[Oa-italia] IFLA journal e CCQ

maria.cassella a unito.it maria.cassella a unito.it
Dom 15 Nov 2009 22:49:23 CET


Sul versioning due importanti progetti:
NISO ha pubblicato ad aprile 2008, in partnership con
ALPSP, le Journal Article Versions (JAV): recommendations
NISO/ALPSP
http://www.niso.org/publications/rp/RP-8-2008.pdf . Si
tratta di raccomandazioni rivolte alla comunità
internazionale di autori, editori e biblioteche per far si
che ad ogni documento vengano associati come metadati
delle sigle identificative della versione del documento
stesso. Le sigle proposte sono le seguenti:

AO: Authors’ Original

SMUR: Submitted Manuscript under Review

AM: Accepted Manuscript

P: Proof

VoR: Version of Record

CVoR: Corrected Version of Record

EVoR: Enhanced Version of Record.

Il JISC ha finanziato nel 2007 il progetto VIF (Version
Identification Framework)
http://www.lse.ac.uk/library/vif/ nell’ambito di un ampio
programma denominato Repositories and Preservation
Programme il cui scopo coincide praticamente con quello
delle raccomandazioni NISO/ALPSP.

Interessante quanto dice susanna sul fatto che gli autori
vogliano migrare i loro eprints da un repository
all'altro. Dimostra un interesse crescente, certamente
dettato anche da una sana competizione professionale. In
alcuni paesi i repositories hanno ormai abbandonato la
fase di sperimentazione e crescono i problemi relativi
alla gestione del contenuto. Ben vengano! In Europa la
media di items archiviati è 8545. In Olanda invece la
media è di piu' di 27.000 items per deposito e mi sembrano
cifre di assoluto rispetto.
saluti
Maria Cassella
>
> ------------------ Messaggio originale -------------------
> Oggetto: Re: [Oa-italia] IFLA journal e CCQ
> Da:      "Susanna Mornati" <mornati a cilea.it>
> Data:    Dom, 15 Novembre 2009, 9:29 pm
> A:       "Lista di discussione su temi relativi
> all'accesso aperto" <oa-italia a openarchives.it>
> ----------------------------------------------------------
>
> Grazie Mauro per la riflessione (ma questi articoli sono
> open access?).
>
> Aggiungo che un altro problema legato alla catalogazione
> inizia ad
> affliggere gli IR: il versioning, e la migrazione degli
> autori da
> un'istituzione all'altra con tutto il loro bagaglio di
> e-prints (che
> naturalmente vogliono riversare nel nuovo IR, creando
> doppioni). L'aspetto
> archivistico diventa biblioteconomico.
>
> Poco tempo fa c'è stata una bella discussione su questi
> argomenti sulla
> lista JISC-REPOSITORIES:
> http://www.jiscmail.ac.uk/archives/jisc-repositories.html
>
> Tutto sommato questo mi fa pensare che gli IR diventano
> maturi: da
> "giovani" non avevano questi problemi :-)
> Ora la quantita' di contributi e' rilevante e anche
> l'identificazione di
> autori e lavori non e' banale.
>
> Saluti,
> Susanna Mornati
>
>
> On Sun, 15 Nov 2009 20:49:21 +0100, Mauro Guerrini
> <guerrini.mauro a fastwebnet.it> wrote:
>> Sono apparsi due contributi importanti sugli IR:
>>
>> 1) ultimo fascicolo di IFLA journal, vol. 35, no. 3
>> (Oct. 2009), p.
>> 243-257: MOHAMMAD HANIEF BHAT, Open access repositories
>> in computer
>> science and information tecnology; an evaluation;
>>
>> 2) ultimo fascicolo di Cataloging & classification
>> quarterly (CCQ), vol.
>> 47, issue 8 (2009), rubrica Letters to the editors, p.
>> 760-764.
>> Il prof. Richard P. Smiraglia e la prof.ssa Arlene G.
>> Taylor commentano
>> il numero doppio nos 3-4, 2009 (dedicato interamente
>> agli IR), in
>> particolare il contributo di Dorothea Salo a proposito
>> dell'authority
>> control dei metadati per gli institutional repositories.
>> Il sommario
>> degli articoli è consultabile all'indirizzo
>> <http://www.informaworld.com/smpp/title~db=all~content=g915237173>.
>> Smiraglia e Taylor (che molti bibliotecari italiani
>> conoscono per essere
>> stata invitata al convegno internazionale sull'authority
>> control,
>> Firenze, 2003; abbiamo curato -- insieme a Barbara
>> Tillett e a Martha
>> Boca -- l'edizione americana degli atti) trattano,
>> seppure brevemente,
>> un tema centrale e poco considerato finora negli IR.
>> Credo anch'io, e non da adesso, che i metadati
>> editoriali, nominali e
>> semantici degli IR ricadano nella sfera dell'AC. I nomi
>> degli autori,
>> come i descrittori per soggetto e gli elementi
>> editoriali, devono essere
>> controllati, altrimenti il rischio è creare un IR
>> caotico, incoerente,
>> ovvero difficilmente consultabile, se i contributi
>> depositati sono
>> numerosi. E' vero che circa il 70% degli autori ha
>> pubblicato solo un
>> libro e solo una volta (e quindi non pongono grandi
>> problemi di AC), ma
>> è anche vero che gli autori che depositano contributi
>> negli IR sono
>> ricercatori che in genere pubblicano molto e talora in
>> più lingue, con
>> varianti nella formulazione del nome. Come è vero che
>> spesso gli
>> articoli su rivista trattano tematiche analitiche e
>> pertanto richiedano
>> descrittori puntuali, specifici.
>> Non credo inoltre sia casuale che una rivista come CCQ,
>> la più
>> prestigiosa al mondo nel settore della catalogazione,
>> dedichi così tanto
>
>> spazio agli IR. L'indicizzazione dei contributi
>> scientifici depositati
>> degli IR si colloca infatti nel medesimo alveo
>> dell'indicizzazione dei
>> contributi descritti nell'OPAC ed entrambi riguardano la
>> gestione della
>> biblioteca digitale. Il controllo formale dei nomi e dei
>> soggetti si
>> configura pertanto come elemento di qualità degli IR
>> così come
>> dell'OPAC; ciò chiama in causa la professionalità
>> della persona
>> (bibliotecario generico? catalogatore? addetto
>> all'Ufficio valutazione?)
>> che dovrebbe seguire le fasi del deposito: egli non
>> dovrebbe, secondo
>> me, limitarsi a un controllo "meccanico" o "asettico"
>> dei dati formulati
>> dal depositante, bensì dovrebbe controllare la qualità
>> dei metadati e
>> intervenire (magari interpellando il depositante)
>> qualora essi non
>> rispondessero ai criteri stabiliti dal linguaggio
>> documentario scelto
>> dall'istituto. Gli IR sono parte della biblioteca
>> digitale di un
>> istituto e la biblioteca è gestita professionalmente;
>> l'autoarchivazione
>
>> non sempre è sinonimo di qualità, e gli elementi
>> arbitrari possono
>> essere molti; è vero, com'è stato stato detto numerose
>> volte, che gli
>> scopi di un IR e di un OPAC sono diversi e che non
>> coincidono; ma non
>> coincidono veramente? A mio parere il raggiungimento
>> della qualità è
> uno
>> scopo per entrambi; e la qualità richiede competenza,
>> tempo,
>> investimento, ovviamente.
>> Il fascicolo 8 di CCQ comprende anche un saggio sui
>> nuovi principi di
>> catalogazione (ICP), presentati nella versione a stampa
>> edita da SAUR al
>> Congresso IFLA di Milano; essi si riferiscono agli OPAC
>> ma anche a tutte
>> le liste bibliografiche, comprese quelle degli IR; una
>> delle novita
>> degli ICP (seppure a mio parere non convincano in vari
>> punti) è proprio
>> lo spazio rivolto al controllo di qualità (authority
>> control) dei
>> metadati abbinati a un contributo. Anche di quelli
>> depositati negli IR
> :-)
>> .
>>
>> Un caro saluto a tutti, Mauro
>
> --
> Susanna Mornati, CILEA
> Project Leader AEPIC, www.aepic.it
> +39 02 2699 5322, +39 348 7090 226,
> mailto:mornati a cilea.it, skype: susanna.mornati
>
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