[Oa-italia] Riflessioni sulla proposta della Max Planck Digital Library a cura di P. Galimberti su ROARS

Livia Castelli liviacastelli a gmail.com
Ven 8 Gen 2016 13:31:12 CET


Lascia veramente perplessi, per usare un eufemismo che si possa definire
"open" una simile scelta.

Le osservazioni a caldo sono molto banali e sicuramente le avranno già
fatte tutti, soprattutto coloro che seguono l'open access attivamente.

Dire che si cambia tutto per non cambiare niente è ancora ottimistico. Si
instaura sempre più un meccanismo per cui produrranno maggiormente le
istituzioni e le discipline più ricche e forti e si concentreranno vieppiù
gli editori.

Inoltre per chi non è legato a un'istituzione che possa e soprattutto
voglia sostenere i suoi personali costi sarà di fatto impossibile
pubblicare alcunché. Certo per alcune discipline è già così. Ma per le
altre, umanistiche in primis? Avete presente il precariato della ricerca
italiano e internazionale? (Sì, sono in conflitto di interessi... ma non è
una buona ragione per tacere e sarebbe una pessima tacerlo).
Incidentalmente, se qui in Italia pubblichi solo quando e se il magister lo
consente, tranne situazioni che non fanno statistica, all'estero no.

L'impressione è che si voglia in realtà controllare non tanto l'accesso e
la circolazione, ma la produzione stessa di scienza e conoscenza, tarandola
oltretutto sempre più sulle pratiche di una parte di essa. (Se posso almeno
farmi pubblicare e qualcuno sottoscriverà comunque un abbonamento,
resterò/la disciplina resterà/il soggetto resterà comunque visibile. Se
invece devo pagare tutto il costo della rivista per pubblicare, guerra
ancora più feroce per le risorse per farlo. E inoltre gli editori saranno
liberati da seccature di così cattivo gusto tipo academia ecc., tanto
lavorano su commissione. Alla fin fine sono forse quelle che gli danno
fastidio. Come per le fotocopie o il prestito: facciamo pagare una tassa
all'origine.)  E poi open vuol dire veramente che "I fondi ci sono già a
bilancio (...) si tratta di trasformare la maniera in cui arrivano agli
editori"? Tutto qui????

Ma che c'entra l'open in tutto questo?

Gli editori si devono forse confrontare con i tagli degli abbonamenti cui
la gestione della crisi economica, volta a contenere unicamente la spesa,
pubblica e privata, ha costretto le istituzioni che una volta mungevano
così bene. Questa sembra esattamente la reazione di chi vuole assicurare i
propri profitti indipendentemente dalle cause che ne hanno provocato la
contrazione. Tanto più che la diffusione attraverso i canali tipo academia
o altri informali è oggi estremamente facile quanto incontrollabile.
Siccome non siamo più ingenui, travestiamo questa pura mossa commerciale
con le parole politically correct alla moda, tipo appunto, "open". Vuoi non
essere "open"? BruttocattivostatalistaliberistaXfobo(a scelta)...

Il tutto proposto con il ben noto metodo scientifico del "è così", quindi
"fate presto!!!" Non male.
Ci vogliamo mettere anche Ms TINA, già che ci siamo?
Un vero successo.
Se proprio si deve prendere tale proposta in considerazione?

Saluti,
LC




2016-01-08 11:52 GMT+01:00 Paola Gargiulo <p.gargiulo a cineca.it>:

> E' appena uscito un interessante intervento di Paola Galimberti
> pubblicato su *Roars* “ dal titolo "La rivoluzione è alle porte grandi
> manovre in corso su editoria scientifica e Open Access" dedicato alla
> proposta della Max Planck Digital Library,
>
> http://www.roars.it/online/la-rivoluzione-alle-porte-grandi-manovre-in-corso-su-editoria-scientifica-e-open-access/
>
> di cui suggeriamo la lettura. La notizia è riportata su AISA  con un
> commento di Maria Chiara Pievatolo che  riporto
>
> http://bfp.sp.unipi.it/aisa/la-rivoluzione-alle-porte-la-proposta-della-max-planck-gesellschaft/
>
> << È vitale che il nostro paese partecipi alla discussione, sia perché
> occorre valutare quanto il progetto sia sostenibile per le finanze
> dell’università italiana, sia – e soprattutto – perché una delle concause
> dell’aumento esorbitante dei costi degli abbonamenti noto ai bibliotecari
> come crisi dei prezzi dei periodici <http://btfp.sp.unipi.it/?p=77>  è
> stata proprio la disattenzione
> <http://bfp.sp.unipi.it/rete/oldenburg.htm#idp7641440> – se non la
> complicità
> <http://bfp.sp.unipi.it/aisa/cameron-neylon-le-responsabilita-dei-ricercatori/>
> – dei ricercatori. Non possiamo rischiare che una crisi simile si
> ripresenti nuovamente, ma dalla parte degli autori
> <http://btfp.sp.unipi.it/?p=4417> – cioè che si cambi tutto per non
> cambiare niente, per quanto concerne la discriminazione economica
> all’accesso alla discussione scientifica e la proprietà dei metadati sulla
> base dei quali viene valutata la nostra ricerca.  Anche per questo l’
> articolo
> <http://www.roars.it/online/la-rivoluzione-alle-porte-grandi-manovre-in-corso-su-editoria-scientifica-e-open-access/> *di
> Roars* merita di essere letto: le università potrebbero spendere molto
> meglio il denaro che versano agli editori commerciali, se il problema della
> pubblicità della scienza e dei suoi costi diventasse una questione non solo
> amministrativa e bibliotecaria, ma in primo luogo di ricerca.
> *>> *
> Cordialmente
> Paola
> Il 15/12/2015 15:20, roberto delle donne ha scritto:
>
> Care/i Colleghe/i,
>
> al Berlin 12 abbiamo partecipato Alberto Pozzolo (CRUI), Gabriella
> Benedetti (CRUI), Ilaria Fava (CNR), Danila Baldessarri (Telethon) ed io
> (CRUI).
> Ci ripromettiamo di inviarvi un resoconto più analitico appena la
> Max-Planck-Gesellschaft pubblicherà lo statement "Expression of Interest"
> all´inizio di gennaio: http://www.mpg.de/9789484/berlin12-open-access-2015
> .
> Sono stati due giorni di intense e vivaci discussioni a partire dal White
> Paper presentato da Ralf Schimmer, Kai Karin Geschuhn e Andreas Vogler:
> http://pubman.mpdl.mpg.de/pubman/faces/viewItemOverviewPage.jsp?itemId=escidoc:2148961
> Come sapete, il documento prospetta il passaggio da un sistema economico
> di pubblicazioni scientifiche per abbonamenti a un modello economico
> interamente in Open Access.
> La delegazione italiana ha contribuito alla discussione e alla
> formulazione del documento "Expression of Interest", alla cui redazione
> la Max-Planck-Gesellschaft sta ancora lavorando.
>
> Un caro saluto a tutte/i,
> Roberto Delle Donne
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