[Oa-italia] articolo su D-lib Magazine e commenti di Stevan Harnard

Ezio Tarantino ezio.tarantino a uniroma1.it
Mer 21 Mar 2007 10:51:33 CET


Buongiorno.
Leggendo le osservazioni di Harnad e la discussione che ne è scaturita 
qui, sempre di più vado convincendomi del fatto che l'Open access sia, 
anzi, DEBBA essere una faccenda ristretta agli autori e ai tecnici che 
devono mettere a disposizione la tecnologia. Punto.
La passione che ci mettiamo noi bibliotecari è fuorviante e oltre che 
inutile allo scopo.
Penso che Harnad abbia ragione, e se ha Harnad ha ragione (OA=maximize 
researches) noi che c'entriamo? Voglio dire: la conservazione ci 
riguarda, ma la conservazione di che cosa?
A me pare che il perfetto IR è quello progettato e realizzato sotto la 
diretta responsabilità dell'Amministrazione, che si fa carico (anche con 
politiche "mandatarie") di far sì che i propri ricercatori lo riempiano.
E' quindi ovvio che ci debba essere qualcuno che si faccia carico - da 
un punto di vista tecnologico, evidentemente - della sua buona 
conservazione. Ma deve essere un bibliotecario? Non è sufficiente un 
bravo tecnico?
Che poi, ma solo poi, l'IR è uno dei tasselli della biblioteca digitale 
di un'istituzione va da sé. Ma questa correlazione trasversale penso ci 
riguardi solo a valle della filiera. L'IR è una risorsa da correlare 
alle altre (nei metamotori, nelle pagine Web) non più che un archivio OA 
disciplinare esterno.
Fino a che dell'OA si occuperanno i bibliotecari, resterà l'oggetto 
sconosciuto che ancora oggi è.
Buona giornata,
Ezio

Maria Cassella ha scritto:
> valentina comba ha scritto:
>
>> Cari Colleghi,
>> penso di capire perchè Harnad nei suoi quattro punti di commento 
>> sottolinea perchè gli IR non sono per la "letteratura grigia" e 
>> perchè non hanno come scopo la preservazione.
>> Nel corso di questi ultimi tre anni si sono evidenziati i vantaggi 
>> degli IR e delle riviste OA per garantire agli articoli di ricerca un 
>> impatto impensabile prima dell'invenzione degli Open Archives (and 
>> related technologies).
>>  
>>
>> _______________________________________________
>>
>>  
>>
> Grazie a Valentina per questa bella risposta. Si anch'io percepisco 
> bene come l'ottica di Harnard sia tutta scholarly-oriented e tutto 
> sommato sono d'accordo con lui. Ma come bibliotecaria ( o ex..... ;-) 
> ) devo pormi anche il problema della conservazione e preservazione del 
> digitale. E come amministratrice di un IR dovrei anche pormi 
> nell'ottica di promuoverne i vantaggi. E nel lungo periodo quello 
> della preservazione del digitale puo' essere un obiettivo sostenibile 
> di un IR ( mi sembra che ne parli anche Raym Crow nel suo ormai famoso 
> "The case for the IR etc.").
> Saluti a tutti
> Maria
>

-- 
Ezio Tarantino
BIDS - Biblioteca Interateneo Digitale della Sapienza
Responsabile acquisizione risorse elettroniche,
Sviluppo e innovazione

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mailto: ezio.tarantino a uniroma1.it



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