
>> post nel dicembre scorso sull'argomento.
>> Nel post redatto da Katie Fortney e Justin Gonder della California
>> Digital Library  si descrivono brevemente i repository OA, le due
>> piattaforme, si evidenziano  le  differenze (anche un breve grafico), le
>> finalità diverse, i punti di forza e di debolezza di ciascuna soluzione,
>> le ragioni per le quali soluzioni come Academia.edu <http://academia.edu>
>> e Research.gate, pur presentando servizi utili non vadano confusi con
>> l'archivio istituzionale o disciplinare gestito da istituzioni o
>> organizzazioni non a scopo di lucro e soprattutto non soddisfano i
>> requisiti OA dell'Università della California.
>>
>>
>> http://osc.universityofcalifornia.edu/2015/12/a-social-networking-site-is-not-an-open-access-repository/
>>
>> Segue un commento di Katie Fortney della California Digital Library in
>> cui risponde al thread
>> http://listserv.crl.edu/wa.exe?A1=ind1601&L=LIBLICENSE-L&F=&S=&O=T&H=1&D=0&T=1#6
>> che si è aperto su lib-license da qualche giorno
>>
>> -------- Messaggio Inoltrato --------
>> Oggetto: Re: A social networking site is not an open access repository
>> Data: Tue, 26 Jan 2016 20:48:31 -0500
>> Mittente: LIBLICENSE <liblicense a GMAIL.COM> <liblicense a GMAIL.COM>
>> Rispondi-a: LibLicense-L Discussion Forum <LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU>
>> <LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU><LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU>
>> <LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU>
>> A: LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU
>>
>> From: Katie Fortney <Katie.Fortney a ucop.edu> <Katie.Fortney a ucop.edu>
>> Date: Tue, 26 Jan 2016 21:37:36 +0000
>>
>> Hi Rick,
>>
>> That blog post links to and excerpts a post that Justin Gonder and I
>> wrote in December. We wrote it because yes, some of our authors do
>> believe that social networking sites count as open access
>> repositories. When they hear that they can participate in UC’s OA
>> policies either by depositing in eScholarship (our repository) or by
>> just giving us a link to where their article is available in another
>> open access repository like arXiv or PMC, they ask, “It’s inAcademia.edu <http://academia.edu>. That counts, right?”
>>
>> No, they don’t have to choose between the two. But our post was an
>> attempt to explain a) why Academia.edu <http://academia.edu> doesn’t count for compliance
>> with UC’s Open Access policies and b) the relative strengths,
>> functions, and drawbacks of each option in general. Because “What do
>> you think of ResearchGate?” is another one we get a lot.
>>
>> Our post is here:
>> http://osc.universityofcalifornia.edu/2015/12/a-social-networking-site-is-not-an-open-access-repository/
>>
>>
>> Cheers,
>>
>> Katie
>>
>> Katie Fortney, J.D., M.L.I.S.
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