[Oa-italia] Riflessioni sulla proposta della Max Planck Digital Library a cura di P. Galimberti su ROARS

monica.marra a oabo.inaf.it monica.marra a oabo.inaf.it
Lun 11 Gen 2016 15:11:37 CET



Per quanto ho capito della questione, sottoscrivo la domanda posta dalla
dottoressa Castelli:

che c'entra l'open in tutto questo?

Si deve constatare che il de profundis sulla via verde e' gia' stato
cantato e non se n'e' accorto nessuno?

Che poi una chiave di lettura della questione sia stata spostata al
livello della valutazione e' evidente, ma non mi pare esista consenso
sufficiente per tarare le soluzioni sullo stato attuale delle regole
valutative.

L'impressione e' che - fatta salva la buona fede dei singoli - le logiche
possano essere anche altre da quelle tecnico-scientifiche. Eventuali
smentite, benvenute.

Saluti,

Monica Marra





Il Ven, 8 Gennaio 2016 13:31, Livia Castelli ha scritto:
> Lascia veramente perplessi, per usare un eufemismo che si possa definire
> "open" una simile scelta.
>
> Le osservazioni a caldo sono molto banali e sicuramente le avranno già
> fatte tutti, soprattutto coloro che seguono l'open access attivamente.
>
> Dire che si cambia tutto per non cambiare niente è ancora ottimistico. Si
> instaura sempre più un meccanismo per cui produrranno maggiormente le
> istituzioni e le discipline più ricche e forti e si concentreranno vieppiù
> gli editori.
>
> Inoltre per chi non è legato a un'istituzione che possa e soprattutto
> voglia sostenere i suoi personali costi sarà di fatto impossibile
> pubblicare alcunché. Certo per alcune discipline è già così. Ma per le
> altre, umanistiche in primis? Avete presente il precariato della ricerca
> italiano e internazionale? (Sì, sono in conflitto di interessi... ma non è
> una buona ragione per tacere e sarebbe una pessima tacerlo).
> Incidentalmente, se qui in Italia pubblichi solo quando e se il magister
> lo
> consente, tranne situazioni che non fanno statistica, all'estero no.
>
> L'impressione è che si voglia in realtà controllare non tanto l'accesso e
> la circolazione, ma la produzione stessa di scienza e conoscenza,
> tarandola
> oltretutto sempre più sulle pratiche di una parte di essa. (Se posso
> almeno
> farmi pubblicare e qualcuno sottoscriverà comunque un abbonamento,
> resterò/la disciplina resterà/il soggetto resterà comunque visibile. Se
> invece devo pagare tutto il costo della rivista per pubblicare, guerra
> ancora più feroce per le risorse per farlo. E inoltre gli editori saranno
> liberati da seccature di così cattivo gusto tipo academia ecc., tanto
> lavorano su commissione. Alla fin fine sono forse quelle che gli danno
> fastidio. Come per le fotocopie o il prestito: facciamo pagare una tassa
> all'origine.)  E poi open vuol dire veramente che "I fondi ci sono già a
> bilancio (...) si tratta di trasformare la maniera in cui arrivano agli
> editori"? Tutto qui????
>
> Ma che c'entra l'open in tutto questo?
>
> Gli editori si devono forse confrontare con i tagli degli abbonamenti cui
> la gestione della crisi economica, volta a contenere unicamente la spesa,
> pubblica e privata, ha costretto le istituzioni che una volta mungevano
> così bene. Questa sembra esattamente la reazione di chi vuole assicurare i
> propri profitti indipendentemente dalle cause che ne hanno provocato la
> contrazione. Tanto più che la diffusione attraverso i canali tipo academia
> o altri informali è oggi estremamente facile quanto incontrollabile.
> Siccome non siamo più ingenui, travestiamo questa pura mossa commerciale
> con le parole politically correct alla moda, tipo appunto, "open". Vuoi
> non
> essere "open"? BruttocattivostatalistaliberistaXfobo(a scelta)...
>
> Il tutto proposto con il ben noto metodo scientifico del "è così", quindi
> "fate presto!!!" Non male.
> Ci vogliamo mettere anche Ms TINA, già che ci siamo?
> Un vero successo.
> Se proprio si deve prendere tale proposta in considerazione?
>
> Saluti,
> LC
>
>
>
>
> 2016-01-08 11:52 GMT+01:00 Paola Gargiulo <p.gargiulo a cineca.it>:
>
>> E' appena uscito un interessante intervento di Paola Galimberti
>> pubblicato su *Roars* “ dal titolo "La rivoluzione è alle porte grandi
>> manovre in corso su editoria scientifica e Open Access" dedicato alla
>> proposta della Max Planck Digital Library,
>>
>> http://www.roars.it/online/la-rivoluzione-alle-porte-grandi-manovre-in-corso-su-editoria-scientifica-e-open-access/
>>
>> di cui suggeriamo la lettura. La notizia è riportata su AISA  con un
>> commento di Maria Chiara Pievatolo che  riporto
>>
>> http://bfp.sp.unipi.it/aisa/la-rivoluzione-alle-porte-la-proposta-della-max-planck-gesellschaft/
>>
>> << È vitale che il nostro paese partecipi alla discussione, sia perché
>> occorre valutare quanto il progetto sia sostenibile per le finanze
>> dell’università italiana, sia – e soprattutto – perché una delle
>> concause
>> dell’aumento esorbitante dei costi degli abbonamenti noto ai
>> bibliotecari
>> come crisi dei prezzi dei periodici <http://btfp.sp.unipi.it/?p=77>  è
>> stata proprio la disattenzione
>> <http://bfp.sp.unipi.it/rete/oldenburg.htm#idp7641440> – se non la
>> complicità
>> <http://bfp.sp.unipi.it/aisa/cameron-neylon-le-responsabilita-dei-ricercatori/>
>> – dei ricercatori. Non possiamo rischiare che una crisi simile si
>> ripresenti nuovamente, ma dalla parte degli autori
>> <http://btfp.sp.unipi.it/?p=4417> – cioè che si cambi tutto per non
>> cambiare niente, per quanto concerne la discriminazione economica
>> all’accesso alla discussione scientifica e la proprietà dei metadati
>> sulla
>> base dei quali viene valutata la nostra ricerca.  Anche per questo l’
>> articolo
>> <http://www.roars.it/online/la-rivoluzione-alle-porte-grandi-manovre-in-corso-su-editoria-scientifica-e-open-access/>
>> *di
>> Roars* merita di essere letto: le università potrebbero spendere molto
>> meglio il denaro che versano agli editori commerciali, se il problema
>> della
>> pubblicità della scienza e dei suoi costi diventasse una questione non
>> solo
>> amministrativa e bibliotecaria, ma in primo luogo di ricerca.
>> *>> *
>> Cordialmente
>> Paola
>> Il 15/12/2015 15:20, roberto delle donne ha scritto:
>>
>> Care/i Colleghe/i,
>>
>> al Berlin 12 abbiamo partecipato Alberto Pozzolo (CRUI), Gabriella
>> Benedetti (CRUI), Ilaria Fava (CNR), Danila Baldessarri (Telethon) ed io
>> (CRUI).
>> Ci ripromettiamo di inviarvi un resoconto più analitico appena la
>> Max-Planck-Gesellschaft pubblicherà lo statement "Expression of
>> Interest"
>> all´inizio di gennaio:
>> http://www.mpg.de/9789484/berlin12-open-access-2015
>> .
>> Sono stati due giorni di intense e vivaci discussioni a partire dal
>> White
>> Paper presentato da Ralf Schimmer, Kai Karin Geschuhn e Andreas Vogler:
>> http://pubman.mpdl.mpg.de/pubman/faces/viewItemOverviewPage.jsp?itemId=escidoc:2148961
>> Come sapete, il documento prospetta il passaggio da un sistema economico
>> di pubblicazioni scientifiche per abbonamenti a un modello economico
>> interamente in Open Access.
>> La delegazione italiana ha contribuito alla discussione e alla
>> formulazione del documento "Expression of Interest", alla cui redazione
>> la Max-Planck-Gesellschaft sta ancora lavorando.
>>
>> Un caro saluto a tutte/i,
>> Roberto Delle Donne
>>
>>
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Monica Marra
INAF - Osservatorio Astronomico di Bologna





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