[Oa-italia] Scienza aperta contro la mercifiazione del sapere- se ne parla sulla Rivista del Centro Studi della Citta della Scienza

Paola Gargiulo p.gargiulo a cineca.it
Ven 15 Apr 2016 14:55:54 CEST


Di interesse per la lista

Paola

Pubblicato sulla Rivista del Centro Studi della Cittā della Scienza, 
l'articolo di Roberto Caso dal titolo
Scienza aperta contro la mercificazione del sapere
http://www.cittadellascienza.it/centrostudi/2016/04/la-scienza-aperta-contro-la-mercificazione-del-sapere/


Roberto Caso parlerā al workshop nazionale di OpenAIRE il 31 maggio 
prossimo su questo tema. Chi č interessato a partecipare alla 
discussione, si iscriva al workshop entro il 17 maggio
http://www.cineca.it/it/content/iscrizioni-openaire-national-workshop-2016

Nell'articolo vengono proposte alcune azioni concrete da portare avanti 
sul piano delle policy e delle leggi per creare un contesto favorevole 
alle pratiche della scienza aperta che alleghiamo qui:


a) Occorre riformare il copyright per dare maggiore libertā agli 
scienziati. La libertā di comunicazione dei risultati della ricerca č 
parte della libertā accademico-scientifica. Incarnazione di questa 
libertā sono le recenti normative tedesche e olandesi che modificano la 
legge sul diritto d’autore. In estrema e approssimativa sintesi si può 
dire che esse attribuiscono, con una norma imperativa non derogabile per 
via contrattuale, agli autori il diritto di comunicare e mettere a 
disposizione del pubblico tramite Internet alcune tipologie di opere 
scientifiche frutto di ricerche finanziate anche solo parzialmente con 
fondi pubblici dopo un determinato periodo di tempo dalla prima 
pubblicazione. L’Associazione Italiana per la promozione della Scienza 
Aperta (AISA <http://bfp.sp.unipi.it/aisa/chi-siamo/>) ha recentemente 
proposto di introdurre nel nostro ordinamentouna norma simile 
<http://bfp.sp.unipi.it/aisa/attivita/diritto-di-ripubblicazione-in-ambito-scientifico/>a 
quelle della Germania e dei Paesi Bassi e ha aperto la proposta ai 
commenti del pubblico. Occorre inoltre creare eccezioni e limitazioni al 
diritto d’autore che consentano di praticare la scienza aperta. Un 
esempio di questo tipo di normativa riguarda l’introduzione di 
un’eccezione volta a consentire il/Text and Data Mining/(Cfr. Parlamento 
Europeo, 2015; Bertoni, Montagnani, 2015).

b) Occorre ripensare le regole e le prassi valutative al fine di non 
alimentare il potere oligopolistico dei grandi editori commerciali. Da 
questo punto di vista, le politiche valutative messe in atto in Italia 
dal MIUR e dall’ANVUR rappresentano l’esatto opposto di quello che 
sarebbe opportuno fare. L’uso di liste di riviste ordinate per fasce di 
qualità nei c.d. settori non bibliometrici e l’indicazione per via 
normativa della banche dati commerciali di riferimento per le procedure 
valuative come l’ASN e la VQR costituiscono strumenti che alimentano il 
potere oligopolistico degli editori.

c) Occorre imporre la trasparenza dei contratti per l’accesso alle 
banche digitali proprietarie tra gli editori commerciali e soggetti 
finanziati pubblicamente [cfr. Commissione Europea, 2012]. Gli editori 
commerciali infatti fanno leva sulla segretezza delle clausole dei 
contratti stipulati con le singole universitā o con i consorzi 
universitari per accrescere il proprio potere negoziale e praticare le 
offerte a pacchetto e la discriminazione dei prezzi. Ma quando le 
risorse elettroniche sono acquisite con fondi pubblici, tutti i 
cittadini hanno diritto di conoscere il modo con cui sono spesi i soldi 
derivanti dalla fiscalitā generale.

d) Nel finanziamento pubblico alla ricerca di base l’apertura dovrebbe 
essere lo strumento principe della valorizzazione dei risultati della 
ricerca. Così non è nelle attuali politiche dell’Unione Europea. 
Infatti, nell’ambito del programma H2020 i soggetti finanziati sono 
obbligati a pubblicare in accesso aperto solo qualora non abbiano scelto 
di sfruttare i risultati della ricerca attraverso la proprietā 
intellettuale, ad es. tramite brevetto per invenzione [v. art. 43 del 
Regolamento (UE) N. 1290/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio 
dell’11 dicembre 2013 che stabilisce le norme in materia di 
partecipazione e diffusione nell’ambito del programma quadro di ricerca 
e innovazione (2014-2020) – Orizzonte 2020 e che abroga il regolamento 
(CE) n. 1906/2006; Commissione Europea, 2013, 4). Dunque la 
valorizzazione mediante proprietā intellettuale (in particolare, 
brevetti) ha una precedenza sulla valorizzazione mediante OA.

-- 
Paola Gargiulo
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IT Solutions for Institutional Research
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