[Oa-italia] Perchè academia.edu e research.gate NON sono un OA repository e non rispondono alle policy OA

Angela Maria Nuovo angela.nuovo a uniud.it
Mer 27 Gen 2016 13:45:04 CET


Cara Paola e cari tutti,
Naturalmente seguo il vostro lavoro e, per quanto posso, le problematiche connesse. Sarò anche una ricercatrice 'pigra' ma vi assicuro che con le deadline che abbiamo e tutti i vari problemi di biblioteche che non hanno i soldi per comprare le pubblicazioni che ci servono, ci dobbiamo ingegnare anzi arrabattare in ogni modo.
Del resto, le monografie, che per noi umanisti sono fondamentali, restano sempre fuori da questo gioco, e alla fine ne compriamo noi stessi un numero molto elevato.
Ma le cose, hic et nunc, stanno in questo modo. Se ad esempio qualcuno di voi volesse sapere che cosa ho scritto, non credo che l'IR dell'Univ di Udine gli toglierebbe molte curiosità (a parte i metadati e gli abstract ....).
Angela Nuovo

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Il giorno 27 gen 2016, alle ore 13:31, Paola Gargiulo <p.gargiulo a cineca.it<mailto:p.gargiulo a cineca.it>> ha scritto:

Cara Angela,
un aspetto della questione è non cedere tutti i diritti e preoccuparsi  della conservazione, della fruizione cosi' come dell' impatto e della visibilità delle pubblicazioni a medio lungo termine e ad un pubblico allargato,  per cui depositare il testo completo in OA nel proprio archivio istituzionale non dovrebbe essere percepita come un'ennesima richiesta burocratica ma come una scelta volontaria consapevole.
Si sta cercando di rendere quest'attivita di deposito negli archivi istituzionali quanto meno onerosa e "time consuming" e soprattutto rispondere a degli obblighi istituzionali che coniugano accesso aperto con  la conservazione, con la cultura della condivisione nel senspo piu' ampio.

A me sembra che molti autori che cedono tutti i diritti agli editori si preoccupino del copyright se devono depositare ad accesso aperto nell'archivio del proprio ateneo mentre  invece depositino i post print (per non dire i PDF editoriali!!!) su queste piattaforme commerciali senza preoccuparsi dei loro obblighi.
C'e chi si preoccupa di dare  suggerimenti su come fare se l'editore ti chiede di togliere la pubblicazione
http://www.carl-abrc.ca/en/scholarly-communications/open-access/how-can-i-enable-open-access-to-my-research/how-to-avoid-receiving-a-takedown-notice-from-a-publisher-and-what-to-do-if-you-get-one.html

Nel caso di diversi editori presenti su Sherpa Romeo, il deposito su piattaforme commerciali ha gli stessi embarghi degli OA repository o nel caso di Elsevier  ( a proposito delle commercial platform <https://www.elsevier.com/connect/elsevier-updates-its-policies-perspectives-and-services-on-article-sharing> https://www.elsevier.com/connect/elsevier-updates-its-policies-perspectives-and-services-on-article-sharing),  ne è permessa la condivisione   ma solo in piccoli gruppi ristretti il che non favorisce la massima circolazione nè l' impatto del contributo come è nello spirito dell'OA.

Siamo tutti d'accordo che la facilità di uso e i vantaggi che ne ricavano i ricercatori su queste piattaforme ne favorisce l'uso,  e nessuno li vuole demonizzare, ma bisogna essere anche consapevoli  dei limiti e delle debolezze di queste piattaforme e delle finalità diverse rispetto ad un archivio aperto istituzionale.

Paola
Il 27/01/2016 12:23, Angela Maria Nuovo ha scritto:
Andrea Zanni ha perfettamente ragione. Academia.edu<http://academia.edu> funziona benissimo perché consente finalmente di leggere le pubblicazioni di tutti coloro che contribuiscono, il che dovrebbe essere l'unico scopo dell'OA.
Nell'IR della mia università, a cui regolarmente contribuisco anche a fini VQR et similia, non posso leggere nessuna delle pubblicazioni inserite dai miei colleghi. Per me, è solo burocrazia in più.

Angela Nuovo, uniud

Inviato da iPhone

Il giorno 27 gen 2016, alle ore 12:17, Andrea Zanni <<mailto:zanni.andrea84 a gmail.com>zanni.andrea84 a gmail.com<mailto:zanni.andrea84 a gmail.com>> ha scritto:

Nonostante sia molto d'accordo,
mi pare abbastanza indubbio che quei progetti siano riusciti a dove il "vero" OA ha fallito (IMHO), cioè nel dare seriamente e concretamente "accesso" alla letteratura scientifica.
Se gli autori sono contenti così e riescono ad accedere a quello che cercano, credo sia meglio che il contrario.

Andrea


2016-01-27 11:53 GMT+01:00 Alessandro Sarretta <<mailto:alessandro.sarretta a gmail.com>alessandro.sarretta a gmail.com<mailto:alessandro.sarretta a gmail.com>>:
Oh ottimo Paola, grazie!
Non ho ancora letto nel dettaglio ma so già che condividerò :-)
Una delle cose di cui sono convinto è che questi repository, pur costituendo ottime arene di potenziale confronto e scambio, in realtà corrono il rischio di diventare delle aree di "mercato nero" delle pubblicazioni solamente perché è più facile far finta di fregarsene dei vincoli che si firmano (e i diritti che si cedono più o meno consapevolmente) all'atto di pubblicare un paper in molti Journal non OA.
In questo senso, invece di agevolare, rischiano di ostacolare un accesso veramente aperto alla conoscenza scientifica, perché "nascondono" un problema che invece rimane per tutto il resto del mondo al di fuori di tali research social networks.

Ale



On 27/01/2016 11:45, Paola Gargiulo wrote:
Da leggere, soprattutto da far circolare tra i ricercatori!

Paola

L'Office of Scholarly Communication dell'Università della California per fare chiarezza ai  propri ricercatori che ritenevano erroneamente che depositando gli articoli nelle due piattaforme avevano assolto agli obblighi delle politiche OA dell'Università della California  ha redatto un post nel dicembre scorso sull'argomento.
Nel post redatto da Katie Fortney e Justin Gonder della California Digital Library  si descrivono brevemente i repository OA, le due piattaforme, si evidenziano  le  differenze (anche un breve grafico), le finalità diverse, i punti di forza e di debolezza di ciascuna soluzione,  le ragioni per le quali soluzioni come Academia.edu<http://academia.edu> e Research.gate, pur presentando servizi utili non vadano confusi con l'archivio istituzionale o disciplinare gestito da istituzioni o organizzazioni non a scopo di lucro e soprattutto non soddisfano i requisiti OA dell'Università della California.

http://osc.universityofcalifornia.edu/2015/12/a-social-networking-site-is-not-an-open-access-repository/

Segue un commento di Katie Fortney della California Digital Library in cui risponde al thread http://listserv.crl.edu/wa.exe?A1=ind1601&L=LIBLICENSE-L&F=&S=&O=T&H=1&D=0&T=1#6 che si è aperto su lib-license da qualche giorno

-------- Messaggio Inoltrato --------
Oggetto:        Re: A social networking site is not an open access repository
Data:   Tue, 26 Jan 2016 20:48:31 -0500
Mittente:       LIBLICENSE <liblicense a GMAIL.COM><mailto:liblicense a GMAIL.COM>
Rispondi-a:     LibLicense-L Discussion Forum <mailto:LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU> <mailto:LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU> <LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU><mailto:LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU>
A:      LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU<mailto:LIBLICENSE-L a LISTSERV.CRL.EDU>



From: Katie Fortney <Katie.Fortney a ucop.edu><mailto:Katie.Fortney a ucop.edu>
Date: Tue, 26 Jan 2016 21:37:36 +0000

Hi Rick,

That blog post links to and excerpts a post that Justin Gonder and I
wrote in December. We wrote it because yes, some of our authors do
believe that social networking sites count as open access
repositories. When they hear that they can participate in UC’s OA
policies either by depositing in eScholarship (our repository) or by
just giving us a link to where their article is available in another
open access repository like arXiv or PMC, they ask, “It’s in
Academia.edu<http://academia.edu>. That counts, right?”

No, they don’t have to choose between the two. But our post was an
attempt to explain a) why Academia.edu<http://academia.edu> doesn’t count for compliance
with UC’s Open Access policies and b) the relative strengths,
functions, and drawbacks of each option in general. Because “What do
you think of ResearchGate?” is another one we get a lot.

Our post is here:

http://osc.universityofcalifornia.edu/2015/12/a-social-networking-site-is-not-an-open-access-repository/


Cheers,

Katie

Katie Fortney, J.D., M.L.I.S.
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415 20th Street, 4th Floor
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