[Oa-italia] Re: [Infer_comunicati] Conference on Scientific Publication in the european research area Brussels 15-16 febbraio, 2007

Paola Gargiulo paola.gargiulo a caspur.it
Mar 20 Feb 2007 14:22:30 CET


ringrazio Maria per i suoi commenti ed invito gli altri colleghi
presenti a farne.
Anche a me e' sembrato che nel complesso la conferenza, anche se non ha
rappresentato nulla di  particolarmente nuovo, o per meglio dire non si
e' detto nulla di nuovo, ha segnato un momento importante di questa
rivoluzione a cui stiamo assistendo.


Editori, enti di ricerca, finanziatori della ricerca, universita',
biblioteche sono tutti coinvolti in prima persona a delineare il futuro
della comunicazione scientifica. In effetti gli assenti era gli autori,
gli scienziati, ma in effetti la conferenza era destinata ai cosiddetti
policymakers. La strada  da percorrere e' ancora lunga e vi e' ancora
molta opposizione ma i due commissari europei hanno entrambi confermato
l'impegno dell'EU a sostenere l'OA, ma anche gli editori, ad investire
in infrastrattura tecnologica ed in preservazione. Insomma siamo in
mezzo al guado e sono comprensibili tutte le resistenze al cambiamento
Sicuramente le posizioni degli editori sono ancora molto rigide e
giocano sulla  disinformazione degli autori.


La Dichiarazione di Brussels da parte degli autori presenta la sua 
debolezza nel pronunciamento gia' sottolineato da Maria.

Ne traggo come lezione che e' nostro compito informare gli autori di
cosa stia succedendo e soprattutto contrabbattere alle affermazioni
false e agli equivoci che sottendono l'OA. Spesso si cerca di far passre 
l'OA come  un modello,economico, come una minaccia per la qualita', per 
il peer-reviewing, per gli editori trazionali. Inoltre l'OA e' 
complemetare all'editoria tradizionale almeno per ora e per un bel po' 
di tempo.

  L'OA riguarda la disseminazione, la massima circolazione,cosa che 
l'editoria tradizionale non e' in grado di garantire allo stesso modo in 
cui le nuove tecnologie dell'informazione possono fare. Cio' non vuol 
die che gli editori non siano importanti e necessari, ma va trovato un 
equilibrio tra i bisogni di disseminazione e gli investimenti degli editori.

PETIZIONE
E' vero che il momento della presentazione della raccolta delle firme
con sottofondo musicale, la canzone di Enya "Memories of Tries" e' stato
toccante. Vi accludo il file che Alma Swan mi ha gentilmente inviato.
Allego anche un file sui firmatari, una copia cartacea e' stata
distribuita durante il convegno.

La raccolta della firme continua. Fate firmare i vostri enti se non 
l'hanno fatto ancora.  Vi ricordo che se lo fate firmare dal
vostro rettore, o dal delegato del rettore, la vostra istituzione viene
conteggiata come ente, se invece la firma il delegato del rettore a nome
del sistema bibliotecario, il vostro ente sara' conteggiato come sistema
bibliotecario come library organization.
A presto
Paola

Maria Cassella ha scritto:
> Cari colleghi,
> dato che facevo parte della "delegazione" italiana in missione  a 
> Brussels mi sembra utile scambire con voi alcune riflessioni nate 
> dalla conferenza del 15 - 16 febbraio sulla comunicazione scientifica.
> La conferenza, che ha visto la partecipazione di 500 tra studiosi, 
> editori, bibliotecari (che mi sembra fossero una minoranza, ma lo 
> ritengo un segnale positivo) provenienti da 50 differenti paesi, era 
> organizzata in una sessione plenaria e 4 sessioni parallele: 
> scientific publication business models; E-infrastructure and long-term 
> preservation; scientific publication, quality assurance and reserach 
> excellence; copyright and DRM.
>
> Sessione plenaria:
> nell'aprire la conferenza il Commissario europeo per la scienza  e la 
> ricerca, Janez Potocnik, ha ribadito che il mondo e' cambiato grazie 
> alla tecnologia e, percio', e' necessario che i paesi dell'unione 
> Euroepa si dotino di un'infrastruttura digitale in grado di sostenere 
> la crescita culturale e l'innovazione scientifica.
> Nella sessione plenaria si e' discusso del ruolo degli enti 
> finanziatori (Wellcome Trust, Max Planck Gesellschaft) a sostegno 
> dell'OA. Alcuni di questi enti si stanno impegnando nel sostenere 
> concretamente la pubblicazione OA degli articoli prodotti sulla base 
> delle ricerche da loro finanziate. Per esempio il WT calcola di 
> impegnare l'1-2% delle risorse finanziate a sostegno del modello ibrido.
> Molto interessanti le iniziative della MPG, tra le quali la MPG 
> Digital Library
>
> > http://www.mpdl.mpg.de/
>
> con la quale l'ente finanziatore tedesco si propone di creare 
> un'infrastruttura per pubblicare i risultati della ricerca finanziata 
> con fondi pubblici. Si e' discusso ovviamente anche del recente studio 
> dell'UE 
> http://ec.europa.eu/research/science-society/pdf/scientific-publication-study_en.pdf 
> e delle nuove iniziative OA quali SCOAP3 del CERN. Martin Hoffman del 
> Fraunhofer SCAI http://www.scai.fraunhofer.de/ ha introdotto 
> l'assemblea alle possibilita' di integrare i "raw data" con la 
> conoscenza che viene trasmessa dagli articoli scientifici attraverso 
> la tecnica del text-mining.
>
> Sessioni parallele ( chi scrive ha seguito quella su i business models):
> il confronto tra i publishers e i sostenitori dell'OA e' stato vivace, 
> ma ha prodotto, invero, poche novita'.
> Intanto va detto che 35 editori, tra i quali gli italiani UTET, Clueb, 
> De Agostini, Carocci, C.G. Edizioni Medico Scientifiche, Egea, 
> Federico Motta editore, Primula edizioni, Zanichelli, hanno prodotto e 
> firmato un documento- accessibile a partire dal sito 
> http://www.stm-assoc.org/ - nel quale, tra gli altri punti, 
> sottoscrivono che "Open deposit of accepted manuscripts risk 
> destabilising subscription revenues and undermining peer review". Si 
> tratta ovviamente di una falsita', dato che numerosi studi dimostrano 
> che nel campo della fisica la pratica dell'auto-archiviazione non ha 
> avuto alcun impatto negativo sulle sottoscrizioni. C'e' anche da 
> chiedersi su quali basi e dati gli editori italiani abbiano 
> sottoscritto tale documento.
> In secondo luogo c'e' da osservare come esista un divario netto tra le 
> grandi multinazionali editoriali (Elsevier) e i piccoli editori che 
> vedono progressivamente diminuire i margini di profitto, attanagliati 
> dalla logica (perversa) del Big Deal. La conclusione personale che ho 
> tratto da questo scenario e' che le biblioteche e i consorzi 
> dovrebbero impegnarsi di piu' nel sostenere i piccoli editori, 
> cercando partnership private e imparando a negoziare con i grandi 
> editori, promuovendo e sostenendo l'OA e le riviste OA per  abbattere 
> i prezzi delle riviste tradizionali, studiando i modelli commerciali 
> alternativi.
> Un altro punto che e' emerso chiaramente dal confronto con gli editori 
> e' il principio che i differenti ambiti disciplinari seguono strategie 
> comunicative completamente differenti delle quali e' necessario tener 
> conto se si vuole perseguire modelli OA sostenibili.. Per esempio i 
> matematici hanno chiesto che gli articoli degli ultimi sei mesi siano 
> liberamente accessibili e che, invece, tutti gli archivi piu' vecchi 
> di sei mesi siano disponibili in full-text solo a pagamento, 
> ribaltando cosi' il principio dell'embargo applicato nelle discipline 
> biomediche.
> Cooperazione tra editori, bibliotecari e ricercatori e flessibilita' 
> mi sono sembrate le parole chiave del convegno.
>
> Il discorso finale e' stato tenuto da Viviane Reding, Commissario 
> europeo per la societa' dell'informazione e i media. La Reding 
> sostiene che secondo la Commissione  i risultati della ricerca 
> dovrebbero essere resi liberamente accessibili dopo un periodo 
> (variabile) di embargo. La commissione finanziera' attraverso il 
> Framework Programme 7 progetti per un importo complessivo di 50 
> milioni di euro solo per la creazione di un'infrastruttura digitale. 
> 25 milioni di euro saranno riservati a finanziare progetti che 
> riguardino la preservazione del digitale.  Speriamo che editori e 
> biblioteche ne tengano conto. C'e' bisogno di idee, professionalita' e 
> cooperazione attiva.
>
> In conclusione ritengo molto positivo il fatto che a soli 5 anni dalla 
> Dichiarazione di Berlino si sia arrivati a parlare di OA in seno alla 
> Commissione europea. I discorsi di apertura e di chiusura del convegno 
> dimostrano che, nonostante le diverse posizioni espresse dalle 
> differenti categorie (comunita' scientifiche, editoria, biblioteche), 
> la Commissione crede che l'OA rappresenti un'opportunita' da sostenere 
> per la comunicazione scientifica. Non e' ancora chiaro quali saranno 
> le strade piu' adatte per garantire il libero accesso mantenendo 
> intatta la qualita' (ma lo stesso Harnard ribadisce che l'OA riguarda 
> tutta la produzione scientifica peer-reviewed), ma i tempi sono gia' 
> maturi e il cambiamento e' gia' in corso. Sta anche a noi cogliere l' 
> opportunita' di gestire questo cambiamento.
> Piccola nota a margine: Steven Harnard in conclusione al suo breve 
> intervento ha presentato al Commissario Potocnik il video delle quasi 
> 20.000 firme raccolte in favore dell'OA. Un momento emozionante, 
> intenso, ricco di suggestioni.
>
> Saluti a tutti
> Maria Cassella
>

-- 
Paola Gargiulo
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