[Oa-italia] articolo su D-lib Magazine e commenti di Stevan Harnard

Ezio Tarantino ezio.tarantino a uniroma1.it
Mer 21 Mar 2007 14:37:07 CET


cara Maria,
ero stato un po' tranchant per aizzare un po' la discussione ;-)
Capisco bene il tuo pensiero, visto che occuparmi dell'archivio 
istituzionale, e cerare di promuoverlo in varie sedi è quello che faccio 
anche io come parte non marginale del mio lavoro di bibliotecario digitale.
Tuttavia la scarsa penetrazione che i principi dell'OA stanno avendo in 
coloro che dovrebbero essere maggiormente coinvolti, mi ha portato a 
queste parossistiche, amare considerazioni. Finché un bibliotecario dirà 
a un docente di pubblicare sull'IR perché ne avrà un sicuro vantaggio 
non otterremo che pernacchie.
Ciao.
Ezio
mcassell a unito.it ha scritto:
> sonScrive Ezio Tarantino <ezio.tarantino a uniroma1.it>:
>
>   
>> Buongiorno.
>> Leggendo le osservazioni di Harnad e la discussione che ne è scaturita
>> qui, sempre di più vado convincendomi del fatto che l'Open access sia,
>> anzi, DEBBA essere una faccenda ristretta agli autori e ai tecnici che
>> devono mettere a disposizione la tecnologia. Punto.
>> La passione che ci mettiamo noi bibliotecari è fuorviante e oltre che
>> inutile allo scopo.
>>     
>
> Cerco di rispondere rapidamente a Ezio, con il quale questa volta, a differenza
> del Big Deal, non concordo, almeno non pienamente.
> Secondo me gli IR sono anche (non solo, of course) un problema dei bibliotecari
> .
> In primo luogo per progettare un deposito e' necessario il contributo del
> bibliotecario: collezioni, metadati, politiche di deposito sono argomenti che
> rientrano della ns sfera di azione.
> In secondo luogo spesso gli autori non auto-archiviano per mancanza di tempo:
> il bibliotecario puo' avere una parte in questa attivita' di supporto
> all'auto-archiviazione.
> In terzo luogo un deposito puo' anche essere un servizo, per ora prevalentemente
> gestito dalle biblioteche, di supporto alle attivita' didattiche e di ricerca;
> due goals che
> rientrano perfettamente nella mission di una biblioteca accademica.
> Infine per quanto sia vero e documentato che l'auto-archivizione non ha avuto
> fino ad ora un impatto sugli abbonamenti delle biblioteche, perche' i due
> principali motivi per la cancellazione di un abbonamento sono il costo (alto) e
> l'uso (scarso), e' pur vero che l'aumento della massa critica nei depositi (di
> qui la necessita' di adottare le politiche mandatarie) potrebbe avere un
> effetto positivo sul mercato editoriale elettronico, per esempio sulla
> riduzione dei prezzi degli abbonamenti o sul passaggio a modelli economici
> alternativi per la comunicazione scientifica (penso per esempio a SCOAP3). Per
> citare sempre Harnard (piu' o meno): librarians and publishers may be worried
> about costs, researchers are worried about impact.
> Ad ognuno il suo mestiere.
> Saluti
> MC
>
>
>
>
>
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>
>   

-- 
Ezio Tarantino
BIDS - Biblioteca Interateneo Digitale della Sapienza
Responsabile acquisizione risorse elettroniche,
Sviluppo e innovazione

Sapienza - Università di Roma - C.I.T.I.Co.R.D.
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mailto: ezio.tarantino a uniroma1.it



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